Lecco: alla scoperta del rione Bonacina e dei suoi angoli nascosti con gli studenti
La particolarità di questo progetto è che i protagonisti della riscoperta di questi spazi sono gli studenti dei licei Manzoni e Medardo Rosso che hanno accompagnato i visitatori attraverso due percorsi: un itinerario guidato e un itinerario performativo. A far da ciceroni nel primo tratto quattro ragazzi del liceo linguistico insieme a uno studente del classico. Per prepararsi a questo momento hanno fatto degli incontri in cui è stato presentato loro il progetto, hanno svolto dei sopralluoghi a Bonacina e poi delle ricerche personali sui luoghi oggetto della visita. È stato poi grazie al confronto con la prof.ssa Laura Polo che sono nati i testi che hanno fatto da "base" per i tour guidati: molto partecipato il primo delle 10, ma ne erano previsti uno ogni mezz'ora la mattina fino alle 12 e nel pomeriggio dalle 14 alle 16.30. Il punto di partenza è stata la chiesa della Beata Vergine del Rosario di Varigione, fondata nel XV secolo, per poi proseguire verso il nucleo rurale settecentesco di Cavagna, la valletta con vista sul ponte del Lupo, il borgo di Sant'Egidio con la splendida chiesetta e il torrente Caldone.
Un po' diverso il percorso proposto dai 23 ragazzi della terza E design del liceo artistico che hanno scelto la chiave della performance performativa per far riscoprire questi luoghi. Gli studenti sono stati accompagnati per tre mesi da Noemi Bresciani del Teatro Scarlattine, esperta di teatro nel paesaggio, e Sofia Bolognini dell'associazione Campsirago Residenza, oltre che dalla loro insegnante Daniela Corti, nella costruzione di azioni performative ispirate al paesaggio che caratterizza le quattro tappe dell'itinerario che sono state proposte al pubblico nelle diverse tappe. Una volta terminato il percorso, alla chiesa di Sant'Egidio sono state appese delle cartoline realizzate dagli studenti alle quali tutti i partecipanti hanno potuto affidare un loro pensiero suscitato da questa esperienza che resteranno come dono al Fai.
Un'esperienza molto apprezzata dai ragazzi, che ha permesso loro di scoprire luoghi nascosti della città e della loro storia e di mettersi alla prova anche nella non facile circostanza di parlare ed esibirsi in pubblico, nella consapevolezza che, come ha detto la prof.ssa Polo, "il bello è vivere insieme questi luoghi".