Con la lista 'Comitato Nord' a rischio le candidature locali della Lega
“Non mi occupo di polemiche locali. I consiglieri espulsi? Parliamo di cose importanti”.
Così Matteo Salvini a chi gli chiedeva cosa ne pensasse della richiesta dei fuoriusciti del "comitato del Nord " di sostenere Fontana con la propria lista. Il fatto però è che le polemiche locali riguardano la Lombardia, cioè il cuore del “sistema leghista” e a guidare il “Comitato Nord” c’è niente meno che Umberto Bossi, il fondatore del Carroccio.
La verità “politica” è che l'eventuale ammissione all'alleanza di centrodestra in Lombardia dei quattro consiglieri capeggiati dall'europarlamentare Ciocca, dall'ex Segretario Federale Lombardo Grimoldi nonché dal leader e fondatore Umberto Bossi, rappresenta la Caporetto per Salvini e per quel che resta della sua Lega, il suo entourage e la sua famiglia allargata. Non va dimenticato che il "Ruspista in Felpa" ha piazzato la prima moglie Fabrizia Ieluzzi a Palazzo Marino, dove è stata per una decina d’anni e la successiva e ormai ex compagna Giulia Martinelli accanto a Attilio Fontana, scelto, voluto e ricandidato perché commissariato in qualsiasi decisione dalla ex di Salvini.
Ma lui di Lombardia e di alleanze non se ne occupa, lui è pagato per fare e non per guardare le piccole cose.
In Lombardia ci pensa Cecchetti un Salviniano nei modi e nei metodi. Sembra infatti che abbia “piazzato” la moglie Laura Santin nella segretaria provinciale del Carroccio a Como, nel Consiglio di Amministrazione di Como Acque e negli uffici del Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi entrato nelle grazie dello sgranatore di palline del Rosario insieme al Lecchese Mauro Piazza. Accanto allo stesso Cecchetti è stato messo come vice il commissario Zoffili erbese ma uomo per tutte le stagioni o meglio per tutte regioni dove viene mandato a fare il commissario e a indicare al capo citofoni da suonare... perché la Lombardia si occupa delle altre Regioni ma non di se stessa e di un partito passato dalle regole militari all'anarchia... dove a Bergamo si fanno le primarie a Como no e per Lecco decide Milano non solo le candidature ma anche chi vota e chi no ai Congressi interni.
Resta il fatto che dei drammi di un partito finito e ridotto a chiedere condoni che oggi si chiamano Pace Fiscale e a promettere Autonomia mai attuata nemmeno quando la stessa Lega quadruplicava i voti attuali rischierà di occuparsene chi l'ha fondato, chi si è ribellato, chi è stato cacciato... in particolar modo il "comitato del nord". Il quale, se si presenterà metterà ulteriormente a rischio ad esempio il seggio Lecchese... dove per far scattare il quorum non basterà la virtuale transumanza Valsassinese o quella del "gabbiano" Milani di Airuno o la carica dei 105 (con sagrestano al seguito) ma ci vorrà molto di più e non basterà nemmeno l'ambizioso Flavio Nogara tanto militante, tanto atletico a saltare sui palchi con rischio perdita del mocassino pur di fare un selfie con chi comanda in quel momento, tanto allergico alle norme di incompatibilità, tanto capace di urlare "la Lega sono io". Purtroppo per lui la Lega a cui si richiama sarà alleata alla sua lista e anche la sua corsa alle preferenze sarà pressoché inutile... salvo crediti esigibili per saltare sul “nuovo” treno.
Così Matteo Salvini a chi gli chiedeva cosa ne pensasse della richiesta dei fuoriusciti del "comitato del Nord " di sostenere Fontana con la propria lista. Il fatto però è che le polemiche locali riguardano la Lombardia, cioè il cuore del “sistema leghista” e a guidare il “Comitato Nord” c’è niente meno che Umberto Bossi, il fondatore del Carroccio.
La verità “politica” è che l'eventuale ammissione all'alleanza di centrodestra in Lombardia dei quattro consiglieri capeggiati dall'europarlamentare Ciocca, dall'ex Segretario Federale Lombardo Grimoldi nonché dal leader e fondatore Umberto Bossi, rappresenta la Caporetto per Salvini e per quel che resta della sua Lega, il suo entourage e la sua famiglia allargata. Non va dimenticato che il "Ruspista in Felpa" ha piazzato la prima moglie Fabrizia Ieluzzi a Palazzo Marino, dove è stata per una decina d’anni e la successiva e ormai ex compagna Giulia Martinelli accanto a Attilio Fontana, scelto, voluto e ricandidato perché commissariato in qualsiasi decisione dalla ex di Salvini.
Ma lui di Lombardia e di alleanze non se ne occupa, lui è pagato per fare e non per guardare le piccole cose.
In Lombardia ci pensa Cecchetti un Salviniano nei modi e nei metodi. Sembra infatti che abbia “piazzato” la moglie Laura Santin nella segretaria provinciale del Carroccio a Como, nel Consiglio di Amministrazione di Como Acque e negli uffici del Presidente del Consiglio Regionale Alessandro Fermi entrato nelle grazie dello sgranatore di palline del Rosario insieme al Lecchese Mauro Piazza. Accanto allo stesso Cecchetti è stato messo come vice il commissario Zoffili erbese ma uomo per tutte le stagioni o meglio per tutte regioni dove viene mandato a fare il commissario e a indicare al capo citofoni da suonare... perché la Lombardia si occupa delle altre Regioni ma non di se stessa e di un partito passato dalle regole militari all'anarchia... dove a Bergamo si fanno le primarie a Como no e per Lecco decide Milano non solo le candidature ma anche chi vota e chi no ai Congressi interni.
Resta il fatto che dei drammi di un partito finito e ridotto a chiedere condoni che oggi si chiamano Pace Fiscale e a promettere Autonomia mai attuata nemmeno quando la stessa Lega quadruplicava i voti attuali rischierà di occuparsene chi l'ha fondato, chi si è ribellato, chi è stato cacciato... in particolar modo il "comitato del nord". Il quale, se si presenterà metterà ulteriormente a rischio ad esempio il seggio Lecchese... dove per far scattare il quorum non basterà la virtuale transumanza Valsassinese o quella del "gabbiano" Milani di Airuno o la carica dei 105 (con sagrestano al seguito) ma ci vorrà molto di più e non basterà nemmeno l'ambizioso Flavio Nogara tanto militante, tanto atletico a saltare sui palchi con rischio perdita del mocassino pur di fare un selfie con chi comanda in quel momento, tanto allergico alle norme di incompatibilità, tanto capace di urlare "la Lega sono io". Purtroppo per lui la Lega a cui si richiama sarà alleata alla sua lista e anche la sua corsa alle preferenze sarà pressoché inutile... salvo crediti esigibili per saltare sul “nuovo” treno.
Alberto Spada