Lecco: i commenti di ambulanti e negozianti aspettando le elezioni. 'Non cambierà niente'
Weekend lungo di Ferragosto. Dopo settimane di caldo rovente, finalmente un clima più fresco, dono che le piogge di ieri notte hanno regalato senza accompagnarlo, per fortuna, a danni a cose o persone. Approfittando del clima ideale, tante persone si sono riversate per le vie del centro di Lecco. Famiglie che passeggiavano sul lungolago, turisti intenti a sorseggiare un aperitivo al bar, anziani impegnati negli acquisti al mercato oggi non alla Piccola, coppie di giovani concentrate ad osservare le vetrine dei negozi. Un panorama colorato ed eterogeneo che sicuramente avrà fatto felici i commercianti, protagonisti di questo articolo. Abbiamo infatti di deciso di provare a raccogliere le loro riflessioni sull’evoluzione della situazione politica a livello nazionale negli ultimi mesi, nonché sulle elezioni che ci saranno a breve. Questo è quello che ci hanno raccontato.
“Siamo noi le vittime dell’incertezza economica. Se sono obbligate a rinunciare a qualcosa, le persone rinunciano al vestito nuovo, non al cibo e questo si ripercuote sulle nostre attività. Poi certo ci si augura sempre che le cose possano migliorare” ha commentato con un sorriso malinconico Maurizio, prima di tornare a prendersi cura della sua bancarella di abiti.
“Più si avvicinano le elezioni, più i politici vanno in giro. Subito dopo, spariscono tutti. I miei due figli, dopo la laurea, sono entrambi andati all’estero. Qui non c’è alcuna sicurezza per il futuro” ha spiegato Rosa, titolare di uno stand di abbigliamento intimo. Non appena citavamo la situazione politica nazionale i volti delle persone si facevano più scuri. Si percepiva disillusione, in alcuni casi vera e propria rabbia. “Non cambierà niente, sono tutti attaccati alla poltrona” è il duro commento di un altro commerciante.
“Nei due anni appena passati non siamo stati per niente tutelati. Credo che ci saranno tante promesse ma poi come al solito cambierà pochissimo” sostiene anche Riccardo, titolare di una bancarella di alimentari.
Ci siamo incamminati poi per le vie del centro, verso il lungolago. Di fronte alla sua macelleria abbiamo incontrato Luigi: “In questo territorio viviamo in un’oasi felice, dove abbiamo sempre lavorato tanto. Io stesso sono ancora qui al lavoro perché mi piace” ha spiegato il negoziante, sottolineando come le sue riflessioni derivano anche da una vita passata a darsi da fare. “Da un lato vedo tanta confusione e speculazione. Dall’altro lato credo che ci si stia abituando a spendere soldi che non si è guadagnato. Si fa fatica a trovare dei dipendenti. Poi ci sono tante leggi che non vengono fatte rispettare. Credo che avremo dei problemi importanti nei prossimi mesi. Le elezioni non cambieranno niente perché tanto sono sempre gli stessi. Sono sempre le stesse persone” ha concluso.
Poco più avanti, in un'altra macelleria in procinto di chiudere per la pausa pranzo, ci ha accolto il giovane Angelo. “Guarda, spesso evito di seguire gli aggiornamenti perché tante cose fanno solo incazzare. Negli ultimi due anni noi siamo riusciti a restare aperti ma abbiamo dovuto reinventare il nostro lavoro, per esempio con la consegna a domicilio. Ci aspettavamo aiuti, servizi, che aggiustassero alcune cose che non andavano dopo la pandemia. La politica non ha fatto niente. Hanno solo approfittato dove possibile e hanno fatto i capricci per le poltrone” ha raccontato il commerciante. “Draghi sembrava aver dato un po’ di credibilità a livello internazionale. Evidentemente con lui al governo non potevano fare quello che volevano e quindi lo hanno fatto cadere. Adesso si va a votare e chissà quando avremo un governo. Tanto in ballo ci sono sempre gli stessi. Tante buone idee ma solo fino alle elezioni. Poi nessuna di quelle proposte si può realizzare e tutti i politici spariscono” ha proseguito. “Io sto in mezzo alla gente. In tanti sono scontenti e non si sentono rappresentati. L’affluenza sarà più bassa del solito”.
Risalendo via Bovara abbiamo incontrato Francesco, venditore di dischi. “Spero che il prossimo governo porti maggiori aiuti alle imprese in difficoltà. Poi io non ne faccio una questione di sopravvivenza economica perché, dato che vendo dischi, è un problema quotidiano per me. Certo, occupandomi di cultura sono preoccupato. Non vedo progresso nel futuro. Avanzano forze di regressione culturale”.
“Onestamente mi sta passando un po’ la poesia. Come altri promuovo il Made in Italy, porto avanti quest’attività perché ci credo eppure devo affrontare di continuo i problemi creati dalla burocrazia. La politica non presta attenzione ai bisogni reali delle persone, che si sentono completamente abbandonate. I politici sono preoccupati solo delle loro poltrone. Io spero in un governo che mi faccia sentire protetta, valorizzata e italiana” ha commentato Federica, titolare di un negozio di oggettistica e articoli per la casa vicino alla stazione.
Disillusione, rabbia, poche speranze. Questo emerge ascoltando la pancia del paese, o per lo meno un suo piccolo spaccato. Il percorso di avvicinamento verso la tornata elettorale del 25 settembre continua.
Andrea Besati