Lecco: una comunità di fratelli si è stretta intorno ai famigliari di Aida e Maimouna
Si è tenuto questo pomeriggio al centro islamico Assalam l’ultimo momento in ricordo di Aida e Maimouna, mamma e figlia morte nello schianto di mercoledì sulla ss36, prima del rimpatrio in Africa delle loro salme. Un centro pieno fino all’ultimo posto disponibile. Egitto, Togo, Burkina, Marocco... Tutte le comunità di migranti di Lecco erano presenti questo sabato pomeriggio. Sono arrivati anche rappresentanti delle altre comunità senegalesi della Lombardia. Ed erano numerosi anche gli italiani, compresi molti amici dei figli di Aida.
Ass Casset
Tanta la commozione, come tanti erano i volti rigati dalle lacrime. Incessante il flusso di persone che si avvicinava ai famigliari per porgere loro le condoglianze. “Siamo tutti fratelli. Noi senegalesi che viviamo in Italia siamo una comunità aperta. Per noi tutte le religioni sono uguali, preghiamo tutti un unico Dio. In Senegal il 95% delle persone è di religione musulmana mentre solo 5% è di religione cristiana. Viviamo nella pace e promuoviamo la pace” ha sottolineato Ass Casset, referente della comunità senegalese. Il suo è stato il primo degli interventi che si sono susseguiti dopo la preghiera presieduta da Sene Mor, imam della comunità senegalese.
Terminate le dichiarazioni, l’imam della comunità senegalese ha accompagnato i fedeli musulmani nella conclusione della lettura del Corano. Dopodiché, mentre il centro iniziava a svuotarsi, alcune persone si sono occupate della raccolta delle offerte a favore della famiglia. Per chi non era presente o non ha potuto contribuire in quel momento, segnaliamo che gli amici di Aida e Maimouna con il sostegno del comune di Garlate, della Parrocchia e dell’associazione La Presenza promuovono una raccolta fondi. L’obiettivo è quello di aiutare la famiglia Gueye a coprire le spese necessarie per portare le salme in Senegal. Ass Casset, Mamadou Lamine Diouf, padre Angelo Cupini, Roberto Manzocchi, Moez Samti
“La conosco da tempo e sono molto felice della sua presenza. Da anni lei sta facendo molto per tutti i migranti, a prescindere dalla loro religione. Qui davanti all’ingresso c’è la sua comunità che tutt’ora aiuta i migranti in tanti modi” così Ass Casset ha accolto padre Angelo Cupini, responsabile della comunità di via Gaggio. “In questo spazio noi ci sentiamo come a casa. Siamo qui per i nostri figli, coloro che cambieranno il nostro territorio crescendo. Queste due morti ci hanno colpito molto profondamente. Queste due persone, però, sono ancora con noi e ognuno di noi deve farle rigenerare nei propri figli, nel lavoro, nella fedeltà al cammino di ogni giorno”. Queste le parole di padre Angelo.Dopo di lui ha preso la parola Roberto Manzocchi, amico della famiglia Gueye e volontario molto attivo nella comunità di Garlate. “Vivo a 50 metri dalla famiglia. Abbiamo fatto tante attività come il piedibus. Ci tengo a fare le mie condoglianze a tutti” ha aggiunto Manzocchi. “Voglio tanto bene a questa famiglia. Il padre e il fratello vengono spesso qui a pregare. Una famiglia benedetta. La presenza di così tante persone dimostra che quelle donne sono benedette da Allah” ha proseguito Moez Samti, presidente del centro islamico Assalam. L’ultimo intervento è stato quello di Mamadou Lamine Diouf, console generale del Senegal a Milano, arrivato assieme a tutto il suo staff per sostenere la comunità. “Mi fa piacere vedere così tanti italiani perché vuol dire che questa famiglia, e più in generale questa comunità, sono ben integrate. Il fatto che in così tanti siate voluti venire qui a pregare assieme a noi è qualcosa che mi rimarrà nel cuore. Noi siamo tutti uguali. Vi ringrazio davvero” ha concluso.
A.Bes.