Garlate: tutta la comunità riunita in Oratorio, con il sindaco e don Matteo, per ricordare Aida e Mamy

Di fronte alla morte non esistono differenze: la preghiera diventa un "grido" universale, un modo per provare ad alleggerire il peso del dolore, per condividere la sofferenza e capire che ciò che conta davvero è l'amore, che resta al di là di tutto. In tantissimi nel pomeriggio di oggi, venerdì 21 ottobre, hanno voluto riunirsi presso l'Oratorio di Garlate per un momento di raccoglimento in memoria di Aida Sene e Maimouna Gueye, per tutti "Mamy", le due donne di origini senegalesi - mamma e figlia, rispettivamente di 56 e 27 anni - che hanno perso la vita mercoledì nel drammatico incidente stradale avvenuto all'interno della galleria Dervio lungo la SS 36.


Aida Sene e Maimouna Gueye

In attesa della commemorazione religiosa prevista domani al Centro islamico Assalam in Corso Bergamo a Lecco, quest'oggi cristiani e musulmani, ragazzi e adulti, di Garlate e non solo, si sono riuniti in un grande abbraccio nel tentativo di lenire il dolore della famiglia Gueye, dimostrando la concreta vicinanza di tutta la comunità rappresentata anche dal parroco don Matteo Gignoli e dal sindaco Giuseppe Conti, oltre che da numerosi volti noti delle associazioni di volontariato e della stessa Parrocchia.


"In fondo cristiani, musulmani ed ebrei hanno la stessa radice religiosa, quindi possiamo invocare insieme Maria, una figura importante anche all'interno del Corano" ha esordito il sacerdote, intervallando le preghiere ad alcuni canti. "Oggi siamo qui per ricordare due vite interrotte nel cuore del loro "dare". Non ci sono parole, ma la presenza è preziosa: noi uomini siamo tutti uniti nel vivere insieme, nello stringere legami che ci sorreggono quando sembra che ci venga tolta la terra sotto i piedi. Forse non troveremo mai spiegazioni razionali per quanto è accaduto, quindi non ci resta altro da fare che rivolgere una preghiera, affinché Aida e Maimouna siano nella luce del loro Dio e possano continuare a stare accanto a coloro che hanno amato, seppur in un modo diverso".


Al microfono don Matteo Gignoli, sotto il sindaco Giuseppe Conti



"Oggi Garlate è tutta qui, chi non ha potuto esserci è presente con il pensiero" ha poi assicurato il sindaco ai famigliari, rompendo il silenzio interrotto solo da qualche pianto sommesso, in una sala gremita e "illuminata" quasi soltanto dai volti sorridenti di Aida e Mamy proiettati sul palco. "Siamo cresciuti insieme e siamo qui per condividere questo pezzo di strada doloroso. Io voglio ricordarle per la loro vita, più che per la morte, per custodirle nel cuore come se fossero ancora nella stanza accanto. Siamo stati scossi da una tragedia assurda che ci deve far riflettere sulla nostra esistenza, per viverla più intensamente. Il vostro dolore è il nostro dolore, la notizia dell'incidente è stata come un pugno nello stomaco per tutti noi. Vogliamo esprimervi la nostra solidarietà, dirvi che ci siamo per qualunque cosa. La comunità serve a questo, deve farsi partecipe affinché nessuno sia lasciato solo: tutti ne abbiamo bisogno, prima o poi".




Strazianti, a seguire, i ricordi dei figli di Aida, fratelli di Maimouna. "Se sono quello che sono è merito di questa donna, che mi ha trasmesso una sana e bella educazione. E poi mia sorella, era nel cuore di tutti... Non ha mai fatto un torto a nessuno, era speciale. Vi ringrazio tutti di cuore per la vicinanza, per essere qui. Non ci aspettavamo tutto questo affetto", le parole di uno dei giovani Gueye, a nome dell'intera famiglia unita in un dolore dignitoso e composto. "Mamy è stata la miglior sorella possibile, e la mamma era la mia migliore amica, la persona che mi è stata più vicina, che mi ha sempre dato consigli. Era la persona più buona del mondo, usciva di casa solo per fare la spesa per noi, è sicuramente la donna che ho ammirato di più nella mia vita".
Un ulteriore momento di ricordo di Aida e Maimouna, come anticipato, si terrà domani al Centro islamico Assalam, a partire dalle 15.00, dopodiché le salme delle due donne saranno accompagnate in Africa.
B.P.
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