Il 'caudillo' Alfredo Chiappori nelle parole del prof. Daccò
Anche il professor Gian Luigi Daccò, medievista e museologo che proprio domani sarà protagonista nel capoluogo all'interno della rassegna "Lecco Città dei Promessi Sposi", ricorda il disegnatore e scrittore Alfredo Chiappori, scomparso ieri all'età di 79 anni.
È morto l'Alfredino, così da piccoli chiamavamo Alfredo Chiappori, noi bambini di via Mascari. Lui ci portava a spasso sui tetti in spericolate esplorazioni, era la guida di queste spedizioni, che terminarono solo quando le nostre mamme se ne accorsero e ci punirono. Tutti quanti. Tantissimi altri ricordi: di quando tentava di ipnotizzare all'Oratorio i ragazzini più piccoli, e ci riusciva anche, di quando scendeva con i carrettini con Livio per via Bovara, giù fino a Piazza XX Settembre. Per me, 3 o 4 anni in meno, era il caudillo indiscusso. Pochi anni, allora, facevano una gran differenza tra i ragazzini.
Domenica presenterò a Villa Manzoni il mio romanzo "La Donna del gioco" e uno dei principali personaggi, il pittore Dolfo, è proprio ispirato a lui, tanto importante è stato Chiappori nella mia formazione. Pensavo già di portargli una copia del libro che, in parte, aveva ispirato, e ridere ancora dei nostri ricordi d'infanzia. Tanto lontani. Ma non potrò più farlo. Lui non potrà leggerlo. Ma se avevano ragione i Greci e il tempo è davvero circolare, torneremo, Alfredino sui tetti di via Mascari a ritrovare quei piccoli fiori gialli, inaspettati, che scoprivamo, in primavera, cresciuti tra un coppo e l'altro. Ancora insieme.
Gian Luigi Daccò