Nuovo comune: 'l'hanno fatto nell'interesse della città', come no
La nuova sede del comune di Lecco non è una priorità, i costi sono troppo alti. Così afferma il sindaco Mauro Gattinoni colui che di punto in bianco s’era messo in testa di collocare la sede del Comune in piazza Garibaldi nel palazzo ex Deutsche Bank perché più bello e prestigioso: già si vedeva a due mesi dalle prossime elezioni del 2025 con la forbice in mano per tagliare il nastro dell’inaugurazione. E invece di riconoscere che ha dato il via a un’operazione inutile e costosa aggiunge che è stato bravissimo ad accorgersene, perché lui parte dai numeri e dal principio di realtà. Insomma i lecchesi sono assai fortunati ad avere lui alla guida della città. Non è così. Ieri sera, 20 ottobre, il primo cittadino ha introdotto la relazione del Politecnico per una stima dei prezzi su due opzioni. La prima indicava la ricostruzione, previo abbattimento, dell’immobile di proprietà comunale sito in via Marco d’Oggiono pagato 5.77.00,00 euro e la seconda la ristrutturazione della ex sede della Deutsche Bank in piazza Garibaldi.
Una relazione che i consiglieri non avevano e quindi era impossibile per chiunque chiedere spiegazioni di alcun tipo. Un modo di lavorare che non ci piace ma la maggioranza non recepisce, volutamente, per limitare il dibattito e avere una commissione più comoda. Ma che quella di ieri sera tanto comoda non sarebbe stata il sindaco l’aveva previsto e infatti ha sentito la necessità di avere presenti quasi tutti gli assessori e consiglieri vari della sua maggioranza, fatto che non succede mai, a evidente supporto di un dietro front clamoroso.
Consiglieri, cittadini, tecnici e operatori di tutti i settori hanno discusso un anno per niente, questa è la sintesi di quasi due ore di riunione. La giunta ha fermato una ristrutturazione pronta a partire, buttato ore e ore di verifiche, analisi, progetti e preventivi e sulla strada che vuole intraprendere silenzio assoluto.
Con spocchia e notevole sprezzo del ridicolo il sindaco e i suoi alleati sostengono che “l’hanno fatto nel l’interesse della città”, che pensano a non sprecare ai soldi dei lecchesi, che se fosse partito il cantiere in via Marco d’Oggiono avremmo dovuto affrontare i rincari delle materie prime e le difficoltà del loro reperimento. Ovviamente si omette di precisare che alla data di partenza dei lavori nell’immobile di via Marco d’Oggiono, cioè maggio/giugno 2021, lo scenario generale era assai diverso, l’inflazione era ad altri livelli, i problemi dei costi dell’energia pure.
I lecchesi si stanno chiedendo in che mani è il futuro della città perché l’improvvisazione non può essere la luce dell’amministrazione.
Cinzia Bettega, Andrea Corti, Stefano Parolari consiglieri Lega Lombarda per Salvini premier