Lecco: 'Capire la storia del cinema', tutto esaurito per Paolo Mereghetti a Palazzo delle Paure
Nella serata di mercoledì primo febbraio ha preso il via, in un’affollata Sala Conferenze del Palazzo delle Paure a Lecco, “Capire la storia del cinema”, evento ormai storico che in città è arrivato alla sua diciassettesima edizione, organizzato come sempre dall’associazione Dinamo Culturale (coordinatori anche dell’altrettanto consacrato Cineminimo a Teatro Invito) in collaborazione con il Comune di Lecco e Deep Space.
Mereghetti è forse noto ai più per essere la penna cinefila del Corriere della Sera, o di Io Donna, testate con cui collabora ormai da molto tempo. Ma nell’ambiente (e non solo) il critico milanese è sempre stato riconosciuto soprattutto per essere l’autore di uno dei dizionari, dedicati al cinema, più approfonditi che si trovano in commercio. L’edizione del 2023 arriva, infatti, a raccogliere quasi 35.000 schede di aggiornamento critico, tra film di vecchia data, rivisti e aggiornati con un giudizio più contemporaneo, ma senza ignorare i film di nuovissima uscita e presentati all’ultima edizione del Festival di Venezia.
Il dizionario rimane quindi una raccolta per appassionati e per chiunque voglia apprendere la storia del cinema dal punto di vista critico; proprio per questo rappresenta un’opera monumentale che nel tempo si è distinta anche a livello internazionale. Mereghetti durante la serata, mediata dal direttore della rivista Film Tv Giulio Sangiorgio, ci scherza su: “pesa troppo. Quasi 5 chili. Umberto Eco una volta mi ha detto che dovrei venderlo con un tubetto di arnica”. Ma del resto la forza del dizionario, conferma il critico, sta proprio nel fatto che è “un’opera di consultazione”, e soprattutto una bussola per orientarsi nel vastissimo mondo del cinema.
L’edizione del 2023 è poi dedicata anche ai giovani. In un contesto sempre più digitalizzato, potrebbe sembrare assurdo stampare ancora un dizionario così grande, soprattutto per le generazioni nate e cresciuta con la tecnologia. Eppure, Mereghetti è convinto della sua operazione: “i giovani di oggi hanno tantissime cose per la testa: sono continuamente bombardati”, invece il dizionario rappresenta un punto di ancoraggio in mezzo al mare dell’informazione. Un modo per avvicinarsi al cinema che appassiona come a sua volta aveva appassionato il giovane Mereghetti, quando durante gli anni dell’università vagava per Parigi “tra cinema e librerie”.
E le piattaforme streaming? Mereghetti è lapidario. Il problema dello streaming è che esce troppa roba, di poca qualità, in un brevissimo lasso di tempo. Anche volendo, è impossibile aggiornare tutti i film che escono, per esempio, su Netflix nella nuova edizione. Il dizionario predilige, infatti, film di qualità che ovviamente piacciono innanzitutto a Mereghetti: “piuttosto di inserire nuovi film in uscita sulle piattaforme – continua il critico – io e i miei collaboratori preferiamo rivedere film più vecchi che magari o abbiamo sottovalutato o, al contrario, abbiamo dato troppo spazio”. In questo modo “Il conformista di Bernardo Bertolucci può essere che salga di voto” perché il tempo lo ha lodato; mentre film più invecchiati, come alcuni di Sergio Leone, subiscono un ridimensionamento di spazio e di voto.
“Per i titoli nuovi tendiamo – quindi – a fare una scrematura, mantenendo comunque i film belli che sicuramente escono ogni tanto anche sulle piattaforme”. D’altronde, “rispetto all’ultima edizione del 2021, abbiamo aggiunto circa 2.500 schede in più”, quindi si può ritenere il dizionario anche un approfondimento sulla nostra contemporaneità, e non solo un viaggio nella storia del cinema.
Paolo Mereghetti
La rassegna - con conferenze che si protrarranno fino al 12 aprile - è stata inaugurata dal famoso critico cinematografico Paolo Mereghetti, che ha presentato la nuova edizione dell’omonimo “Il Mereghetti. Dizionario dei film”, giunto alla quattordicesima edizione, pubblicato da Baldini+Castoldi con da trent’anni a questa parte.Mereghetti è forse noto ai più per essere la penna cinefila del Corriere della Sera, o di Io Donna, testate con cui collabora ormai da molto tempo. Ma nell’ambiente (e non solo) il critico milanese è sempre stato riconosciuto soprattutto per essere l’autore di uno dei dizionari, dedicati al cinema, più approfonditi che si trovano in commercio. L’edizione del 2023 arriva, infatti, a raccogliere quasi 35.000 schede di aggiornamento critico, tra film di vecchia data, rivisti e aggiornati con un giudizio più contemporaneo, ma senza ignorare i film di nuovissima uscita e presentati all’ultima edizione del Festival di Venezia.
Il dizionario rimane quindi una raccolta per appassionati e per chiunque voglia apprendere la storia del cinema dal punto di vista critico; proprio per questo rappresenta un’opera monumentale che nel tempo si è distinta anche a livello internazionale. Mereghetti durante la serata, mediata dal direttore della rivista Film Tv Giulio Sangiorgio, ci scherza su: “pesa troppo. Quasi 5 chili. Umberto Eco una volta mi ha detto che dovrei venderlo con un tubetto di arnica”. Ma del resto la forza del dizionario, conferma il critico, sta proprio nel fatto che è “un’opera di consultazione”, e soprattutto una bussola per orientarsi nel vastissimo mondo del cinema.
L’edizione del 2023 è poi dedicata anche ai giovani. In un contesto sempre più digitalizzato, potrebbe sembrare assurdo stampare ancora un dizionario così grande, soprattutto per le generazioni nate e cresciuta con la tecnologia. Eppure, Mereghetti è convinto della sua operazione: “i giovani di oggi hanno tantissime cose per la testa: sono continuamente bombardati”, invece il dizionario rappresenta un punto di ancoraggio in mezzo al mare dell’informazione. Un modo per avvicinarsi al cinema che appassiona come a sua volta aveva appassionato il giovane Mereghetti, quando durante gli anni dell’università vagava per Parigi “tra cinema e librerie”.
E le piattaforme streaming? Mereghetti è lapidario. Il problema dello streaming è che esce troppa roba, di poca qualità, in un brevissimo lasso di tempo. Anche volendo, è impossibile aggiornare tutti i film che escono, per esempio, su Netflix nella nuova edizione. Il dizionario predilige, infatti, film di qualità che ovviamente piacciono innanzitutto a Mereghetti: “piuttosto di inserire nuovi film in uscita sulle piattaforme – continua il critico – io e i miei collaboratori preferiamo rivedere film più vecchi che magari o abbiamo sottovalutato o, al contrario, abbiamo dato troppo spazio”. In questo modo “Il conformista di Bernardo Bertolucci può essere che salga di voto” perché il tempo lo ha lodato; mentre film più invecchiati, come alcuni di Sergio Leone, subiscono un ridimensionamento di spazio e di voto.
“Per i titoli nuovi tendiamo – quindi – a fare una scrematura, mantenendo comunque i film belli che sicuramente escono ogni tanto anche sulle piattaforme”. D’altronde, “rispetto all’ultima edizione del 2021, abbiamo aggiunto circa 2.500 schede in più”, quindi si può ritenere il dizionario anche un approfondimento sulla nostra contemporaneità, e non solo un viaggio nella storia del cinema.
Capire la storia del cinema continuerà nelle prossime settimane con altri nuovi e illustri ospiti. Ogni mercoledì, alle 21.00, presso la Sala Conferenze di Palazzo del Paure in Piazza XX Settembre, 22. Ingresso rigorosamente gratuito.
A.Mar.