Lecco: dal 27 una mostra dello scultore Pablo Atchugarry, cittadino benemerito
Sarà inaugurata il 27 maggio e resterà poi aperta fino al 12 novembre la mostra lecchese dello scultore Pablo Atchugarry, origini uruguaiane e arrivato in città via Parigi per mettervi radici. Un'esposizione che è un omaggio all’artista che qui ha scelto di vivere, che qui sente di «tornare a casa» ogni volta che rientra dalla “stagione” che ogni anno è solito trascorrere in Uruguay dove tra l’altro ha anche realizzato una grande museo della scultura, un artista che dice di sentirsi nel posto giusto ogni mattina quando si alza e dalla finestra vede poco sopra casa la parete strapiombante del Corno Medale.
Del resto, di Lecco Atchugarry è cittadino benemerito: l’onorificenza gli è stata conferita in occasione delle celebrazioni dello scorso anno per San Nicolò e gli sarà consegnata dal sindaco Mauro Gattinoni proprio in occasione dell’inaugurazione della mostra.
L’esposizione – che sarà allestita tra Palazzo delle Paure e le attigue piazze XX Settembre e Cermenati – è stata presentata stamattina nel corso di una conferenza stampa alla quale sono intervenuti lo stesso Atchugarry, il curatore della mostra Alessio Gilardi, la biografa Valeria Campagni, l’assessore alla Cultura Simona Piazza e la conservatrice dei musei Barbara Cattaneo, che l'ha definita «un fiore all’occhiello» proprio per la sottolineatura che dà alla decisione «di un artista di fama ormai internazionale di scegliere Lecco quale luogo di residenza, e noi non potremmo che esserne contenti», ma anche perché si tratta di uno scultore «in continuità con la tradizione italiana e in particolare con il marmo».
Simona Piazza
In questa occasione – ha precisato l’assessore Piazza – il Comune non si è quindi limitato a mettere a disposizione lo spazio espositivo, ma ha allestito assieme ad Atchugarry questa mostra dal particolare significato affettivo: non a caso egli stesso dice che è stata «fatta con il cuore». Lo stesso titolo (“Una vita tra Lecco e il mondo. Opere dal 1978 al 2023”) è stato ideato in fase di preparazione proprio mentre se ne discuteva da una parte all’altra del mondo: Piazza e il curatore Gilardi a Lecco, Atchugarry in Uruguay.
Barbara Cattaneo
La rassegna, come detto, sarà allestita in parte nelle sale al secondo piano di Palazzo delle Paure dove saranno esposte sculture di piccolo formato, ma anche i dipinti che appartengono alla giovinezza dell’artista quando ancora non aveva scelto definitivamente questo linguaggio. Nelle piazze XX Settembre e Cermenati saranno invece collocate le opere di maggiori dimensioni che per ingombro e peso non potevano certo trovare posto all’interno del museo. Basti pensare alla mole al monumento alle vittime sul lavoro che svetta al largo del Caleotto e che è la stele conosciuta da tutti i lecchesi, preso di mira un mese e mezzo fa dalla trasmissione satirica “Striscia la notizia”.
Alessio Gilardi
«Si tratta – ha spiegato Gilardi – di un'antologica che ci fa conoscere tutti gli aspetti del lavoro artistico di Pablo Atchugarry», che proprio in questo periodo nell’ormai lontano 1978 allestì la sua prima mostra in assoluto proprio nella nostra città, nella Galleria Visconti del compianto Romeo Pedroli, personaggio della vita culturale lecchese pressoché dimenticato e che pure meriterebbe un giusto ricordo.
Valeria Campagni
Allora, Atchugarry aveva 24 anni: alto, grandi mani, lunghi capelli e una folta barba nera, un inconfondibile accento ispanico, era venuto in Europa dall’Uruguay come tutti gli artisti del mondo per confrontarsi con le grandi svolte culturali. A Lecco arrivò grazie ai contatti con Carmen Lafranconi, giovane pittrice allora molto attiva in città e conosciuta un anno prima a Parigi. E da Lecco non si mosse più.
Pablo Atchugarry. Sotto, un paio di opere giovanili
Oggi, quasi mezzo secolo dopo, i capelli sono bianchi e cortissimi e la barba appena accennata, ma abita ancora nel vecchio nucleo del rione di San Giovanni dove all’epoca aveva il laboratorio poi trasferito in Brianza per ragioni di spazio. Metà dell’anno la trascorre in Italia, l’altra metà in Uruguay dove tra l’altro, come accennato, ha realizzato un grande museo della scultura mondiale, il “Maca”, nella località di Manantiales, a 150 chilometri dalla capitale Montevideo.
Due opere scultoree recenti
A raccontare questi 45 anni tra “Lecco e il mondo” è Valeria Campagni, insegnante in pensione e con un’esperienza alla Libera università dell’autobiografia di Anghiari in Toscana, un’associazione che si occupa di diffusione della memoria. Che è il motivo per cui è a lei che l’artista ha affidato le riflessioni e il racconto di una vita nell’intervista inserita nel catalogo della mostra lecchese.
D.C.