Una marcia che lasci un'impronta
Cara Leccoonline
Oggi torna la Marcia della Pace
È una brutta cosa (c’è ancora la guerra) e una bella risposta (alla guerra)
Ci saran senz'altro e inevitabilmente, diverse anime in marcia e, in un certo senso, per fortuna
Ma, come è successo per quella scorsa, non può esser limitata a spinta emotiva. Quest'anno, a differenza di quella precedente, almeno c'è nella sua convocazione il dire NO alla Guerra e alla vendita delle armi ai belligeranti
Collegato però alla non vendita delle armi ci dev'essere, esplicito, anche il no all'aumento delle spese militari.
Perché Marciare per la Pace è anche non aumentare la spesa militare
Oggi son ben 28 miliardi € l'anno.
76 milioni € al giorno, tutti i giorni. E dal 2001 al 2020 è cresciuta del 90%
Marciando lo si può chiedere ma è evidente che gli organizzatori han nomi e cognomi.
E le forze politiche, di governo e opposizione, da PD a Lega, da Sinistra a Fdi han votato Atti politici e amministrativi diversi, opposti.
Il passo della Mancia rischia di far dimenticare cose sostanziali: la loro posizione sulla guerra, collocandoci nell'area più oltranzista dello schieramento atlantista, il voto a favore dell'odg del Governo per l'invio di armi e la Delega al governo stesso per decidere quante e quali armi mandare senza ripassare dal Parlamento.
E le Istituzioni locali, in questi anni, tutt'oggi, anche quelle in Marcia nemmeno un Atto contro le guerre.
Dobbiamo, tutti, pretendere:
- Che entro 30 giorni ogni Comune aderente la Marcia approvi una mozione chiara contro la Guerra, l'invio di armi, l'aumento delle spese militari e, non ultimo, un cessate il fuoco
- Che Comuni e Tavola della Pace finanzino percorsi di pace e conoscenza in scuole e piazze, con più forme espressive e di divulgazione, con progetti chiari sulle guerre "dimenticate" a partire da quelle dove l'Italia fornisce armi e munizioni
- Che nello specifico si condanni, anche attraverso i propri Sindaci, le politiche di guerra nel Mediterraneo e sulla Rotta Balcanica contro migranti e richiedenti asilo. Perché questa guerra avviene, da anni, ogni giorno con ogni Governo
- Che per le attività Comunali non si accettino sponsor e relazioni, anche indirette, ad esclusione di quelle obbligatorie per Legge, da aziende e banche impegnate nelle Armi.
- Che disarmare, soccorrere e negoziare diventino le parole d’ordine e di pace a Lecco e ovunque altrimenti ho forte l’impressione che pur bella e colorata, la Marcia della Pace sia solo un movimento emotivo
Questa inerzia o sostegno dei/ai propri partiti alla Guerra, da parte di manifestanti, Sindaci e Politici rischia anche quest'anno di mostrare che questa Marcia è solo passeggiata e, forse, addirittura passerella
Oggi torna la Marcia della Pace
È una brutta cosa (c’è ancora la guerra) e una bella risposta (alla guerra)
Ci saran senz'altro e inevitabilmente, diverse anime in marcia e, in un certo senso, per fortuna
Ma, come è successo per quella scorsa, non può esser limitata a spinta emotiva. Quest'anno, a differenza di quella precedente, almeno c'è nella sua convocazione il dire NO alla Guerra e alla vendita delle armi ai belligeranti
Collegato però alla non vendita delle armi ci dev'essere, esplicito, anche il no all'aumento delle spese militari.
Perché Marciare per la Pace è anche non aumentare la spesa militare
Oggi son ben 28 miliardi € l'anno.
76 milioni € al giorno, tutti i giorni. E dal 2001 al 2020 è cresciuta del 90%
Marciando lo si può chiedere ma è evidente che gli organizzatori han nomi e cognomi.
E le forze politiche, di governo e opposizione, da PD a Lega, da Sinistra a Fdi han votato Atti politici e amministrativi diversi, opposti.
Il passo della Mancia rischia di far dimenticare cose sostanziali: la loro posizione sulla guerra, collocandoci nell'area più oltranzista dello schieramento atlantista, il voto a favore dell'odg del Governo per l'invio di armi e la Delega al governo stesso per decidere quante e quali armi mandare senza ripassare dal Parlamento.
E le Istituzioni locali, in questi anni, tutt'oggi, anche quelle in Marcia nemmeno un Atto contro le guerre.
Dobbiamo, tutti, pretendere:
- Che entro 30 giorni ogni Comune aderente la Marcia approvi una mozione chiara contro la Guerra, l'invio di armi, l'aumento delle spese militari e, non ultimo, un cessate il fuoco
- Che Comuni e Tavola della Pace finanzino percorsi di pace e conoscenza in scuole e piazze, con più forme espressive e di divulgazione, con progetti chiari sulle guerre "dimenticate" a partire da quelle dove l'Italia fornisce armi e munizioni
- Che nello specifico si condanni, anche attraverso i propri Sindaci, le politiche di guerra nel Mediterraneo e sulla Rotta Balcanica contro migranti e richiedenti asilo. Perché questa guerra avviene, da anni, ogni giorno con ogni Governo
- Che per le attività Comunali non si accettino sponsor e relazioni, anche indirette, ad esclusione di quelle obbligatorie per Legge, da aziende e banche impegnate nelle Armi.
- Che disarmare, soccorrere e negoziare diventino le parole d’ordine e di pace a Lecco e ovunque altrimenti ho forte l’impressione che pur bella e colorata, la Marcia della Pace sia solo un movimento emotivo
Questa inerzia o sostegno dei/ai propri partiti alla Guerra, da parte di manifestanti, Sindaci e Politici rischia anche quest'anno di mostrare che questa Marcia è solo passeggiata e, forse, addirittura passerella
Paolo Trezzi