Faida tra trapper: per i 9 imputati disposto il giudizio immediato, in Aula il 24 novembre
Simba La Rue in un frame tratto da un suo video girato a Lecco
Come ormai noto, due, in particolare gli episodi violenti finiti al vaglio della Procura meneghina. A Simba La Rue e ad altri cinque - il bergamasco Marco Locatelli e i lecchesi Dago Fabio Carter Gapea, Alan Cristopher Momo, Mevljudin Hetem (Introbio) e Sara Ben Salha (Verderio) - è contestata una rapina con lesioni ai danni di due "rivali" messa in atto il primo marzo scorso nel capoluogo meneghino, quale "vendetta" per una aggressione patita dalla stesso Gapea a Padova; Simba poi con altri tre ancora residenti sul nostro territorio - Pape Ousmane Loum, Ndiaga Faye e il suo manager Chakib Mounir detto Malippa - avrebbe preso parte al sequestro ai danni di Touché. Il 19enne sarebbe stato accerchiato in via Boifava a Milano, preso a calci e pugni e costretto a salire su una vettura, prima di essere poi "liberato" a Calolzio, non prima della pubblicazione sui social dei video di quanto stava accadendo, con tanto di volto tumefatto e sanguinante della vittima.
Al momento, attendono l'evoluzione dell'iter giudiziario ancora in carcere Gapea e Momo (assistiti dall'avvocato Marilena Guglielmana e gravati da altra ordinanza di custodia cautelare nell'ambito di un'inchiesta antidroga della Squadra Mobile di Lecco) come pure Loum (avvocati Stefano Mandelli e Nicolo' Vecchioni) e Faye (avvocato Vecchioni). Ai domiciliari invece Ben Salha, l'unica donna coinvolta (avvocato Antonino Crea), Locatelli (avvocato Cristian Manzoni), Hetem (avvocati Marcello Perillo e Federica Pirola), Mounir (avvocato Vecchioni) e Saida (avvocato Vecchioni), collocato presso una comunità a Vimodrone, dopo pronuncia del Tribunale del Riesame in considerazione delle sue condizioni di salute, visti i postumi dell'accoltellamento patito in terra bergamasca, successivamente ai fatti oggetti di questa indagine.
La palla passa ai legali per la scelta della strategia processuale.