Lecco: in un Palataurus gremito Raffaele Morelli illustra le regole del 'benessere'
“Divulgatore gentile”. Così Mauro Gattinoni, sindaco di Lecco, ha definito Raffaele Morelli, psichiatra, psicoterapeuta e volto noto della televisione, tra le altre cose fondatore dell’istituto Riza di Medicina Psicosomatica, che ieri sera ha tenuto una conferenza in un Palataurus pieno fino all’ultimo posto. Circa 700 le persone presenti all'incontro, intitolato “Le regole indispensabili per il benessere”.
Mauro Gattinoni
“Credo che noi come adulti dobbiamo occuparci di noi stessi prima di pensare ai ragazzi. Loro si rifugiano nel mondo dei social per scappare da una realtà sempre più giudicante. Pensate che nel 2022 lo sportello 15-24, dedicato all’assistenza psicologica dei più giovani, ha registrato 300 accessi” ha spiegato Alessandra Durante, assessore alle politiche giovanili del comune di Lecco. “La maggior parte di quei ragazzi ha attribuito la propria ansia alla scuola e alle aspettative degli adulti sui loro risultati. Come Giunta noi riteniamo necessario costruire dei contesti in cui si sentano valorizzati”.
Alessandra Durante
A sua volta Marta Monciotti, responsabile della sezione di Lecco dell’istituto Riza, ha ricordato come ormai l’ansia e lo stress siano così diffusi da rendere difficile alle persone stare bene. “La prima cosa che bisogna fare quando ci si sente così è tacere. Il silenzio ha poteri che la parola non ha. Gli psicoterapeuti hanno il dovere di non utilizzare parole inutili, perchè l'obiettivo non è quello di far esprimere al paziente i propri traumi ma di aiutarlo a scoprire cosa li caratterizza” ha esordito Morelli con una forza tale da catturare immediatamente l’attenzione del pubblico. “Vuoi stare bene? Non combattere il dolore, guardalo senza considerare la causa. Sentilo espandersi. Non state lì a ragionare sul trauma, se continuate a pensarci il dolore si cronicizza. Accogliete il dolore, altrimenti non sarete felici”.
Marta Monciotti
Questa è stata solo la prima delle “regole del benessere” illustrate da Morelli sia attraverso citazioni, tratte da un Pantheon che spaziava dai Veda a Jung, sia attraverso esempi concreti. “I Veda alla domanda “cosa conta?” rispondono così: sii presente, sii consapevole di ciò che accade dentro di te, bisogna accorgersi. Non dite che la tristezza c’è sempre, accorgetevi quando c’è. Così facendo introducete lo sguardo che è l’energia più potente che esista. Accorgersi è mandar via i disagi senza dirsi niente” ha proseguito lo psichiatra.
Raffaele Morelli
Già, lo sguardo, qualcosa che per Morelli è fondamentale. “Se si osserva con sguardo contemplativo il dolore mentre si allarga poi questo si trasforma in gioia, la gioia di essere vivo. Guardate e guardate ancora. L’ansia sta arrivando per la prima volta. Arriva adesso perché vuole che tu la veda” ha proseguito lo psicoterapeuta. Ansia come alleata, come espressione del sé che ci guida. “C’è qualcosa di molto profondo dentro di noi che veglia su di noi. È qualcosa che sa dove andare, a prescindere dal nostro parere. Il sé sa cosa vuole e diventa disturbante quando non rispettiamo ciò che vuole. Cercare di migliorare è come infilzare il proprio cuore con un coltello. Migliorare vuol dire non esistere. Dovete stare con voi stessi per ciò che siete” ha sottolineato Morelli.
Un’anima che si rivela attraverso le immagini e i sogni. “Gli ebrei dicevano che quando andiamo a dormire restituiamo l’anima a Dio per riprenderla il giorno dopo. Noi andiamo a dormire perché solo in quel luogo possono apparire i sogni. Le immagini sono il regno più profondo” ha aggiunto lo psicoterapeuta. Una profondità che deve rimanere segreta. Del resto, il seme va in profondità prima di far nascere una pianta. “Non parlate degli affari vostri con gli altri, è un veleno terribile. Se non avete segreti dovete preoccuparvi tantissimo, vuol dire che siete diventati superficiali, in balia dell’esterno. Vuol dire che non state con voi stessi” ha sottolineato ancora Morelli.
Di nuovo, l’accorgersi è fondamentale. “Per i Veda rendersi conto del disagio è molto più importante dell’intenzione di risolverlo. Bisogna guardare e percepire il dolore. Questo ci consente di trasformarci in ciò che siamo. Il sè aspetta i momenti più difficili per intervenire, detesta il martirio che infliggete alla vostra mente attraverso i progetti inutili o i ricordi. I ricordi che andate a cercare sono dei veleni perché portano la psiche nella tomba della vita”.
A.Bes.