Lecco: anarchici e non solo in piazza contro il 41bis
A chiamare a raccolta i lecchesi sono stati "gli anarchici". A rispondere sono state diverse decine di persone, dello stesso "mondo", provenienti anche da fuori provincia, ma anche rappresentanti di altre realtà di (estrema) sinistra, senza bandiere, ciascuno per convinzione personale. Presidio quest'oggi in piazza Cermenati contro il 41 bis, il solidarietà a Alfredo Cospito. Pacifico il ritrovo - vegliato dalle forze dell'ordine - tra slogan, striscioni e volantini distribuiti ai passanti, con le ragioni della protesta. "L'anarchico Alfredo Cospito si trova nel carcere di Bancali, in Sardegna, dallo scorso maggio, quando è stato sepolto vivo nel cosiddetto carcere duro a causa del suo continuare a scrivere, riflettere e far riflettere da dentro le mura delle galere" è scritto, senza meglio dettagliare le condanne irrogate al 57enne, riconosciuto colpevole della gambizzazione di Roberto Adinolfi (dirigente della Ansaldo Nucleare) nonché dell'attentato del 2006 contro la scuola allievi carabinieri di Fossano. Per quest'ultimo episodio deve scontare l'ergastolo. Quale "capo e organizzatore di un'associazione con finalità terroristiche" - e si viene al nocciolo della questione - a maggio è stato ritenuto dal Dipartimento per l’Amministrazione Penitenziaria un rischio per la sicurezza e posto in regime di "carcere duro".
"Il 20 ottobre - prosegue il ciclostilato distribuito oggi a Lecco - ha iniziato uno sciopero della fame ad oltranza contro il regime di 41bis e l'ergastolo ostativo. Siamo arrivati ad oltre tre mesi di lotta, e ora le sue condizioni fisiche sono al limite. In questi 100 giorni il coraggio e la determinazione con cui sta conducendo questa lotta fino all'ultimo respiro hanno dato un enorme contributo a tutte le lotte per la libertà. Si inizia adesso a vedere una crepa intaccare il concetto stesso di "carcere duro", una crepa che deve allargarsi minando le fondamenta di questo sistema sempre più giustizialista. Fino ad oggi lo Stato si è barricato dietro un violentissimo silenzio, non rispondono alle istanza di revoca del 41bis poste dagli avvocati, ne' alle svariate sollecitazioni ricevute. Alfredo è stato, di fatto, condannato a morte". E' di ieri la notizia che è stata anticipata da aprile a marzo, l'attesa udienza in Cassazione per la valutazione del suo caso.
"Ho partecipato a questa iniziativa perché ho visto i volantini appiccicati in giro per la città. Questa manifestazione è importante e simbolica" commenta Paolo Trezzi, "libero pensatore" lecchese, presente in piazza Cermenati, offrendo una sua riflessione sulla questione portata alla ribalta da Cospito. "Qui non c'entra l'essere o meno anarchico. Il tema è di diritto. Io non sono anarchico. Sono comunista. Il tema della 41bis è una questione di diritto e giustizia. Non è possibile che una persona venga messa in regime di tortura in una cella di due metri per tre dove non puoi parlare, non puoi avere relazioni. Alfredo Cospito non ha potuto nemmeno tenere le foto dei suoi. Uno stato democratico non può accettare nel suo ordinamento il 41bis. Certo, Cospito poteva evitare di innescare due bombe. Ma questi ordigni non hanno ferito e ucciso nessuno; la strage, se vogliamo dirla tutta, è la pena. Non mi torna qualcosa. La giustizia deve venire prima della libertà e della legalità. Se la legalità è un dogma allora diventa un problema. Non possiamo lamentarci perché Putin e Zelensky fanno guerre quando gli stati democratici si comportano così. Abbiamo uno stato che non si autocondanna e non abbiamo ancora i colpevoli di tante stragi. Non ci sono state condanne ad esempio per il G8 di Genova. Lo stato è rapido a condannare e torturate dei cittadini che si, hanno fatto dei reati, ma sono pur sempre persone. La tortura non può essere legittimata per nessuno. Tanto meno per lo stato. Mi sembra giusto che ci sia una rappresentanza di giovani oggi qui. Secondo me c'è uno stato che non risponde ai livelli di umanità. Ho partecipato a questa iniziativa nel mio piccolo e ho anche fatto anche sciopero della fame pochi giorni fa, uno sciopero a staffetta in favore di Cospito e per tutti i 740 italiani sotto il 41bis. I cittadini in quanto tali devono chiedersi: è una cosa giusta questa legge? Se hai giustizia hai anche libertà e legalità".