Il sistema, come previsto, non sa, o meglio non vuole dare eque risposte!
Come già prefiguravo in un mio precedente scritto questo “Sistema economico”, in cui siamo tutti immersi, non è solo messo alla prova ma soprattutto non sa, o meglio non sembra voler, adottare soluzioni eque per risolvere la questione “strutturale” del prezzo del gas e dell'energia elettrica.
Una questione che, per la sua centralità nel vivere quotidiano, sta letteralmente sconquassando la vita di milioni di persone, specie le più povere.
Quello che sembrerebbe, o come si vorrebbe far passare specie a livello dei grandi media compiacenti, un “incidente di percorso” è invece sempre più avvertito nell'opinione pubblica, perlomeno quella più informata, come una vera e propria “cartina tornasole” di un “modello economico e sociale” che sta fino in fondo dimostrando la proprie strutturali contraddizioni.
E la prima strutturale contraddizione è che il Mercato non si autoregola, come si vorrebbe lasciar intendere, a favore delle esigenze primarie delle popolazioni (l'interesse collettivo) ma secondo delle convenienze di sempre più pochi (l'interesse particolare).
E' come dire che il sistema si autolegittima attraverso presunti vantaggi a cascata su tutti ma, di fatto, tollera e addirittura favorisce meccanismi distorsivi che premiano le speculazioni, basti pensare alla scelta di agganciare i prezzi del gas e, guarda caso poi dell'energia elettrica, alla borsa di Amsterdam. Borsa che fa leva “costitutivamente” sulle transazioni speculative e non sugli effettivi costi di produzione.
Va detto che anche la soluzione “calmieratrice” sui tetti dei prezzi consentita a Spagna e Portogallo, pur apparentemente e temporaneamente positiva per le proprie popolazioni, alla fine risponde alle stesse, di fatto, “truffaldine” logiche.
Logiche di chi non vuole intervenire alla fonte del problema ma usa “compensazioni” (le oscillazione dei prezzi le paga lo Stato) solo per rimandarne gli effetti negativi sul sistema del cosiddetto Debito Pubblico, la cui lievitazione viene poi criminalizzata a suon di ricette e di compiti a casa imposti agli Stati.
Ricette che spesso gravano soprattutto (sarà un caso?) sui più deboli, purtroppo sempre meno politicamente tutelati.
Quindi in definitiva un sistema che non serve l'Uomo e la Giustizia sociale.
Se tutto ciò sia “Complottismo”, o “aprire gli occhi” su di un sistema da cambiare, lo lascio alla valutazioni di chi legge, visti peraltro gli altri suoi effetti devastanti sul nostro vivere quotidiano.
Basti pensare all'aumento delle disuguaglianze sia all'interno degli Stati che tra di loro, agli effetti non casuali dello stravolgimento climatico, alla dittatura di una finanza drogata e di “una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”, per dirla come Papa Francesco nell'“Evangelii gaudium” di qualche anno fa.
La domanda è: questo “modello” si può ancora riformare o va radicalmente ripensato?
A mio parere, è anche sull'esplicazione attuativa di questo interrogativo che andranno giudicate le azioni di chi sarà premiato nelle urne.
Una questione che, per la sua centralità nel vivere quotidiano, sta letteralmente sconquassando la vita di milioni di persone, specie le più povere.
Quello che sembrerebbe, o come si vorrebbe far passare specie a livello dei grandi media compiacenti, un “incidente di percorso” è invece sempre più avvertito nell'opinione pubblica, perlomeno quella più informata, come una vera e propria “cartina tornasole” di un “modello economico e sociale” che sta fino in fondo dimostrando la proprie strutturali contraddizioni.
E la prima strutturale contraddizione è che il Mercato non si autoregola, come si vorrebbe lasciar intendere, a favore delle esigenze primarie delle popolazioni (l'interesse collettivo) ma secondo delle convenienze di sempre più pochi (l'interesse particolare).
E' come dire che il sistema si autolegittima attraverso presunti vantaggi a cascata su tutti ma, di fatto, tollera e addirittura favorisce meccanismi distorsivi che premiano le speculazioni, basti pensare alla scelta di agganciare i prezzi del gas e, guarda caso poi dell'energia elettrica, alla borsa di Amsterdam. Borsa che fa leva “costitutivamente” sulle transazioni speculative e non sugli effettivi costi di produzione.
Va detto che anche la soluzione “calmieratrice” sui tetti dei prezzi consentita a Spagna e Portogallo, pur apparentemente e temporaneamente positiva per le proprie popolazioni, alla fine risponde alle stesse, di fatto, “truffaldine” logiche.
Logiche di chi non vuole intervenire alla fonte del problema ma usa “compensazioni” (le oscillazione dei prezzi le paga lo Stato) solo per rimandarne gli effetti negativi sul sistema del cosiddetto Debito Pubblico, la cui lievitazione viene poi criminalizzata a suon di ricette e di compiti a casa imposti agli Stati.
Ricette che spesso gravano soprattutto (sarà un caso?) sui più deboli, purtroppo sempre meno politicamente tutelati.
Quindi in definitiva un sistema che non serve l'Uomo e la Giustizia sociale.
Se tutto ciò sia “Complottismo”, o “aprire gli occhi” su di un sistema da cambiare, lo lascio alla valutazioni di chi legge, visti peraltro gli altri suoi effetti devastanti sul nostro vivere quotidiano.
Basti pensare all'aumento delle disuguaglianze sia all'interno degli Stati che tra di loro, agli effetti non casuali dello stravolgimento climatico, alla dittatura di una finanza drogata e di “una economia senza volto e senza uno scopo veramente umano”, per dirla come Papa Francesco nell'“Evangelii gaudium” di qualche anno fa.
La domanda è: questo “modello” si può ancora riformare o va radicalmente ripensato?
A mio parere, è anche sull'esplicazione attuativa di questo interrogativo che andranno giudicate le azioni di chi sarà premiato nelle urne.
Germano Bosisio