Un Partito sull'orlo di una crisi di nervi
Non c'è dubbio che il centrosinistra si presenti molto malamente alle soglie di una campagna elettorale per le elezioni regionali che si presenta piuttosto breve, si parla addirittura del 5 Febbraio 2023, in Consiglio regionale è stato sventato un tentativo del presidente Fontana di decidere la data, forse per anticiparla ancora.
Il PD, ad esempio, ha già un autoproclamatosi candidato come Pierfrancesco Maran, consigliere comunale di Milano, e un altro molto interessato, come Pierfrancesco Majorino, consigliere comunale milanese per molti anni con Pisapia e ora eurodeputato. Il primo semisconosciuto fuori da Milano (a Lecco, Como, Varese, Bergamo e Sondrio chi lo ha mai visto?) un po' più noto il secondo proprio in quanto eurodeputato.
Altri forse si metteranno in pista, ma prima bisognerebbe decidere con chi costruire una alleanza e un programma : Sinistra Italiana scalpita, e chiede: "Ma quando vi decidete?"
Il percorso, ricorda in uno sfogo molto interessante il giornalista politico Filippo Ceccarelli, doveva essere già deciso dall'inizio
dell'anno, ma tutto è saltato in aria sia per la rottura dell'alleanza con i 5 Stelle (presenteranno un candidato loro ?) sia per la batosta subita il 25 settembre, non ancora digerita.
In questa situazione già molto ondivaga (Primarie si? Primarie no? di Partito o di coalizione? e se si con quale coalizione?) si è inserita come un cuneo micidiale la candidatura di Letizia Moratti, appoggiata immediatamente dal duo Renzi-Calenda. Molte voci però ultimamente,
prima a bassa voce poi sempre più forte, stanno uscendo ultimamente nel PD a favore di questa candidatura, dal capogruppo Fabio Pizzul, alla "donna di sinistra" Sandra Kustermann, a diversi altri, a partire chiaramente dagli ex "renziani".
Insomma, un Partito sull'orlo di una crisi di nervi: si racconta di discussioni piuttosto esagitate, sul modello di quelle dei deputati grillini all'inizio della scorsa legislatura, quando urla e grida si sentivano dalle finestre! Tutto per adesso è rimandato all'Assemblea regionale del PD lombardo, che si prevede sarà piuttosto affollata, che si terrà a breve a Milano.
Anche perchè , l'ho detto già nel mio precedente articolo, nessuna è una soluzione vincente. Se il PD candidasse la Moratti, perderebbe tutti i voti della Sinistra, guadagnerebbero i 5 Stelle, ma nessuno arriverebbe alla maggioranza.
Purtroppo in Lombardia non c'è il doppio turno, e quindi non ci sono alleanze possibili dopo il primo turno. Vince chi ha più voti subito. E quindi si assicurerebbero altri 5 anni alla pessima Giunta di Fontana, che ha dietro di sè il centro destra unito.
Se il PD non candida Moratti, perderebbe i voti del centro e rimarrebbe diviso dal Terzo Polo: anche in questo caso molto difficilmente avrebbe la maggioranza, soprattutto con candidati "milanesi", come abbiamo detto sopra.
"Che fare " allora, come diceva Lenin?
Una possibile soluzione viene prospettata dal prof. Costantino Ruscigno, insegnante di Diritto al Parini serale di Lecco ma titolare di una cattedra anche al Politecnico lecchese, Presidente del Movimento Federalista Europeo e abbastanza ben inserito nella politica milanese.
"Primarie di coalizione senz'altro - dice il prof. Ruscigno - da farsi in tempi brevissimi. In queste Primarie però dovrebbe presentarsi sia la Moratti , per il Terzo Polo, sia uno o più candidati del PD (Majorino?) sia un candidato di Sinistra Italiana e uno dei 5 Stelle".
"Chi vince queste primarie, deve però avere poi successivamente il sostegno onesto e coerente delle forze della coalizione, che solo se si presenteranno alle elezioni tutte unite hanno la concreta speranza di mandare a casa Fontana".
Una proposta a mio parere decisamente interessante e ragionevole: verrà però raccolta?
Enrico Baroncelli