Lecco: ‘Il diritto alla cura è il diritto alla vita’, in biblioteca presentato il libro di Gino Strada
“La medicina come strumento di realizzazione del diritto più fondamentale di tutti: vivere”. Lilia Marcullli ha letto queste parole con voce ferma e calma. Parole pesanti come pietre tratte dall’ultimo libro di Gino Strada, intitolato “Una persona alla volta” ed edito da Feltrinelli. Il testo è stato presentato giovedì sera presso la biblioteca civica U.Pozzoli.
Simona Piazza
Voluta dal gruppo Emergency Lecco – Merate, la serata ha visto la giornalista Paola Ciccioli dialogare con il volontario Matteo Giuffrida a proposito dei principi che hanno guidato Gino Strada nei venticinque anni trascorsi in territori devastati da guerre e povertà. “Una volta l’ho incontrato in via Cesare Correnti a Milano. Era in ciabatte, disordinato. Mi è sembrato disperso nei suoi pensieri. Era chiaramente una persona consumata dal dare” ha esordito Ciccioli.Paola Ciccioli
“Gino Strada parte dall’assunto che la salute è un diritto e come tale nessuno deve pagare per beneficiarne. Con il tempo, la sua idea di cura si è evoluta” ha aggiunto Matteo Giuffrida. “In Iraq all’ospedale è stato affiancato un centro per riabilitazione in cui si rimettevano in piedi le persone appena operate. Emergency ha anche aiutato gli invalidi ad imparare un nuovo lavoro. Il diritto alla cura è il diritto alla vita”.Lilia Marculli
Dopo ogni scambio di battute tra i due relatori, l’attrice Lilia Marculli ha accompagnato i presenti tra le pagine di un testo che di fatto riassume e conclude l’epopea di Gino Strada, ma non quella di Emergency fortunatamente. Un testo in cui sono raccontate una lunga serie di utopie trasformate in realtà con la sola forza di volontà e l’attaccamento spasmodico agli ideali di pace e uguaglianza. “Dissero che aprire una corsia per le partorienti nell’ospedale di Emergency nella valle del Panshir in Afghanistan sarebbe stato inutile perché le donne mussulmane preferiscono partorire in casa. Dopo alcuni mesi, siamo arrivati a 500 parti al mese e ciò ci ha costretto ad aprire un secondo padiglione” ha spiegato ancora Giuffrida. “Lo stesso vale per la cardiochirurgia in Africa. Secondo gli ultimi conteggi, il nostro ospedale in Sudan ha curato gratuitamente persone provenienti da trenta Paesi diversi, anche dall’Asia. Esportando all’estero queste eccellenze non è stato solo colmando un vuoto nell’assistenza sanitaria dei paesi ospitanti ma è stato anche rivoluzionato il modo di vivere lì”.Matteo Giuffrida
Un impegno nella medicina umanitaria che va di pari passo con la feroce lotta di Gino Strada contro la guerra. “La parola guerra rimbomba nelle nostre case fino a perdere la sua tragicità. Se ci concentriamo su questo libro riusciamo a cogliere l’assurdità della guerra. Secondo Strada, bisognerebbe abolire il conflitto armato come mezzo di risoluzione delle controversie” ha evidenziato Paola Ciccioli. “Gino Strada immaginava un mondo senza guerra, un mondo dove non si producono più armi. È un’utopia fino ad un certo punto. Nell’America degli anni Cinquanta chi mai avrebbe potuto immaginare un Presidente nero?” ha aggiunto Giuffrida.
A.Bes.