Gli Istituti Riuniti Airoldi e Muzzi Onlus costretti dopo 13 anni a ritoccare le rette a causa degli aumenti dei costi dell’energia e delle materie prime
“Si tratta di una decisione - spiega il presidente Giuseppe Canali - assunta a malincuore dal Consiglio di amministrazione, a fronte di una situazione di crescita esponenziale dei costi di energia e materie prime a cui non siamo in grado di far fronte con le rette attuali. Del resto, la nostra struttura è fortemente energivora, nonostante le importanti innovazioni introdotte alcuni anni or sono nel padiglione Resegone. Gli aumenti dell’energia elettrica e del gas che, soprattutto nell’ultimo anno, abbiamo dovuto sopportare, insieme agli aumenti di tutti i beni e i servizi che acquistiamo, ci impediscono di rinviare nel tempo una scelta sofferta ma necessaria”.
“Abbiamo la responsabilità - continua Canali - di garantire a ben 360 dipendenti una prospettiva di certezze rispetto alla capacità degli Istituti di sostenere i costi. Gli anni del Covid non ci hanno certo aiutato: al contrario, sulla struttura degli Istituti, come su quella delle RSA, sono stati riversati costi aggiuntivi per garantire la sicurezza di dipendenti e ospiti. Misure che, anche oggi, pure in un contesto certamente più sereno, dobbiamo continuare ad assicurare. La crescita insostenibile dei costi energetici si accompagna a quella, meno pesante ma ugualmente significativa, dei costi di altri beni, materie prime e servizi. Volendo mantenere quello standard qualitativo nella cura e presa in carico delle persone più deboli che ci è sempre stata riconosciuta a livello regionale, e in assenza di aiuti sostanziali da parte di Stato e Regione, siamo costretti a questo provvedimento”.
Per le famiglie i ritocchi alle rette scatteranno dal 1° gennaio prossimo: si tratterà dell’aumento di Euro 6 per la retta giornaliera al Padiglione Resegone (da 67 a 73 Euro) e di Euro 2 per la retta giornaliera agli altri Padiglioni (da 82 a 84 Euro, camera singola da 88 a 90 Euro). “Siamo consapevoli che questa decisione potrà suonare impopolare in un momento in cui le famiglie già si trovano a doversi misurare con l’aumento dei costi della propria gestione familiare. - conclude Canali - Purtroppo, però, è una scelta sofferta ma necessaria e responsabile”.