'Aiutiamoci nel Lavoro': erogati 391.000 euro in aiuto a 936 persone. Il Fondo rilancia (con i 650.000 euro rimasti) e si apre alle 'fragilità'
Maria Grazia Nasazzi e il Prefetto Sergio Pomponio
Sul totale dei contributi racimolati attraverso Fondazioni (660.000 euro), Comuni (327.080 euro) e soggetti privati (185.853 euro), finora sono stati erogati "solo" 391.141 euro, grazie all'approvazione da parte del Gruppo Tecnico del Fondo di 421 richieste di altrettanti nuclei familiari - 265 provenienti dall'Ambito distrettuale di Lecco, 107 da quello di Merate e 39 da quello di Bellano - per un totale di 936 persone aiutate: 414 domande, dunque la quasi totalità, sono giunte da lavoratori dipendenti, che in 190 casi avevano perso il proprio impiego a seguito di un licenziamento e in 149 per la scadenza di un contratto a termine. I contributi erogati, nel dettaglio, sono stati destinati a coprire i costi di buoni spesa (202.380 euro), servizi (34.624 euro) e necessità relative all'abitazione o ai trasporti (154.137 euro).
"Le richieste pervenute confermano che le temute ricadute occupazionali della crisi Covid non si sono verificate sul nostro territorio che, al contrario, si è trovato in una fase congiunturale estremamente favorevole per il mondo del lavoro" è stato spiegato questa mattina dal Gruppo Tecnico riunitosi in Camera di Commercio, che ha deciso di mantenere attivo il Fondo e prolungarne la durata per un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2023, o fino all'esaurimento anticipato delle risorse disponibili, per continuare a intercettare eventuali situazioni di difficoltà dovute ai noti fattori internazionali, in primis i costi dell'energia e la guerra.
Per il 2023, nello specifico, è stato deciso di destinare le risorse residue - circa 650.000 euro - a due linee di intervento: la prima prevede la prosecuzione del sostegno alle persone disoccupate e l'ampliamento dei contributi ai lavoratori in cassa integrazione a causa della crisi energetica (budget stimato 450.000 euro), mentre la seconda intende concentrarsi sul potenziamento di progetti socio-occupazionali a favore di soggetti fragili, giovani e adulti (200.000 euro). Il punto di riferimento principale per questa seconda "missione" è stato individuato in CeSeA, il servizio attivo a Lecco dal 1999 che articola la propria offerta sostanzialmente tra attività di manutenzione del verde e ripristino ambientale, cantonieri di quartiere, traslochi, imbiancature, opere di pulizia, produzioni agricole e iniziative di riuso e riciclo di materiali.
"L'idea alla base del progetto è quella di costruire un tipo di lavoro "adattato" alla persona fragile, con l'individuazione di mansioni "sostenibili" in termini di tipologia, quantità e tempi di realizzazione, il supporto da parte di un gruppo per raggiungere un esito finale accettabile e un'attenzione relazionale costante" ha sottolineato la presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese Maria Grazia Nasazzi, orgogliosa nell'annunciare la riconferma della scelta fatta nel giugno 2021 con l'istituzione del Fondo, "che ha messo in luce una straordinaria ricchezza di personaggi e interessi diversi, oltre che il concreto protagonismo degli Enti del territorio e la forza del Gruppo Tecnico che si è ritrovato mensilmente, con grande coesione, per vagliare le richieste giunte nel corso del tempo".
"Questa esperienza è davvero un unicum: parla di una storia virtuosa, della capacità di fare il bene comune senza retorica, con tutta la società coinvolta - senza distinzioni - in una logica non tanto di mera assistenza, ma di sincera attenzione ai bisogni di tutti" ha aggiunto il Prefetto di Lecco Sergio Pomponio, arrivato in città quando il Fondo era già entrato nella sua fase operativa.
Con l'apertura alla fragilità e il sostegno ai progetti socio-occupazionali, dunque, "Aiutiamoci nel Lavoro" punta a offrire anche e soprattutto un'occasione di valorizzazione, riscatto e investimento a persone con capacità, abilità e standard produttivi ridotti, e che pertanto necessitano di un riferimento educativo nello svolgimento delle proprie attività. Si prosegue sulla strada tracciata, dunque, ma si va anche oltre. Per un territorio sempre più attento al bene comune.
B.P.