Lecco: vecchie scarpe per nuovi parchi giochi, al via la raccolta in 27 scuole cittadine
Nicolas Meletiou e gli assessori Renata Zuffi e Emanuele Torri
L’iniziativa è stata presentata nel corso di una conferenza stampa alla quale hanno partecipato gli assessori comunali all’ambiente Renata Zuffi e all’istruzione Emanuele Torri, nonché il managing director di Eso, Nicolas Meletiou.
E’ stato proprio Meletiou a spiegare il progetto di recupero delle suole di gomme ma anche delle gomme di bicicletta ideato dalla Eso, un’azienda con sede a Opera nel Milanese, fondata nel 1999 e specializzata nel ritiro di rifiuti degli uffici (toner, pile, eccetera). L’idea di riciclare le suole delle scarpe è nata quasi per una scommessa nel 2009, dopo uno scambio di opinioni tra Meletiou, maratoneta amatoriale, con Marco Marchei, maratoneta olimpico e con un palmares di tutto rispetto. Proprio Marchei raccontava di come a casa avesse una ventina di paia di scarpe da corsa che ingombravano ma che non si sentiva di gettare nell’immondizia per il significato simbolico: erano le scarpe delle Olimpiadi, delle gare, delle imprese medagliate. E per quanto ormai non più usate, rappresentavano quasi delle reliquie. E’ nata così l’idea di studiare la possibilità di un riciclo ed è stato avviato il progetto “Esosport run”, il primo e per ora unico progetto del genere in Italia e in Europa.
La raccolta delle scarpe – è stato spiegato – e la successiva lavorazione hanno come fino ultimo, grazie a un processo di separazione della suola dalla tomaia, la generazione di materia prima per realizzazione di una pavimentazione speciale per impianti sportivi o parchi-gioco. Attraverso due emanazioni della stessa Eso, una società benefit e l’associazione “Gogreen”, il materiale derivato dall’operazione di riciclo viene donato alle amministrazioni pubbliche per la realizzazione di quelli che vengono chiamati “Il giardino di Betty” e “La pista di Pietro”, l’uno un piccolo parco chiamato così in memoria di Elisabetta Salvioni Meletiou nel frattempo morta per un tumore e l’altra una pista di atletica lunga sesssanta metri per ricordare l’atleta italiano di tante glorie Pietro Mennea, scomparso nel 2013.
Nel dettaglio, per realizzare un metroquadro di pavimentazione servono mediamente 50 o 60 paia di vecchie scarpe, anche il fabbisogno è subordinato allo spessore del fondo: per un parco semplice sono sufficienti un paio di centimetri, per uno attrezzato con i giochi per bambini sono richiesti sei centimetri per garantire la sicurezza in caso di caduta, molto meno per un campo da tennis e solo 13 millimetri per una pista di atletica.
Al momento sono 27 le scuole lecchesi, dagli asili alle superiori, soprattutto pubbliche ma c’è anche una paritaria, che hanno aderito all’iniziativa. Ma nei prossimi mesi altre se ne potranno aggiungere. E non è da escludere che che il progetto possa anche essere esteso al di là dei confini cittadini e anche ad altre realtà.
Nel presentare la raccolta, l’assessore Zuffi ha spiegato come anche questa iniziativa rientri nel più complessivo progetto sulla sostenibilità promosso dall’amministrazione comunale e che passa attraverso la promozione della cosiddetta economia circolare, degli interventi per il risparmio energetico e della mobilità sostenibile. Le scuole sono il volano principale da una parte per la maggior sensibilità dei giovani e dei giovanissimi nei confronti dei problemi ecologico e dall’altra perché ritenute il veicolo migliore per raggiungere e coinvolgere tutte le famiglie. Del resto, «quando le scuole sono state interpellate su questo genere di proposte – ha detto l’assessore – la risposta è sempre stata altissima e questo non deve lasciarci indiferrenti». E’ inoltre necessario «far capire ai cittadini che tutti siamo chiamati a capire l’importanza della raccolta differenziata. Tutto quello che non viene messo nel sacco rosso, diventa una risorsa, una materia virtuosa».
Da parte sua, l’assessore Torri ha sottolineato come “Esosport” non sia solo un progetto di economia circolare, ma anche di educazione circolare, proprio perché passando attraverso i più giovani si arriva a sensibilizzare anche i genitori. E così per altre idee allo studio, sull’utilizzo responsabile della bicicletta e sul risparmio energetico, nell’ambito di quegli interventi catalogati come “cittadinanza attiva” con un’attenzione particolare rivolta alle esigenze ambientali.
D.C.