Ostetrica del Manzoni, volontaria per Medici senza frontiere, premiata dagli ex alunni della Bicocca
E' un'ostetrica dell'Ospedale Manzoni di Lecco la vincitrice della seconda edizione del premio Alumni dell'Università di Milano-Bicocca, nato per mettere in luce ex studenti che "si siano particolarmente distinti in ambito lavorativo, contribuendo ad accrescere a livello nazionale o internazionale il prestigio dell’ateneo".
Il riconoscimento, assegnato da BicoccAlumni, l’associazione dei laureati dell’Ateneo meneghino, è andato infatti, a Ileana Boneschi, classe 1988, da tempo collaboratrice di Medici senza frontiere.
Ileana Boneschi
La professionista ha "indossato il tocco" nel 2010. Ha poi iniziato a lavorare come ostetrica clinica alternando impieghi in realtà ospedaliere italiane e periodi di volontariato in Kenya. Presso l’Università di Firenze ha approfondito gli studi in Medicina Tropicale e Cooperazione sanitaria, per poi specializzarsi in Cooperazione Internazionale allo Sviluppo presso la Cattolica di Milano nel 2016. Fino al 2018 ha preso parte a diverse missioni umanitarie in Sud Sudan, Iraq ed Afghanistan con Medici senza Frontiere come ostetrica clinica e Project Medical Referent - coordinatrice delle attività mediche di progetto - lavorando in campi profughi ed ospedali da campo in zone di conflitto armato. Rientrata in Italia, è diventata mamma di Viola e Aida. Ed è ancora in prima linea aper la sensibilizzazione sulle condizioni delle madri e dei neonati in contesti di guerra.La premiazione (foto: https://www.bicoccalumni.it)
«Sono molto grata per questo riconoscimento - ha detto Ileana Boneschi - L'Università Milano-Bicocca è certamente una delle mie radici. Gli strumenti più importanti che il Corso di Laurea in Ostetricia di Monza mi ha dato sono la clinica e la semeiotica: nei contesti umanitari in cui ho operato questi hanno fatto in modo che potessi davvero fare la differenza per le donne e i neonati. Oltre agli strumenti, questa Università mi ha trasmesso una forte identità ostetrica, cosa che mi ha fatto orientare nelle scelte che un operatore umanitario è chiamato a prendere.«Ai colleghi più giovani - ha aggiunto l'ostetrica in forza al Manzoni - va il mio invito a non pensare alla missione umanitaria come ad un sogno nel cassetto ma ad una possibile carriera di grande soddisfazione. Infine, a Medici senza Frontiere devo tantissimo, d’ora in poi anche un pezzo di questo premio inaspettato».
