Lecco, l'opposizione di centrodestra unita: 'amministrazione contromano, si dimetta'

Le forze politiche del centrodestra lecchese sono d'accordo nel chiedere le dimissioni del sindaco Mauro Gattinoni. Lo hanno espressamente chiarito questa mattina durante una conferenza stampa i quattro capigruppo di Lega, Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lecco Ideale accompagnati dall'ex candidato sindaco Peppino Ciresa: "Noi siamo pronti a governare la città e a recuperare il tempo perso". Le ragioni di questa richiesta riguardano naturalmente gli ultimi sviluppi legati al nuovo municipio: "Abbiamo deciso di convocare una conferenza stampa sul tema della non nuova sede comunale - ha detto la leghista Cinzia Bettega prendendo la parola -. L'iter percorso da un anno a questa parte è surreale: è un anno che l'amministrazione sta andando contromano e quello che mi sembra giusto evidenziare è che quando uno prende una strada in contromano poi quando si ferma non dovrebbe dire ‘come sono bravo, non mi sono schiantato'. È stata una perdita di tempo e di denaro, non solo per l'ultima perizia ma per tutto il lavoro fatto in precedenza per arrivare all'acquisto dell'immobile in via Marco d'Oggiono, all'acquisto vero e proprio e ai progetti preparati per la sua riqualificazione. Quello che mi devono spiegare è perché nella parte di perizia dedicata all'immobile di via Marco d'Oggiono, già sede del Politecnico, cablata e con l'impianto a norma, si sia ipotizzato di demolirlo: è nell'interesse dei lecchesi pensare di demolire un immobile acquistato per 5,7 milioni di euro pochi anni prima, chi ha suggerito questa ipotesi fantascientifica? È stato fatto per far pareggiare i costi di riqualificazione dell'edificio della ex Deutsche Bank?".

Da sinistra Peppino Ceresa, Filippo Boscagli, Cinzia Bettega, Emilio Minuzzo e Giacomo Zamperini

La comunicazione fatta pochi giorni fa in commissione dal sindaco che non si sarebbe fatto più nessun nuovo municipio né in via Marco d'Oggiono, né in piazza Garibaldi, né altrove ha colto di sorpresa anche l'opposizione. "Siamo rimasti sconcertati - ha ammesso Filippo Boscagli -. In questi due anni hanno mentito dicendo che non c'era un interesse sull'immobile della Deutsche Bank e hanno mentito quando dicevano che aspettavano gli studi sui costi. L'edificio dell'ex Politecnico era già inserito nel piano delle alienazioni e avevamo detto subito che per riqualificare la ex sede della banca sarebbero serviti oltre 35 milioni di euro di investimento. L'unica non soluzione è restare in un palazzo che già è stato dichiarato insicuro, inagibile, inefficiente e non idoneo a essere utilizzato come sede comunale. Siamo stanchi di subire le beghe interne alla maggioranza e al Partito democratico perché chi paga è la città che non vede il lungolago il Bione e perde i soldi dei bandi. Sembra difficile pensare che la maggioranza possa andare avanti, è auspicabile che di fermi e smettano di tentare di sopravvivere a qualcosa di più grande di loro".

È stato il forzista Emilio Minuzzo a soffermarsi su alcuni aspetti tecnici: "La giunta ha applicato il principio di trasparenza per la prima volta due giorni fa perché è stata costretta a farlo. Ci hanno presentato una relazione in cui le cifre non sono comunque attendibili perché è stata svolta in un perimetro indicato dalla maggioranza e non è confrontabile con quella dei dirigenti. Le modalità con cui è stata portata avanti l'operazione sono sembrate più idonee ad un interesse immobiliare che pubblico. Adesso non pensino di alienare l'edificio di via Marco d'Oggiono alle condizioni di cui stanno parlando perché quando è stata acquistata si trattava di un'operazione pubblico su pubblico per realizzare il nuovo municipio, condizioni irripetibili. Adesso il sindaco dice che la situazione degli uffici comunali è migliorata e la funzionalità garantita: non è così e stiamo spendendo delle risorse per rendere fruibili uffici che altrimenti non lo sarebbero stati. È evidente che c'è una scollatura importante tra l'attuale amministrazione e la città, il solco è stato tracciato dalle scelte politiche che hanno preso e adesso devono avere il coraggio di assumersi le loro responsabilità. Le dichiarazioni del sindaco fanno tenerezza e preoccupazione insieme: il disastro della mancanza di una sede è opera sua e della sua maggioranza".

Un punto questo sottolineato anche da Giacomo Zamperini. "Gattinoni sembrava soffrire di schizofrenia politica: chi ha creato problema lo contrasta come se lo avesse creato qualcun altro. Mentre lui va a scuola di politica però sono passati due anni, due anni in cui si sta andando a rotoli, in cui non stanno portando a casa nulla e la città soffre. Si occupano di fare marketing ideologico ma tutto rimane lettera morta perché nei fatti non c'è niente. Che cosa accadrà da adesso in poi? Perché non sono state individuate altre soluzioni? C'è il palazzo in via Igualada dove aveva sede l'Agenzia delle entrate, perché non si valuta quella opzione? Si risparmierebbero soldi dei cittadini e si concentrerebbero gli uffici del comune. Io credo che il sindaco dopo due anni di promesse e libri dei sogni dovrebbe valutare di rassegnare le dimissioni per manifesta incapacità perché stanno tergiversando e facendo danni sulla pelle dei cittadini lecchesi. Il cambio di passo lo hanno fatto, adesso bisogna fare un passo indietro".

Peppino Ciresa ha invece ripensato alla campagna elettorale, durante la quale gli veniva detto di essere troppo vecchio per fare il sindaco: "Nei tanti Cda in cui sono stato nella mia vita ho sempre voluto persone anziane che mi stessero a fianco perché sanno fare scelte giuste. Qui si tratta infatti di scelte sbagliate, fatte da persone impreparate. Se avessero continuato con via Marco d'Oggiono oggi sarebbe già tutto fatto, due anni fa l'inflazione che c'è adesso non c'era, si poteva fare un mutuo. Sono qui a imparare a fare gli amministratori ma chi paga è la città. Dovrebbero avere più umiltà riflettere se vale la pena di andare avanti in questo modo". Su questo aspetto è tornato anche Minuzzo: "Il cantiere sarebbe partito in una condizione completamente differente e un cantiere aperto che sta lavorando per il pubblico non si può fermare così. Qui si è consumato un danno erariale grande come palazzo Bovara, Marco d'Oggiono e la ex Deutsche Bank insieme". È stata Cinzia Bettega a sottolineare infine il "problema politico molto grosso" di questa maggioranza. "In commissione, appena Regazzoni ha cercato di tamponare le dichiarazioni del sindaco che sosteneva che ‘chi doveva partire con il progetto di via Marco d'Oggiono non è partito', l'intervento dell'assessore Maria Sacchi ha demolito tutto quanto fatto prima, facendo un attacco veramente pesante sulle condizioni in cui avrebbe trovato l'assessorato". Del resto, ha aggiunto Minuzzo, "se avessero deciso di continuare con l'edificio di Piazza Garibaldi non tutta la maggioranza lo avrebbe votato".

M.V.
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