Lecco, diritto all'abitare: dagli affitti brevi alle nuove vulnerabilità, le sfide del prossimo triennio
Michela Maggi
Elementi, questi, che delineano alcune linee di lavoro che vanno della direzione di allargare la platea di chi è coinvolto nelle politiche abitative, di acquisire competenze nuove, di trovare incentivi innovativi per le nuove vulnerabilità. Per arrivare a questo quadro, fondamentale è stato il lavoro di analisi portato avanti con il supporto di KCity Rigenerazione urbana e illustrato da Nicla Dattomo: “Quello lecchese è un sistema territoriale molto denso ma non omogeneo con delle dinamiche socio-demografiche che ci dicono come le criticità esistenti potrebbero allargarsi nei prossimi anni e portare bisogni nuovi”. Un esempio è quello del dato dell’utilizzo delle abitazione private a scopo turistico che nel Comune di Lecco tra il 2015 e il 2018 è aumentato del 386%, sottraendo all’uso abitativo delle case che prima erano destinate alla locazione, in particolare nel centro storico.
Un altro elemento di attenzione è costituito dal sistema di offerta che oltre a essere concentrato in particolare in alcuni dei Comune dell’Ambito, ha delle criticità per quanto riguarda la manutenzione e l’integrazione di modelli più adatti per quanto riguarda i casi di emergenza e lo sviluppo di percorsi di autonomia. L’analisi ha mostrato anche che nel territorio il privato sociale svolge un ruolo specifico nel costruire e gestire parte dell’offerta abitativa, e che la governance è gestita secondo un modello originale di collaborazione tra soggetti pubblici e privato sociale che però dovrà adattarsi dal punto di vista delle strutture e dei modelli, della cooperazione e dello sviluppo di competenze. “Il territorio già lavora bene ma bisogna concentrarsi sul tentativo di sviluppare un’offerta complementare a quella tradizionale dei servizi abitativi pubblici, sviluppando servizi specifici per le esigenze transitorie, superando alcuni ostacoli al canone concordato, portando avanti un confronto col territorio che metta al centro il tema dell’abitare” ha concluso Dattomo.
Sfide che l’assessore al Welfare Emanuele Manzoni intende affrontare: “Stiamo assistendo ad un ampliamento dei bisogni rispetto a quelli che conoscevamo, in particolare quelli della cosiddetta fascia grigia e c’è un aumento della locazione breve rivolta a turisti e studenti. Nello stesso tempo a Lecco abbiamo 127 immobili ogni 100 nuclei famigliari, quindi non c’è una carenza di case ma semmai un’esigenza di rigenerazione, dobbiamo fare in modo che tutti gli immobili siano effettivamente disponibili. C’è poi il tema della solitudine: in città ci sono 8mila famiglie su 22mila con un solo componente, un elemento che incide sul reddito e sulla capacità di accedere ad altri servizi, di essere in relazione con la comunità. È quindi necessario rafforzare un dialogo col territorio per coinvolgere soggetti diversi e anche rafforzare il dialogo con altre aree strategiche dell’amministrazione come il patrimonio e l’urbanistica”.
Durante il dibattito con i commissari, diversi gli spunti emersi. In primo luogo i giovani: “Dobbiamo fare in modo che i giovani lecchesi possano comprare una casa - ha sottolineato Paolo Galli di Ambientalmente - e questo ci porta a interrogarci sul tipo di edilizia che vogliamo per la nostra città, che non è quella da 4/5mila euro al metro quadrato e su quale ruolo può avere il Comune”. Il suggerimento del dem Antonio Pattarini è quello di puntare sulle aziende di piccole dimensioni per dare ossigeno al circolo virtuoso tra casa e lavoro che Lecco ha vissuto in passato.
Un secondo punto di attenzione sollevato da Stefano Parolari della Lega è l’impoverimento della società: “La ricchezza della città negli ultimi 20 anni si è costruita sulla deflazione salariale e sul taglio degli stipendi, da qui i problemi che ci ritroviamo oggi con redditi bassi, redditi dei turisti mediamente più alti e una situazione regolamentatrice che gli agevola affitti brevi".
M.V.