La politica lasci agli storici la valutazione del passato e si occupi delle sfide dell'oggi, ricordando il Movimento popolare per i cattolici

Nel 1977 la cooperativa Unità di Transizione “Lecco uno” pubblicava questo volume dedicato ai cattolici nella resistenza. Vi si possono leggere testimonianze  e trovare documentazione di una presenza troppo spesso sottovalutata dalla narrazione prevalente. Materiali raccolti da Aloisio Bonfanti, mentre il volume poteva giovarsi della copertina disegnata da Giuliana Panzeri e alcune delle immagini sono di Stefano Bonaiti: due giovanissimi che collaborarono in quegli anni con le attività della cooperativa, prematuramente scomparsi.
L’idea del libro era maturata a seguito di un importante avvenimento maturato nell’anno precedente: alla città di Lecco, nell’ambito delle celebrazioni legate al trentennale della Resistenza (1975) era stata attribuita la Medaglia d’argento che sarebbe stata consegnata in una cerimonia pubblica il 16 marzo 1976, alla presenza dell’allora presidente della Camera Sandro Pertini, e che si sarebbe tenuta allo Stadio Rigamonti dopo un corteo che avrebbe attraversato la città.
Sono quelli anni piuttosto complicati per il nostro paese, il clima politico è delicato perché c’è una concorrenza forte della sinistra verso la Democrazia Cristiana e i partiti centristi che le sono alleati, il clima culturale sta cambiando in profondità come attesta il risultato del referendum sul divorzio, il clima sociale è teso con una forte presenza di movimenti extraparlamentari e non mancano i primi attentati terroristici.

In questo contesto la presenza pubblica di cattolici è fortemente messa in discussione: a Milano, ad esempio, vengono contestati nelle manifestazioni del primo maggio e in quelle stesse del 25 aprile viene criticata e a volte impedita la partecipazione ai cortei di forze non di sinistra (come ad esempio la Brigata Ebraica) e alcune presenze sono rese possibili solo dal robusto servizio d’ordine dei sindacati, in quel tempo ancora molto forti e organizzati.
L’occasione del corteo per la medaglia fornì la motivazione per una testimonianza forte del ruolo svolto dal mondo cattolico negli anni cruciali della resistenza in un territorio profondamente segnato dalla presenza della comunità cristiana nei diversi paesi.
Fu anche l’occasione in cui il nascente Movimento Popolare mosse i primi passi, coinvolgendo le diverse presenze cattoliche della città e del territorio  riannodando il filo di importanti testimonianze della recente lotta di liberazione.                        
Come si può notare dagli striscioni i partecipanti portano nel corteo le immagini di don Giovanni Ticozzi, presidente del Comitato di liberazione di Lecco: di Giancarlo Puecher (prima medaglia d’oro della resistenza); di Teresio Olivelli, del gruppo de Il Ribelle e martire in campo di concentramento: di Celestino Ferrario animatore Aclista e primo parlamentare repubblicano  del territorio.
Anche in questo caso la partecipazione fu contestata da un gruppo di estremisti della galassia extraparlamentare (peraltro zittiti da Pertini allo stadio) ma questa presenza suscitò anche grande sorpresa perché rompeva un clima in cui sembrava inevitabile potesse dominare soltanto una ideologia di parte.

Per questo si decise di raccogliere una documentazione che attestasse il contributo importante, e in qualche caso decisivo, dato alla resistenza dalla trama di rapporti e solidarietà del territorio lecchese oltre che dal sacrificio di molti caduti sul campo.
Oggi che siamo prossimi agli ottant’anni di distanza sembra che certi fantasmi vogliano ritornare, riutilizzando questo anniversario per dividere il paese piuttosto che celebrare una data che chiude un periodo difficile e controverso la cui valutazione tocca ora agli storici piuttosto che alla politica. Quest’ultima, tra l’altro, farebbe meglio ad occuparsi delle sfide drammatiche che la situazione internazionale ci apparecchia ogni giorno e che prospettano anni di gravi difficoltà e conflitti.
Resta ancora da dire che fu solo la nascita e l’attività sociale politica del Movimento Popolare a stimolare e rappresentare in quegli anni difficili una presenza cattolica non subordinata ad altre ideologie ma capace di trarre dalla sua ricca storia la capacità di affrontare le nuove sfide.
Giulio Boscagli
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