La Lega delle correnti va a congresso: a Lecco quello cittadino rallenta quello provinciale
Daniele Butti con un gruppo di militanti calolziesi a un banchetto della Lega
A Brescia, come pure a Bergamo, due delle province lombarde più popolose a livello di militanza leghista, hanno vinto due “nordisti”, Roberta Sisti e Fabrizio Sala. A Varese, terra del compianto Roberto Maroni ma anche del ministro Giancarlo Giorgetti e del governatore Attilio Fontana, il candidato del Comitato – che sabato al castello di Giovenzano ha riservato un caloroso abbraccio a Umberto Bossi, presente personalmente per spronare i suoi al ritorno alla Lega delle origini – ha perso solo per una manciata di voti sul salvianiano Andrea Cassani.
Gli osservatori politici e gli stessi tesserati, guardano con attenzione ciò che sta avvenendo tra le file del “fu Carroccio”, con il movimento, dopo l'emorragia di voti certificata dalle ultime elezioni, alle prese in tutta la Lombardia con i congressi provinciali. Sono già stati celebrati, anche a Como, Lodi, Cremona e Pavia. Mancano dunque solo Sondrio, Monza e Brianza, Milano e la nostra Lecco. “Se non è per fine anno, sarà per inizio 2023” afferma forse ottimisticamente Daniele Butti, referente provinciale subentrato per decisione di via Bellerio, oltre un anno e mezzo fa, a Stefano Parolari a sua volta commissario raccogliendo il testimone di Flavio Nogara, ultimo segretario eletto, quando ancora la Lega non era Lega Salvini Premier. Un'era fa, insomma. Prima di convocare il congresso, chiarisce il numero uno in salsa locale del partito, bisognerà portare a termine il rinnovo delle cariche a livello di sezioni. Ne mancano, in teoria, quattro: Lecco città, Olginate, la Valsassina e Lomagna (con quest'ultima destinata però a essere scissa, visto il numero risicato di aderenti, con la spartizione dei quattro comuni che vi afferiscono tra Merate e Missaglia). Butti punta a sistemare il capoluogo – ora retto come referente, dopo Emanuele Mauri, da Alberto Spreafico, nel frattempo “eletto” nella sua Missaglia - “in 10-15 giorni”. A ridosso del Natale, insomma. Internamente al partito c'è chi sostiene che la data del congresso cittadino sia costantemente rinviata solo allo scopo di spostare in avanti nel tempo quello provinciale, arrivando così a gennaio quando poi, a causa delle elezioni regionali, dal “nazionale” arriverà lo stop alle consultazioni per concentrarsi sulla campagna pro Fontana. Sono voci, si intende. Ma è chiaro che anche a Lecco la Lega, nonostante le dichiarazioni rassicuranti di Butti, sia in balia delle correnti con lo scontro salviniani-nordisti che su quel ramo del lago di Como si innesta nell'atavica inimicizia tra la fronda Nogara e la fronda Benedetti (per citare gli ultimi due sfidanti al titolo di segretario), in un clima reso ancor più frizzantino dal tesseramento di Mauro Piazza, entrato nel partito portando in dote quella “comunità politica” che ne ha invocato la ricandidatura in Regione. La “nuova Lega” insomma, mal digerita dalla “vecchia (e divisa) Lega”. “La Lega è una sola” taglia corto, sul tema, il coordinatore provinciale. “Le correnti sono il sale della discussione interna ai partiti, tutti le hanno. Se danno vita a confronto permettendo di recuperare i voti persi ben vengano. Se portano a personalismi no. Soprattutto – la chiosa enigmatica, ma fino a un certo punto – non bisogna essere anti-Lega anche all'interno del movimento”.
280 circa, i militanti lecchesi che – quando sarà – dovranno eleggere il segretario provinciale. Spontaneo chiedere a Butti se si candiderà. Sibillina la risposta, “magari anche per altro”.