I torrenti di Lecco sono un rischioso 'vicino': mai rinviare gli interventi di pulizia, tutela e prevenzione
La sensibilità del sistema idrogeologico che abbiamo visto drammaticamente in questi giorni in Emilia-Romagna è da sempre un tema fondamentale per la città di Lecco e il territorio. La frana di Fiumelatte, poco più a nord della città, ne è solo l'ultimo esempio.
Prevenire, programmare e soprattutto effettuare interventi di pulizia e tutela del territorio dal rischio idrogeologico in città è una responsabilità che non può mai essere rinviata.
Filippo Boscagli
Chiamato da alcuni abitanti di Germanedo preoccupati per la pulizia del sistema idrico del quartiere a diretto contatto con la montagna, ho potuto constatare come alcuni invasi siano ad un passo dal travaso, in particolare in Via Montessori. Quintali di detriti che occupano interamente vasche di contenimento a pochi centimetri dal bordo che poi immette direttamente su case e strade.
Questo è solo un esempio, ma se dobbiamo abituarci a fenomeni climatici sempre più critici è necessario che gli alvei dei torrenti siano puliti (a partire dai rami che regolarmente crollano sul Bione ad altezza sentieri), che lo siano regolarmente gli affluenti e i tombini. Soprattutto nei quartieri alti e nelle zone boschive.
Siamo una città meravigliosa perché stretta tra lago e montagne e solcati da torrenti. Ma proprio questi ultimi, se non manutenuti e ripuliti dei detriti, sono delle bombe d'acqua pronti ad esplodere. Caldone, Bione e Gerenzone e i loro piccoli affluenti, così come le loro diramazioni sotterranee che tagliano i nostri rioni fino al Centro, sono una caratteristica splendida lecchese, ma anche un rischioso vicino di casa.
Filippo Boscagli