Il Prefetto si appella a comuni e territorio: servono spazi per i richiedenti asilo destinati al lecchese
La Prefettura si appella ai lecchesi. Servono nuovi spazi (anche provvissori) per ospitare i migranti destinati al nostro territorio. Nel primo trimestre del 2023 sono stati inviati in Provincia di Lecco ulteriori 158 richiedenti asilo, 120 in più rispetto all’analogo periodo del 2022, a fronte di oltre 27.000 “sbarchi” sul territorio nazionale contro i 6.832 dell’anno precedente. Di seguito la missiva attraverso la quale, spiegando la situazione, il dottor Sergio Pomponio chiede risposte, in primis agli amministrazioni locali, ma non solo.
Come ampiamente noto, negli ultimi mesi, con frequenza sempre maggiore, si sono registrati consistenti arrivi di migranti sul territorio nazionale, sia a seguito delle attività di soccorso in mare, che con sbarchi autonomi sulle coste del Mediterraneo, ovvero attraverso le frontiere terrestri.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno sul proprio sito istituzionale ed aggiornati quotidianamente, nel solo primo trimestre del 2023 i nuovi arrivi sono stati 27.663, di cui circa 3000 minori non accompagnati, mentre nel corrispondente periodo dell’anno precedente ammontarono a 6832.
E’ altrettanto noto che gli stranieri richiedenti protezione internazionale vengono progressivamente trasferiti dalle località di sbarco e di ingresso sul territorio nazionale in tutte le altre regioni e, quindi, nelle singole province, dove devono trovare accoglienza in attesa che si completino le procedure per la verifica dei requisiti per il riconoscimento dell’asilo.
In particolare, a questa provincia sono stati assegnati, nel primo trimestre del 2023, 158 migranti, ben 120 in più dell’analogo periodo del 2022, che sono andati dunque ad aumentare le presenze complessive, che ormai sfiorano le 500 unità.
Nel territorio lecchese, il sistema dell’accoglienza nei centri straordinari che fa capo alla Prefettura ed è gestito da operatori economici di cui all’art. 3 lett. b) del codice dei contratti pubblici, è organizzato a seguito di procedimenti di gara ad evidenza pubblica – quelle in corso di esecuzione erano state avviate nel 2021 e si erano concluse con l’aggiudicazione di 361 posti complessivi a fronte di un fabbisogno stimato in 670 posti - alle quali avevano risposto quattro gestori.
L’acuirsi dell’esigenza di accogliere nuovi stranieri richiedenti protezione, ha, però, richiesto fin dalla seconda metà del 2022 un incremento significativo delle disponibilità alloggiative, mediante ampliamenti contrattuali ed atti aggiuntivi, ovvero ricorrendo all’applicazione del cd. “quinto d’obbligo” (ai sensi dell’art. 106, commi 2 e 12, del Codice dei Contratti Pubblici, D. Lvo n. 50/2016). Ciò non bastando a soddisfare il mutato quadro emergenziale, questa Prefettura ha dovuto avviare ulteriori procedure esplorative, ossia manifestazioni d’interesse, finalizzate ad individuare altri operatori economici per l’affidamento dei servizi di gestione dei centri di accoglienza, pubblicate in data 15 marzo e 2 novembre 2022, nonché, da ultimo, il 7 marzo 2023, tutte però risultate prive di qualsiasi risposta.
Ne consegue che, mentre si va infittendo il ritmo degli arrivi di nuovi richiedenti asilo (38 in gennaio, 39 in febbraio, 81 a marzo), l’attuale sistema dell’accoglienza è ormai prossimo alla saturazione delle strutture, tenuto conto degli ampliamenti già effettuati, che lo hanno portato ad una capacità oscillante tra 475 e 495 posti letto.
Sebbene questa Prefettura abbia sempre tentato di assicurare, nell’allocazione dei richiedenti, beneficiari dell’accoglienza, la migliore sistemazione possibile, allo scopo di evitare situazioni di eccessiva concentrazione, è, però, accaduto che gli alloggi collettivi - nei quali si registrano le presenze più numerose - siano situati ad Airuno, Ballabio, Cremeno e Malgrate, mentre gli appartamenti (singole unità abitative anche collocate all’interno di un medesimo stabile) si rinvengano a Calolziocorte, Castello di Brianza, Civate, Colico, Dorio, Lecco. Oggiono, Olginate, Valmadrera ed ancora Ballabio. Tuttavia, i soli Comuni di Airuno, Ballabio, Colico, Cremeno, Malgrate e Olginate ospitano, talvolta in più strutture, un numero di richiedenti asilo complessivamente superiore alle 25 unità, mentre oltre 70 Comuni non sono coinvolti dalle problematiche dell’accoglienza in centri straordinari.
Nella consapevolezza dell’assoluta improcrastinabilità di individuare ulteriori soluzioni alloggiative che, anche in provincia di Lecco, possano rivelarsi idonee a soddisfare nell’immediato l’esigenza ineludibile di accogliere, anche solo temporaneamente, le persone richiedenti protezione internazionale, nel rispetto della dignità dei beneficiari e all’interno di strutture che soddisfino i requisiti di capacità ed igienico-sanitari, questa Prefettura ha convocato già da alcune settimane tavoli dedicati di confronto sia con i Sindaci dei comuni più popolosi, sia con i rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo, nonché con gli Enti e le Istituzioni che compongono il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione.
Tuttavia, sebbene siano già trascorse alcune settimane dalle prime interlocuzioni, non sono stati ancora segnalati a questo Ufficio edifici pubblici inutilizzati o dismessi dalla loro funzione originaria (quali ad esempio appartamenti, istituti scolastici, palestre o strutture sportive, alloggi collettivi e simili) da inserire nel circuito dell’accoglienza, anche solo temporaneamente, eventualmente previa cessione alla Prefettura in comodato d’uso gratuito, a condizione ovviamente che le strutture siano agibili ed idonee, in termini di sicurezza e salubrità degli ambienti, ad alloggiare le persone.
Poiché il territorio, le istituzioni pubbliche ed il mondo dell’associazionismo e del volontariato lecchese hanno fornito ampia dimostrazione di spirito solidaristico, senso di condivisione delle problematiche sociali poste dai fenomeni migratori e capacità di attuare con sollecitudine soluzioni rapide ed efficaci in occasione dell’accoglienza dei profughi ucraini, si confida in sensibilità ed attenzione analoghe.
Si prega, pertanto, di individuare edifici o strutture di proprietà o in disponibilità situate nei rispettivi territori che, presentando le caratteristiche descritte, possano essere utilizzate per l’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, segnalandoli a questa Prefettura con ogni consentita urgenza e, comunque, fornendo risposta, anche negativa, entro il prossimo 30 aprile.
Analoga richiesta si rivolge agli Enti, alle Istituzioni ed alle Associazioni o Fondazioni componenti del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, per quanto nelle loro disponibilità o comunque per la segnalazione di utili spunti solutivi.
Si ringrazia per la consueta, preziosa, collaborazione.
Il Prefetto Sergio Pomponio
Secondo i dati pubblicati dal Ministero dell’Interno sul proprio sito istituzionale ed aggiornati quotidianamente, nel solo primo trimestre del 2023 i nuovi arrivi sono stati 27.663, di cui circa 3000 minori non accompagnati, mentre nel corrispondente periodo dell’anno precedente ammontarono a 6832.
E’ altrettanto noto che gli stranieri richiedenti protezione internazionale vengono progressivamente trasferiti dalle località di sbarco e di ingresso sul territorio nazionale in tutte le altre regioni e, quindi, nelle singole province, dove devono trovare accoglienza in attesa che si completino le procedure per la verifica dei requisiti per il riconoscimento dell’asilo.
In particolare, a questa provincia sono stati assegnati, nel primo trimestre del 2023, 158 migranti, ben 120 in più dell’analogo periodo del 2022, che sono andati dunque ad aumentare le presenze complessive, che ormai sfiorano le 500 unità.
Nel territorio lecchese, il sistema dell’accoglienza nei centri straordinari che fa capo alla Prefettura ed è gestito da operatori economici di cui all’art. 3 lett. b) del codice dei contratti pubblici, è organizzato a seguito di procedimenti di gara ad evidenza pubblica – quelle in corso di esecuzione erano state avviate nel 2021 e si erano concluse con l’aggiudicazione di 361 posti complessivi a fronte di un fabbisogno stimato in 670 posti - alle quali avevano risposto quattro gestori.
L’acuirsi dell’esigenza di accogliere nuovi stranieri richiedenti protezione, ha, però, richiesto fin dalla seconda metà del 2022 un incremento significativo delle disponibilità alloggiative, mediante ampliamenti contrattuali ed atti aggiuntivi, ovvero ricorrendo all’applicazione del cd. “quinto d’obbligo” (ai sensi dell’art. 106, commi 2 e 12, del Codice dei Contratti Pubblici, D. Lvo n. 50/2016). Ciò non bastando a soddisfare il mutato quadro emergenziale, questa Prefettura ha dovuto avviare ulteriori procedure esplorative, ossia manifestazioni d’interesse, finalizzate ad individuare altri operatori economici per l’affidamento dei servizi di gestione dei centri di accoglienza, pubblicate in data 15 marzo e 2 novembre 2022, nonché, da ultimo, il 7 marzo 2023, tutte però risultate prive di qualsiasi risposta.
Ne consegue che, mentre si va infittendo il ritmo degli arrivi di nuovi richiedenti asilo (38 in gennaio, 39 in febbraio, 81 a marzo), l’attuale sistema dell’accoglienza è ormai prossimo alla saturazione delle strutture, tenuto conto degli ampliamenti già effettuati, che lo hanno portato ad una capacità oscillante tra 475 e 495 posti letto.
Sebbene questa Prefettura abbia sempre tentato di assicurare, nell’allocazione dei richiedenti, beneficiari dell’accoglienza, la migliore sistemazione possibile, allo scopo di evitare situazioni di eccessiva concentrazione, è, però, accaduto che gli alloggi collettivi - nei quali si registrano le presenze più numerose - siano situati ad Airuno, Ballabio, Cremeno e Malgrate, mentre gli appartamenti (singole unità abitative anche collocate all’interno di un medesimo stabile) si rinvengano a Calolziocorte, Castello di Brianza, Civate, Colico, Dorio, Lecco. Oggiono, Olginate, Valmadrera ed ancora Ballabio. Tuttavia, i soli Comuni di Airuno, Ballabio, Colico, Cremeno, Malgrate e Olginate ospitano, talvolta in più strutture, un numero di richiedenti asilo complessivamente superiore alle 25 unità, mentre oltre 70 Comuni non sono coinvolti dalle problematiche dell’accoglienza in centri straordinari.
Nella consapevolezza dell’assoluta improcrastinabilità di individuare ulteriori soluzioni alloggiative che, anche in provincia di Lecco, possano rivelarsi idonee a soddisfare nell’immediato l’esigenza ineludibile di accogliere, anche solo temporaneamente, le persone richiedenti protezione internazionale, nel rispetto della dignità dei beneficiari e all’interno di strutture che soddisfino i requisiti di capacità ed igienico-sanitari, questa Prefettura ha convocato già da alcune settimane tavoli dedicati di confronto sia con i Sindaci dei comuni più popolosi, sia con i rappresentanti del volontariato e dell’associazionismo, nonché con gli Enti e le Istituzioni che compongono il Consiglio Territoriale per l’Immigrazione.
Tuttavia, sebbene siano già trascorse alcune settimane dalle prime interlocuzioni, non sono stati ancora segnalati a questo Ufficio edifici pubblici inutilizzati o dismessi dalla loro funzione originaria (quali ad esempio appartamenti, istituti scolastici, palestre o strutture sportive, alloggi collettivi e simili) da inserire nel circuito dell’accoglienza, anche solo temporaneamente, eventualmente previa cessione alla Prefettura in comodato d’uso gratuito, a condizione ovviamente che le strutture siano agibili ed idonee, in termini di sicurezza e salubrità degli ambienti, ad alloggiare le persone.
Poiché il territorio, le istituzioni pubbliche ed il mondo dell’associazionismo e del volontariato lecchese hanno fornito ampia dimostrazione di spirito solidaristico, senso di condivisione delle problematiche sociali poste dai fenomeni migratori e capacità di attuare con sollecitudine soluzioni rapide ed efficaci in occasione dell’accoglienza dei profughi ucraini, si confida in sensibilità ed attenzione analoghe.
Si prega, pertanto, di individuare edifici o strutture di proprietà o in disponibilità situate nei rispettivi territori che, presentando le caratteristiche descritte, possano essere utilizzate per l’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti protezione internazionale, segnalandoli a questa Prefettura con ogni consentita urgenza e, comunque, fornendo risposta, anche negativa, entro il prossimo 30 aprile.
Analoga richiesta si rivolge agli Enti, alle Istituzioni ed alle Associazioni o Fondazioni componenti del Consiglio Territoriale per l’Immigrazione, per quanto nelle loro disponibilità o comunque per la segnalazione di utili spunti solutivi.
Si ringrazia per la consueta, preziosa, collaborazione.
Il Prefetto
Sergio Pomponio
Sergio Pomponio