Lecco: la 'Prima Vera Festa di Rancio' anima il rione con mercatini e attività
Il piccolo, piccolissimo mercatino dell'usato nel giardinetto del bar Sole a sbalzo sul Gerenzone e dove trovi la maglietta "Resegonia" che chissà chi se l'è inventata scimmiottando un celebre marchio. E poi il mercatino che è giù un mercatone ed è quello di Tino e Peppo dell'Operazione Mato Grosso. E il Gerenzone, ancora, a tenere banco all'Otolab di Rancio.
La "Prima Vera Festa di Rancio" diventata anche "un poco più in là" per via degli sconfinamenti ormai consolidati nel tempo, anima questo fine settimana nei quartieri dell'alto corso del Gerenzone, il fiume storico dell'industrializzazione lecchese diventato ormai un mito e anche oggetto del desiderio pensando alla sua riqualificazione e a un futuro addirittura turistica con progetti elaborati addirittura in America.
Se ne dà conto appunto all'Otolab dove sono allestite, nella maniera un po' "hippie" alla quale la struttura ci ha ormai abituato, due mostre dedicate proprio alla riqualificazione del torrente ormai più famoso della città. Una presenta i progetti accademici curati da Giuliana Iannaccone del Politecnico di Milano e da Eugenia Victoria Ellis della Drexed University di Philadelphia negli Stati Uniti. Una seconda è invece la tesi di laurea magistrale discussa dal lecchese Paolo Colombo al termine di un corso interateneo di progettazione delle aree verdi e del paesaggio che ha coinvolto le università di Genova, Torino e Milano. Tesi presentata nell'anno accademico 2021-2022 con relatrice la professoressa Francesca Mazzino e correlatore l'ingegner Arturo Montanelli. Nella tesi vengono appunto elaborate alcune proposte di recupero dei quartieri attraversati dal Gerenzone, da San Giovanni a Laorca conciliando le esigenze della vita d'oggi con la conservazione della memoria.
Il tocco poetico è invece dato dalle fotografie di Oscar Melgrati: particolari dei rioni dell'alto corso del torrente dalla suggestiva coloritura ramata a richiamare l'anima della metallurgia e, tutto sommato, il colore dell'acqua del Gerenzone fino a qualche decennio fa quando le officine lungo il suo tracciato funzionavano a pieno regime.
E' invece più che azzurra l'acqua del Gerenzone "disegnato" con una serie di bicchieri al piano superiore dove la mostra è quella ideata da Giuseppe Villa e realizzata con i bambini dell'asilo nido "Rosabosco" e della scuola materna Mazzuccconi di Rancio. I quali bambini hanno anche imbottigliato l'acqua del Gerenzone "spacciandolo" come fragranza: "Parfum de Gerenzon". Lungo quasi come il Gerenzone il titolo della mostra a richiamare i progetti precedenti e legati a quello che ormai è quasi un logo a riprender le parole dell'alpinista Carlo Mauri: "Siamo nati (e cresciuti) in un giardino polveroso ‘in salita'. Capitolo IV. Su questo pianeta chiamato Terra/Anche se come noi è (quasi) soltanto acqua".
E nel pomeriggio di ieri, l'Officina Gerenzone ha proposto un trekking lungo il corso del torrente partito da via Campovai a Laorca per concludersi al circolo Pio X di Rancio con l'esibizione della banda musicale "Brivio". Nel tardo pomeriggio, alla libreria "Parole nel tempo" di San Giovanni, invece, Franco Minonzio ha parlato di bachi da seta, uomini di ingegno e Antonio Ghislanzoni.
Intanto al laboratorio "Il falegnomo" riflettori su oggetti d'arte e artigianato con l'esposizione di quadri e sculture di Gianpietro Spandri e Giorgio Riva, le ceramiche artistiche di Manuela Panzeri, le sculture lignee di Marco Motetta detto "ul barba".
Domani, domenica 30, si continua. Tra le altre cose, in mattinata è in programma la visita guidata alla chiesa di San Carlo in Castione e alla parrocchiale di San Giovanni a cura della Filarmonica "Giuseppe Verdi" con accompagnatori Francesco d'Alessio e Umberto Calvi del Fai.
D.C.