Lecco: al dopolavoro Majorino ascolta le testimonianze sui disservizi di Trenord
“Questo è il luogo in cui ogni giorno lavoratori e studenti vivono sulla loro pelle le conseguenze dei disservizi di Trenord. La settimana scorsa un treno è rimasto bloccato quattro ore nella galleria di Olgiate, solo per darvi l’idea della situazione”. Con queste parole Manuel Tropenscovino, segretario provinciale del PD, ha aperto l’incontro svoltosi questa sera nella sede dell’associazione Dopolavoro Ferroviario alla presenza di Pierfrancesco Majorino.
Pierfrancesco Majorino
Il candidato del centrosinistra alla presidenza di Regione Lombardia, infatti, ha trascorso l’intero pomeriggio a Lecco. Dopo aver incontrato alcuni sindaci e i cittadini del comitato di Chiuso, l’eurodeputato si è recato in stazione per ascoltare le testimonianze dei rappresentanti dei comitati pendolari. Racconti di disservizi continui, di potenzialità non sfruttate e soprattutto di un dialogo con l’assessorato guidato da Claudia Terzi che negli ultimi tre anni è stato impossibile. “Sono arrivato all’ultimo a questo incontro perché il treno che dovevo prendere è stato cancellato. Anche stamattina ho fatto mezz’ora di ritardo al lavoro. Quello dei trasporti è un tema su cui i cittadini chiedono risposte. Queste elezioni regionali si possono vincere se si ascoltano i territori” ha sottolineato Leonardo Brembilla, responsabile trasporti della segreteria provinciale del PD.
Manuel Tropenscovino
Leonardo Brembilla
“L’ultimo assessorato si è dimostrato veramente inaffidabile. Noi siamo quelli che misurano l’efficienza del servizio ogni giorno. Non è stato più possibile sviluppare il dialogo che c’era prima” ha spiegato Alberto Viganò, rappresentante dei pendolari della linea S7, meglio conosciuta come “Besanino”. “Credo che bisogna cambiare la fruizione della città perché noi oggi arriviamo tutti a Milano nello stesso orario e nello stesso posto. Certi treni sono talmente affollati che non riesci a salire”.In prima fila erano seduti Gianmario Fragomeli e Pietro Radaelli, due dei quattro candidati del PD lecchese per il consiglio regionale, nonché l’attuale consigliere Raffaele Straniero.
Dopo Alberto Viganò ha preso la parola Giovanni Galimberti, rappresentante dei pendolari della linea Como – Lecco. Impossibile non ricordare che Galimberti alle ultime politiche si era candidato per la Camera con il Movimento 5 Stelle; il fatto che sia intervenuto ad un evento del PD ha un po’ simboleggiato lo sviluppo anche in provincia di Lecco di quell’alleanza tra dem e grillini formalizzatasi ufficialmente proprio negli ultimi giorni. “Questa sera sono venuto in macchina perché l’ultima corsa del S7 per rientrare in Brianza è alle 19.07. Non è una cosa degna di una linea suburbana. Se è vero che Milano si sta un po’ chiudendo almeno i capoluoghi di provincia devono avere un servizio ferroviario in ingresso e in uscita che consenta di non usare la macchina” ha sottolineato il pendolare di Molteno. “La linea Como – Lecco è una linea di 36 chilometri non elettrificata a binario unico. C’è un buco di 4 ore la mattina: dalle 8.15 in poi tra Como e Lecco non ci sono più treni. È una cosa che non deve esistere come non esiste che non ci siano treni nei festivi”. Infine, Giovanni Galimberti ha confermato quanto ricordato da Alberto Viganò: “Negli ultimi anni il rapporto con l’amministrazione regionale è davvero andato all’aria. Invece la regione dovrebbe parlare con i pendolari così come dovrebbe battere i pugni sul tavolo con RFI affinché sia garantita la manutenzione dell’infrastruttura, colpita da continui guasti”.
Alberto Viganò
Giovanni Galimberti
“La legge regionale afferma che i pendolari dovrebbero essere coinvolti nella programmazione degli orari” ha ricordato Giorgio Dahò, rappresentante dei pendolari lombardi nella conferenza TPL, anche lui arrivato in ritardo a causa della soppressione di una corsa da Milano. “Ora, però, il problema principale è il nuovo contratto di servizio. Temiamo che le clausole, oggi comunque violate, relative alla qualità del servizio e al confronto con i pendolari siano del tutto cancellate. Lo stesso sconto sull’abbonamento concesso in caso di ritardi rischia di saltare. Non è poi possibile che i dati sul servizio, sul numero di passeggeri e sulla manutenzione siano secretati”.
“Negli ultimi anni la qualità del servizio di trasporto ferroviario è diminuita notevolmente e di pari passo è cresciuta l’insoddisfazione dei pendolari. Di fronte a questo scenario, la Regione ha scaricato le colpe su Trenord e su RFI. Ed è proprio per sfuggire alle proprie responsabilità che la giunta non si siede più al tavolo con i comitati pendolari” ha esordito Pierfrancesco Majorino. “La situazione si è incancrenita in maniera drammatica. Lo sviluppo di un dialogo trasparente è fondamentale così come è importante impegnarsi nel creare una condivisione tra Rfi e Trenord”. Dopodiché Pierfrancesco Majorino ha posto l’accento su alcuni possibili interventi attuabili in un orizzonte temporale relativamente breve come, per esempio, liberare la stazione centrale di Milano dal traffico merci o sviluppare una programmazione degli orari con scuole e università per intercettare i relativi flussi di traffico.“Io sono ovviamente a favore della gara. Oggi però il tema non è immaginare e vendere soluzioni che saranno disponibili tra qualche anno. Il punto è come agisci e rispondi alle richieste dei cittadini nell’immediato” ha concluso Majorino prima di lasciare la sala. Quella di mettere a gara il servizio ferroviario, lo ricordiamo, è un’idea sostenuta in primo luogo da Letizia Moratti, una degli avversari di Pierfrancesco Majorino nella corsa a Palazzo Lombardia. Giorgio Dahò
A.Bes.