San Giovanni: addio a Francesca, giovane mamma di appena 48 anni. 'Oggi germoglia una nuova vita'
"Proprio ora germoglia". È sbocciata una nuova vita questa mattina nella Chiesa Parrocchiale di San Giovanni. Non una vita terrena ma una vita celeste, che in questo primo giorno di primavera chiede di contemplarla in un modo diverso, proprio come si fa di fronte a una (ri)nascita.
Francesca De Stefani
È questa l'immagine che don Roberto ha scelto per raccontare la "partenza" dal nostro mondo della sorella Francesca De Stefani in Cattaneo, giovane donna e mamma scomparsa nei giorni scorsi ad appena 48 anni dopo una malattia "che l'ha portata via tanto in fretta da spingere molti a chiedere che cosa si fossero persi, come fosse possibile un addio tanto veloce".
Residente da tempo a Ballabio insieme al marito e al figlio ancora giovanissimo, Francesca era nata e cresciuta proprio nel rione lecchese: la chiesa in piazza Felice Cavallotti che quest'oggi ne ha ospitato le esequie - strazianti e molto partecipate - aveva fatto da cornice a molti dei momenti più importanti della sua breve ma intensa vita, tra cui il matrimonio e il battesimo del suo bambino.
"Avevamo proprio bisogno di riunirci qui con calma, con l'acqua che ci porta un racconto di benedizione dentro un pianto che ci sarà, ma non sarà mai disperato, in un giardino fiorito che ci racconta un'apertura, non una chiusura" ha esordito don Roberto facendo subito riferimento al germoglio finemente tratteggiato sui cartoncini color panna distribuiti ai numerosi presenti per guidare una preghiera silenziosa e composta, accompagnata da una musica altrettanto lieve e delicata come il simbolico abbraccio che ha avvolto i famigliari, gli amici e tutte le persone più care a Francesca. "A qualcuno potrebbe venire spontaneo chiedersi "perché così giovane, perché il Signore prende i buoni e lascia i cattivi, dov'è Lui?", ma il racconto che abbiamo è un altro, ancora più intenso. Perché Dio pensa meglio di noi, Dio è quello che ci viene in soccorso. Francesca è già all'opera, sta già lasciando tracce di risurrezione che avranno la forza di scavare nei pozzi di acqua quando le nostre giornate diventeranno buie e cupe. Ecco, proprio ora germoglia. E noi sapremo dove andare ad attingere e a dissetarci, quella sarà l'intuizione dell'eternità".
"Non dobbiamo cercare Francesca tra i morti" ha proseguito don Roberto, circondato sull'altare da una decina di altri sacerdoti. "Oggi è il primo giorno di primavera e siamo qui a contemplare una vita che germoglia, pur chiedendoci alcune trasformazioni. Abbiamo conosciuto Francesca attraverso il suo corpo, a cui siamo affezionati e a cui ora vogliamo rendere omaggio, ma questo 21 marzo è il giorno zero: dobbiamo imparare a scoprirla in un altro modo, poco alla volta come quando è nata. Sarà un'esperienza nuova per tutti noi, da vivere senza fretta".
Il feretro della 48enne è quindi stato trasferito sul sagrato della Parrocchiale, per poi essere accompagnato alla cremazione.