Teleriscaldamento, se lo conosci lo eviti...
Massimo Riva
Quanto emerge contribuisce a smontare tante delle tesi sostenute da chi ha voluto e promosso il progetto di teleriscaldamento, anche nel lecchese.
È ben evidenziato che "i prezzi del servizio di teleriscaldamento sembrano in genere superiori al costo evitato di una caldaia a gas, che dovrebbe invece rappresentare il prezzo massimo applicabile."
E pensare che Lecco tra le argomentazioni in favore di questa progettualità c'era quella che con il teleriscaldamento si risparmierebbe in termini di esborsi che graverebbero invece sulle bollette del gas.
Dall'indagine invece emerge che una caldaietta a gas, è ancora più conveniente, a maggior ragione se a condensazione e ad alta efficienza.
Vi è poi un tutt'altro che secondario problema di difficoltà di comparazione in quanto nella fase antecedente alla stipula del contratto di tlr "la principale criticità è legata alla difficoltà per l’utente di comparare i prezzi del servizio con il prezzo di servizi di climatizzazione alternativi."
In sostanza è pressoché impossibile, se non per utenti esperti, comparare e quindi capire se esiste un reale risparmio tra una bolletta di fornitura gas e una proposta di contratto per il servizio di teleriscaldamento. L'utente si rende conto della reale entità degli esborsi solo dopo aver ricevuto un certo numero di bollette, quando ormai l'allacciamento è avvenuto e in dietro non si può tornare.
Arera sottolinea che "un ulteriore ostacolo al corretto funzionamento del mercato riguarda le distorsioni presenti nella fase successiva all’attivazione del servizio, derivanti dalla presenza di significativi switching costs."
In sostanza: una volta allacciati al teleriscaldamento i costi necessari per uscirne sono talmente alti che rendono di fatto impossibile il passaggio ad altre fonte.
Infine il passaggio che dovrebbe suscitare più di qualche dubbio in chi ha promosso il teleriscaldamento allacciato al forno inceneritore ed alimentato bruciando rifiuti: "nelle reti caratterizzate dall’utilizzo di fonti energetiche con bassi costi variabili (rifiuti e geotermico), all’incremento dei prezzi del servizio (tipicamente indicizzati alle quotazioni del gas naturale) non è seguito un corrispondente aumento dei costi variabili di produzione. La divaricazione tra il livello di costi e ricavi ha determinato una crescita significativa dei margini destinati alla
remunerazione del capitale investito, con potenziali extraprofitti per gli operatori del settore."
Questo per limitarsi al problema economico, senza nemmeno il bisogno di sottolineare gli altri problemi: costi elevati, caos viabilstico per anni, mancato sostegno a progetti ecologicamente più rapidi e economici per i cittadini.
Per questi ed altri motivi io non mi allaccerò.
Massimo Riva