Lecco, nuovo comune, il Sindaco: 'Parlano i numeri, giusto cambiare il metodo. E non ci dicano che era già tutto pronto. Maggioranza coesa, ma anche le minoranze sono concordi'

Mauro Gattinoni e i suoi “rompono il silenzio”. Dopo la Commissione di ieri sera dalla quale è emersa la scelta dell’Amministrazione Comunale di fermare l’iter per la nuova sede municipale – avendo ritenuto economicamente insostenibili, alla luce della relazione comparativa del Politecnico, sia la demolizione e la successiva ricostruzione dello stabile di via Marco d’Oggiono (30-34 milioni di euro), sia la riqualificazione della ex Deutsche Bank in piazza Garibaldi (tra i 44 e i 52 milioni) – alle 9.00 di oggi il sindaco di Lecco è intervenuto in conferenza stampa nella sede del PD di Corso Carlo Alberto insieme ai capigruppo di maggioranza per chiarire definitivamente i motivi della decisione e fare il punto della situazione tra passato, presente e futuro.
“Non ho parlato per dodici mesi, a differenza di altri che lo hanno fatto per partito preso o per ragioni affettive” ha esordito il primo cittadino, tornando a ribadire che ad oggi, alla luce del quadro storico ed economico generale, nessuna delle due ipotesi progettuali risulta sostenibile, partendo dal presupposto che l’Amministrazione non intende indebitare la città né tralasciare altri ambiti di intervento prioritari. “La verità è che, dati alla mano, tutti in Commissione hanno concordato sulla scelta di non proseguire, al di là di commenti retrospettivi, politici o fantasiosi. Tutti hanno accettato che a questo punto non si può andare avanti. Dobbiamo ripartire da qui, dalla condivisione di un documento tecnico che, pur cassando entrambe le ipotesi, offre lo spunto per un ragionamento terzo. Oggi comprare del tempo può essere il miglior investimento possibile”.


Mauro Gattinoni

Nel corso della conferenza, Gattinoni ha inoltre puntualizzato ciò che la sua Amministrazione si è trovata “in eredità” da quella precedente, a ottobre 2020: “Allora c’era solo un progetto di pre fattibilità tecnico-economica per il lotto 1 di via Marco d’Oggiono. A febbraio 2021 è arrivato il definitivo, insieme a uno schema di pre fattibilità per il lotto 2, e a luglio 2021 l’esecutivo per la messa in gara del primo. Non esiste, quindi, che qualcuno ci venga a dire che era tutto pronto, perché non è così. Il cronoprogramma stimato da chi c’era prima di noi prevedeva l’assegnazione dei lavori entro luglio 2020, ma in verità il progetto non c’era: era già saltato tutto, probabilmente per cause di forza maggiore legate al Covid, e certamente su questo non si può imputare niente a nessuno. Con questa situazione, se tutto fosse filato liscio, noi saremmo arrivati a far entrare l’impresa sul cantiere a gennaio 2022, non prima. E nessuno poteva immaginare come sarebbe andato il mondo da quel momento in poi”.


Alfredo Marelli

“Qui parla la razionalità dei numeri, anzi invito tutti a leggere le pagine 5, 26 e 41 della relazione tecnica” ha quindi ribadito Alfredo Marelli, rispondendo così anche ai rilievi di chi – a partire dalle opposizioni – sostiene che il Partito Democratico non possa conciliarsi con un sindaco che di fatto sembra “rinnegare” l’Amministrazione precedente, ancor più a marchio PD. “Il fatto di voler mettere sempre tutto in contrapposizione è un “giochino da poveri”. Io penso che se Virginio Brivio fosse arrivato adesso avrebbe fatto le stesse scelte, perché non ha mai operato in maniera leggera, “all’avventura”. L’obiettivo di trovare una nuova sede comunale rimane: intanto sono già stati risolti alcuni problemi, ma ovviamente resta la necessità di garantire una maggiore efficienza ai 300 dipendenti, e in questo senso riconosco che la scelta ottimale sarebbe l’ex Deutsche Bank”.


Alessio Dossi

“Come gruppo noi siamo stati cauti fin dall’inizio, è un tema che non abbiamo mai posto come priorità” ha affermato invece Alessio Dossi di Ambientalmente. “La sicurezza degli operatori e l’efficienza del loro lavoro è fondamentale, così come la qualità del servizio offerto al cittadino, motivo per cui la situazione attuale che prevede la dislocazione degli uffici non può essere un punto di arrivo, ma comunque è una soluzione più che sufficiente. Abbiamo tamponato un problema, e a questo punto si apre una grande occasione per investire risorse ed energie su altri ambiti. Abbiamo chiesto uno studio, e abbiamo fatto bene, perché credo che altrimenti non si sarebbe capito che le due opzioni non erano praticabili. Personalmente sono contento della meta raggiunta, una meta di tutto realismo, perché è meglio andar piano che prendere una curva forte e andare a sbattere. Questo è il momento di aprire un dialogo anche con le minoranze, per una prospettiva a medio termine”.


Alberto Anghileri

“Lecco ha bisogno di una nuova sede municipale? Sì. A questi costi? No. E lo dico da “tifoso” della ex Deutsche Bank” ha aggiunto Alberto Anghileri (Sinistra). “Non è vero che lo sapevamo già, non abbiamo il mago Otelma. Ma adesso i numeri sono chiari. La scelta è giusta. Ci sono altre questioni più urgenti da risolvere, è corretto fermarci e procedere su altre iniziative, cominciando a riflettere con tutta la città per prendere la decisione migliore. In Commissione alcuni hanno chiesto le dimissioni del sindaco, sinceramente li trovo incommentabili. Abbiamo fatto una scelta basata sui numeri che tutti hanno condiviso, perché evidentemente il metodo è corretto: è palese che se nel 2021 fossero partiti i lavori in via Marco d’Oggiono, oggi avremmo avuto un cantiere fermo per mancanza di risorse”.


Matteo Ripamonti

“La realtà dei fatti è che abbiamo ereditato un’ipotesi progettuale incompleta, senza alcun ragionamento su Palazzo Bovara e con un finanziamento solo parziale” ha aggiunto Matteo Ripamonti (Fattore Lecco). “E poi è una questione di metodo: qui è stato comprato un immobile, quello di via Marco d’Oggiono, e poi è stato fatto un progetto, così come è successo anche per il teatro, poi per Piazza Affari e altre questioni. Cambiare passo vuol dire anche cambiare il modo di lavorare. Noi abbiamo cercato di proseguire, infatti abbiamo finanziato il secondo lotto. Nel frattempo però è spuntata una potenziale occasione di rigenerazione per l’ex Deutsche Bank, che è stato giusto approfondire come alternativa, senza per questo rinnegare ciò che era stato pensato prima: siamo andati a vedere tutti i numeri, ma in questo ultimo anno sono cambiate notevolmente le condizioni, i costi sono raddoppiati. Certo, occorre ancora una sede più efficiente, ma così non è possibile procedere. E questo non vuol dire abbandonare il problema, ragionando insieme si possono trovare soluzioni che diano risposte”.


Pietro Regazzoni

Concetti ribaditi con forza anche da Pietro Regazzoni del PD, collegato con la sede di Corso Alberto da remoto: “Il Partito Democratico ha deciso su dati certi, alla luce di un terremoto economico e sociale. L’Amministrazione precedente aveva lavorato in un regime di spending review e di pareggio di bilancio, sarebbe stato miope da parte nostra non affrontare il tema senza guardare il presente, l’attualità”. Il consigliere è poi tornato sulle parole di Marelli: “Ciò non vuol dire andare contro qualcuno, non è una vittoria né un cambio di passo, ma un semplice dovere di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini. Se pensiamo di essere autosufficienti, di poter decidere tutto a prescindere da ciò che succede nel mondo non ci capiamo. Sapevamo che avremmo dovuto prendere scelte importanti a livello politico. Qui siamo di fronte a elementi di realtà, amministrare è più difficile che fare uno show in Commissione. Basta leggere il bilancio del Comune per comprendere come stanno le cose: quando siamo arrivati era tutto in ordine, ma con il PNRR abbiamo dovuto compiere scelte fondamentali, non era possibile fare contemporaneamente la Piccola, il lungolago, Villa Manzoni e anche il nuovo Municipio, e ci vuole onestà per dirlo. Semplicemente abbiamo deciso di rivedere le priorità in un contesto economico nuovo, e io rivendico con forza la scelta di procedere sulla base di dati certi”.


“Noi non abbiamo mai detto nulla sul tema, ma il fulcro del discorso consisteva anche nel capire i costi e le modalità di ristrutturazione di Palazzo Bovara” ha poi sottolineato l’assessore al Bilancio Roberto Pietrobelli. “Questi sono i ragionamenti di un’Amministrazione seria, che fa i conti e pensa. Noi abbiamo speso solo 120.000 euro per questa relazione, nient’altro. Invece che dormire in Commissione, qualcuno potrebbe stare più attento ed evitare di parlare di cifre senza senso”.
Ma qualche auto rimprovero se lo fa, l’Amministrazione Gattinoni? “Sicuramente quello di non aver scelto subito una procedura più “energica” per arrivare prima a questo risultato: avremmo potuto avere le risposte a novembre 2021, invece che adesso” ha commentato il sindaco. “Ad ogni modo abbiamo lasciato parlare i fatti. Ciascuno ha detto la sua, senza però avere i dati in mano”. E come esce la maggioranza da questa situazione? “È vero che nel PD sono emerse due visioni differenti, ma è altrettanto vero che poi si sono rasserenate, su questo tema la maggioranza è compatta” ha assicurato il primo cittadino, che ha poi concluso così: “In verità lo sono anche le minoranze, perché constatare un dato di realtà non può far emergere opposizioni. Questo è un segnale da cui ripartire, senza fretta. Si è chiuso un anno tormentato ma nella maniera più corretta, trasparente e costruttiva per i cittadini”.
B.P.
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