Lecco: 'il tempo ritrovato' nel libro dedicato a San Giovanni... alla Castagna

Perché il rione di San Giovanni si chiama “alla Castagna”? Come si è modificata la parrocchiale nel tempo? Chi è Francesca Manzoni? E che cosa ci fa uno scheletro seduto in poltrona nel sotterraneo della chiesa? Queste sono solo alcune delle curiosità raccontate nel libro “San Giovanni alla Castagna, il tempo ritrovato”, un volume curato dall’archivista Renato Spreafico e dallo storico Giampiero Grasso, presentato domenica dopo la messa mattutina. A dare il benvenuto il parroco don Claudio Maggioni, un “esperto e creativo direttore dei lavori”: “C’è una paura enorme che circola nelle persone, la paura di non avere tempo. La gente vive come se non avesse tempo, si è smarrita la capacità di vivere il tempo. Questo libro ci dà invece una buona notizia: il tempo è tuo, i muri sono tuoi, la chiesa è tua. Tutte queste cose sono nostre, come nostro è il tempo. Dal libro noi prendiamo questo messaggio: la nostra chiesa è stata voluta dalla comunità degli abitanti di San Giovanni alla Castagna e come la chiesa anche il futuro è nostro”.

Don Claudio Maggioni

Se don Claudio ha svelato una parte del significato del titolo del volume, è stato Giampiero Grasso, amante della storia, a spiegare il riferimento non tanto a San Giovanni (“il discepolo amato dal Signore”), quanto "alla Castagna”: “Il castano è un albero longevo, forte e vigoroso, per questo la castagna rappresenta la forza e il vigore della comunità di San Giovanni”. E proprio di questa ricchezza si dà conto nel libro: “In quest’opera siamo partiti dai registri parrocchiali di battesimi, matrimoni, morti, in pratica l’anagrafe di una comunità; abbiamo recuperato gli studi e le notizie ricostruiti da don Lauro Consonni, abbiamo riportato tutti i documenti che riguardano gli inizi della parrocchia”.

Giampiero Grasso

E poi il libro è costellato di personaggi: don Bernardo Tartaro, primo parroco della chiesa che ci ha lasciato minuziose descrizioni del paesaggio della Lecco del Seicento; la poetessa Francesca Manzoni, il cui scheletro, forse, è rimasto a lungo custodito nella parrocchiale; don Luigi Monza, conosciuto per la sua grande fede che lo ha portato alla beatificazione, “un uomo di grande sensibilità e di grande cultura, testimone attento del suo tempo”. E poi ancora importanti figure storiche che hanno operato nel quartiere come il già citato don Lauro e don Giuseppe Locatelli. Attraverso il ricordo di questi personaggi vengono nel testo ripercorsi alcuni fatti importanti dai bombardamenti della guerra, alla requisizione delle campane, dalla tragedia del deragliamento del tram fino alla incoronazione, nel 1951, della Madonna di Varigione. Una ricostruzione che sarebbe stata impossibile senza il prezioso lavoro di Renato Spreafico che, nominato archivista quando don Claudio è diventato parroco, ha preso tutti i faldoni e i documenti custodi dalla parrocchia e, documento per documento, li ha catalogati e ne ha creato un indice informatico con 300 voci, semplicemente “mosso dalla curiosità e dalla passione per la storia della chiesa”.

Renato Spreafico

A impreziosire il lavoro la grafica curata da Chiara Grasso, figlia di Giampiero e mamma del piccolo Michele a cui il libro è dedicato. Durante la presentazione ha raccontato il lungo percorso di confronto avviato nel mese di agosto che ha portato il volume ad assumere la veste attuale, con la “castagna, simbolo della nostra comunità che diventa protagonista in copertina, i rametti inseriti all’inizio di ogni capitolo e una struttura leggera e leggibile per un libro semplice che racchiude però tante cose”. In chiusura dalla presentazione il parroco ha dato lettura del messaggio di Aloisio Bonfanti, che non ha potuto essere presente di persona, definito “giornalista e cristiano Doc, profondo conoscitore della realtà cittadina, che con il suo sguardo mette in relazione la piccola storia e la grande storia, per mostrare come vadano insieme”.

Il libro è in vendita a 35 euro, si possono prenotare le copie lasciando i propri riferimenti sul foglio appeso alla porta della chiesa di San Giovanni. Tutti i proventi saranno interamente devoluti per finanziare la ricostruzione del muro dell’oratorio crollato il 3 agosto 2021 a seguito delle forti piogge.
M.V.
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