Omicidio di Germanedo, una nipote: il bene nei confronti del nonno resta tale quale, ha compiuto un ultimo gesto d'amore
Un lungo sfogo, affidato - forse comprensibilmente vista l'età - ai social. Un post volutamente "pubblico". "La prima e ultima volta che mi esporrò in merito. Ma solo perché per me i nonni erano come mamma e papà e la mia casa era la loro casa". Una delle nipoti di Umberto e Antonia Antonello, la giovane studentessa universitaria che all'indomani dell'omicidio ha fatto ingresso, insieme ai Carabinieri, nell'appartamento al quarto piano di via Eremo 26H per recuperare i propri effetti personali a riprova di come effettivamente si dividesse tra l'abitazione di famiglia e quella dei due anziani, nel pomeriggio di martedì ha "preso la parola" su Instagram, "in onore del nonno, che ha mandato a puttane la sua vita compiendo forse, paradossalmente, l'ultimo gesto d'amore che potesse fare". Un testo il suo, carico d'affetto per l'87enne che, lunedì, nel cuore della notte, ha posto fine all'esistenza (e alla sofferenza) della donna con cui condivideva "buona e cattiva sorte" dal lontano 1964. "Il bene nei suoi confronti - scrive la nipote con riferimento al padre di suo padre - resta tale e quale".
I sigilli all'appartamento dei coniugi Antonello
Tra le contestazioni mosse alla stampa – bersaglio del testo carico di rabbia, con stoccata finale anche per i "pubblici ufficiali" - anche quella di aver dipinto Umberto come un assassino omettendo che "una persona anziana allettata - la nonna ndr - dopo più di 11 ore trascorse in ospedale in completa solitudine è stata mandata a casa con una ricetta impegnativa del "Prenda una Tachipirina ogni 8 ore"". Parole pesanti, per tratteggiare una situazione difficile, anche emotivamente. Parole esternate nell'agorà dei social "non per difendere o sminuire ma per rendere giustizia" è scritto, prima di un doppio saluto. "Ciao nonna, ti porto nel cuore. Ciao capo, ti aspetto fuori".