In Provincia di Lecco sono 14.841 i donatori AVIS, in lieve aumento. 4.712 sono under 35
Avis lecchese più che in buona salute. Donazioni e donatori di sangue in aumento anche se leggero, «ma di questi tempi non si può che essere soddisfatti». Perché sono dati che consolidano posizioni di primato a livello nazionale che l’Avis provinciale aveva già conquistato negli anni scorsi. E considerato che in realtà i donatori potrebbero essere molti di più se i centri trasfusionali degli ospedali di Lecco e Merate fossero in grado di accoglierli. Basti un dato: ogni giorno l’Avis lecchese presenta alla visita d’idoneità alla donazione cinque aspiranti al Manzoni e due o tre al Mandic: significa un migliaio all’anno per Lecco e poco più della metà per Merate. Con una lista di attesa, tra richiesta ed effettuazione della visita, che si attesta sui due mesi perché anche su questo fronte la carenza di personale medico e infermieristico delle strutture ospedaliere comporta inevitabili rallentamenti.
Il presidente Bruno Manzini
E’ il presidente Bruno Manzini a presentare i numeri sull’attività dell’associazione provinciale che il prossimo sabato terrà l’assemblea ei soci nell’auditorium della Casa dell’economia in viale Tonale.I soci iscritti all’associazione provinciale, articolata in 18 sezioni comunali, sono 15.071, dei quali 14.841 donatori con un aumento di un centinaio di unità rispetto ai 14.740 dell’anno precedente; sono 230 i soci cosiddetti collaboratori, che restano iscritti pur non potendo più donare sangue avendo superato i limiti di età. Nel corso del 2022 i nuovi soci donatori sono stati 1172, confermando quindi il trend in costante aumento anche negli anni di pandemia quando peraltro la sensibilizzazione aumenta come avviene nelle situazioni di forte emergenza sanitaria, quando l’attenzione delle persone è particolarmente sollecitata.
Proprio in virtù di questi numeri, l’Avis provinciale lecchese fa registrare 44 donatori ogni mille abitanti, quasi il doppio di quanto avviene nel resto della Lombardia (25 donatori) che già superiore al dato nazionale (21 donatori). Per non parlare delle donazioni di sangue: nel Lecchese sono 85 ogni mille abitanti contro le 47 lombarde e le 33 nazionali. In calo il trend dell’indice di donazioni per singolo donatore (1,95 donazioni all’anno quando fino al 2010 si superavano le 2 con un picco di 2,29 nel 2010), ma si tratta di un dato da leggere in positivo, perché tale calo è proprio legato all’aumento dei soci disponibili.E considerato appunto che le strutture sanitarie sulle quali si appoggia l’Avis sono al limite e non possono raccogliere più di quanto già fanno appunto per il problema di personale. Con un proprio contributo finanziario, peraltro, l’Avis provinciale già da tempo garantisce che ai normali orari di funzionamento del centro prelievi (tutte le mattine da lunedì a venerdì, l’aggiunta del pomeriggio di ogni venerdì e di due sabati mattina al mese). Va inoltre ricordato che anche il sangue offerto dai donatori ha una scadenza: una quarantina di giorni, dopo di che non è più utilizzabile e va gettato. Ne consegue dunque che la stessa attività di donazione deve essere tarata sulla richiesta proveniente dalla rete sanitaria.
Sotto questo aspetto, l’Avis lecchese garantisce la completa autosufficienza degli ospedali del territorio e va anzi a rafforzare le forniture si quelli lombardi. Su 28mila donazioni da parte dei lecchesi, sono 13mila quelle che restano tra Lecco e Merate, mentre le altre 15mila vanno in altre strutture della regione.
Più critico, l’aspetto della raccolta del plasma, per il quale siamo ancora al di sotto del fabbisogno. Anche in questo caso per la carenza di personale delle strutture sanitarie. Donare il sangue intero (a ogni donatore ne vengono prelevati 450 grammi) richiede una seduta di 10 minuti. Per il plasma, la procedura è differente: viene trattenuta solo la parte liquida del sangue (circa 700 grammi per prelievo) e le altre componenti vengono rimesse in vena: un’operazione che richiede una seduta di circa un’ora.
Tornando ai numeri, altro dato soddisfacente indicato da Manzini è quello della componente giovanile: sono 4712 i donatori tra i 18 e i 35 anni e ciò consente all’associazione di poter contare su un buon bacino per i prossimi anni e su un turn-over positivo. Il maggior numero di donatori è comunque quello tra i 46 e i 55 anni di età (4359), mentre i giovani tra i 18 e i 25 anni sono 1604 e ci sono anche tre donatori over 65 che, nonostante l’età, presentano caratteristiche fisiche e sanitarie invidiabili. Sostanzialmente stabile anche il rapporto tra maschi (62%) e femmine (38%). In quanto alle sezioni comunali, le più forte sono naturalmente quelle più popolose per numero di abitanti e anche per numero di paesi che vi fanno riferimento: Lecco ($010 soci per 7305 donazioni), Merate (2612 per 5410), Bellano (1621 per 3326) e Valmadrera (1032 per 1802).
In quanto ai conti economici, il bilancio dell’associazione – che l’assemblea di sabato è chiamata ad approvare – si chiude in utile. Con un avanzo di esercizio di8mila euro su un giro finanziario complessivo di 98mila.
D.C.