In viaggio a tempo indeterminato/242: ciao Georgia
Succede ogni volta che arriviamo al confine.
Mi metto a fare una specie di bilancio di quello che è stato il nostro viaggio in quel Paese.
Quando ho visto in lontananza l'arco grigio della frontiera Georgia-Armenia, ho fatto lo stesso.
Era la prima volta che, con il van, visitavamo un Paese dell'ex Unione sovietica.
C'è stato un impatto forte, deciso e brutale proprio come quegli edifici squadrati a più piani che compaiono dal nulla in mezzo alla natura.
Per la Georgia, a differenza di altri Paesi, ho deciso di fare anche una sorta di lista dei pro e contro del nostro viaggio in queste terre.
Non è stato tutto rose e fiori, quindi un elenco del genere credo possa essere utile per portare con sé le cose belle e rivalutare quelle meno belle.
Partiamo con i pro.
Me ne vengono in mente almeno tre.
1) LA CUCINA CONFORTANTE
Pane e formaggio.
Ravioloni giganti ripieni.
Melanzane con le noci.
Impasti ripieni di fagioli.
La cucina georgiana è decisa, avvolgente e confortante.
I piatti, forse più adatti a periodi freddi, riempiono lo stomaco e scaldano il corpo.
I sapori non hanno mezze misure.
Il formaggio del kachapuri, la pizza georgiana, è forte e filante.
Lo si mischia con un tuorlo d'uovo crudo e del burro.
Il colesterolo sale solo a guardare la scena ma la bocca golosa ringrazia.
E poi i ravioli, i kinkhali. Si mangiano con le mani e il ripieno all'interno fa da condimento.
Il primo morso è sempre una sorpresa e, se non si fa attenzione, anche un'ustione.
2) LA NATURA BELLA E IMPOSSIBILE
"Che paesaggio!"
L'avremo ripetuto decine di volte mentre attraversavamo le verdi vallate e i canyon.
La Georgia ci ha regalato delle viste pazzesche ed è capitato spesso di sentirci come ne "Il signore degli Anelli".
La natura in questa zona si è impegnata davvero molto.
Ha creato montagne altissime, fiumi impetuosi e boschi fitti.
È questa bellezza così generosa che, spesso, ci ha rimesso in pace e armonia con un Paese a tratti spigoloso.
3) LA CITTÀ CHE NON C'ENTRA NULLA
Sicuramente il nostro luogo preferito in Georgia è stato Tbilisi.
Una città che non c'entra davvero nulla con il resto del Paese.
Viva, colorata, moderna ma anche antica e con tante storie che si mescolano.
Una capitale molto sottovalutata ma che ha il suo perché.
È guardandola dall'alto che mi sono davvero accorta della sua bellezza.
Dal vetro della funivia che ci portava sulla cima di una delle colline della città, ho visto il fiume Kura, i tetti delle case della città vecchia, i tanti ponti uno diverso dall'altro, i muri con la street art.
E mi è piaciuta Tbilisi.
Una città che sembra qualcuno abbia spostato da un altro Paese e messo qui.
Nonostante la recente perdita di valore dell'euro, quello che si spende per mangiare, dormire e spostarsi in Georgia è ancora molto basso se rapportato ad altri Paesi europei.
Ma ora veniamo ai "contro".
1) IL FILO SOTTILE SU CUI SI GUIDA
Sicuramente, durante un viaggio in Georgia, non si può non notare quanto sia sottile il filo che divide un bel roadtrip da un frontale.
Le strade che da asfaltate diventano sterrate e le buche che sembrano porte verso un altro mondo, sono solo una parte dello stress di guidare in Georgia.
Il vero problema sono gli altri automobilisti.
Sorpassi assurdi.
Velocità da corse di formula uno.
Manovre che dire azzardate è un complimento.
Ho perso il conto delle volte in cui ci hanno mandato fuori strada o abbiamo dovuto inchiodare per evitare un incidente.
Questo stile di guida spiega anche perché moltissime macchine girino per strada senza paraurti anteriore e/o posteriore.
Guidare sulle strade georgiane è stata sicuramente un'avventura... si ma di quelle da dimenticare!
2) L'ARCHITETTURA BRUTALE
Escludendo Tbilisi, e poche altre eccezioni, le cittadine georgiane presentano molti edifici costruiti nello stile che è stato definito "brutalismo sovietico".
Enormi edifici squadrati in cemento.
Le linee sono nette, senza decori né fronzoli.
Il tempo ha fatto poi il resto aggiungendo quel senso di decadenza che, devo ammettere, un po' mi affascina.
A primo impatto queste costruzioni possono sembrare fuori posto e stonare con la bellezza indiscussa della natura.
Ma la realtà è che sono la testimonianza di una storia travagliata e di una cultura e uno stile di vita diversi.
Brutali e affascinanti allo stesso tempo.
3) L'ATTITUDINE
Ho lasciato per ultimo questo punto perché è quello che ha inciso di più sulla nostra esperienza in Georgia.
È molto soggettivo e frutto soltanto del nostro vissuto.
E probabilmente, venendo da un Paese eccezionalmente ospitale come la Turchia, ne abbiamo risentito ancora di più.
Ovviamente ogni generalizzazione è sbagliata e andrebbe evitata perché, come sempre, dipende molto da quello che uno cerca o si aspetta di trovare in un determinato luogo.
Ecco, dopo questa premessa lunga, forse scontata ma doverosa, devo dire che in Georgia non ci siamo trovati molto a nostro agio con le persone che abbiamo incontrato.
Ci sono state situazioni in cui ci siamo sentiti presi in giro in quanto turisti.
Altre in cui ci sembrava che la nostra presenza desse un po' fastidio.
A volte siamo stati proprio ignorati e nemmeno il nostro collaudato sorriso a 32 denti o le famose canzoni di Toto Cutugno hanno sciolto gli animi.
Ci abbiamo provato, davvero, ma qualcosa non ha funzionato.
Magari saremo stati sfortunati o magari siamo noi che non stiamo particolarmente simpatici ai georgiani.
Abbiamo superato il confine, la Georgia presto andrà ad occupare un posto nel cassetto dei ricordi e starà lì, senza un'etichetta perché quelle le odiamo sempre.
Ora tocca all'Armenia scrivere un altro pezzetto della nostra storia in viaggio.
Mi metto a fare una specie di bilancio di quello che è stato il nostro viaggio in quel Paese.
Quando ho visto in lontananza l'arco grigio della frontiera Georgia-Armenia, ho fatto lo stesso.
Era la prima volta che, con il van, visitavamo un Paese dell'ex Unione sovietica.
C'è stato un impatto forte, deciso e brutale proprio come quegli edifici squadrati a più piani che compaiono dal nulla in mezzo alla natura.
Per la Georgia, a differenza di altri Paesi, ho deciso di fare anche una sorta di lista dei pro e contro del nostro viaggio in queste terre.
Non è stato tutto rose e fiori, quindi un elenco del genere credo possa essere utile per portare con sé le cose belle e rivalutare quelle meno belle.
Partiamo con i pro.
Me ne vengono in mente almeno tre.
1) LA CUCINA CONFORTANTE
Pane e formaggio.
Ravioloni giganti ripieni.
Melanzane con le noci.
Impasti ripieni di fagioli.
La cucina georgiana è decisa, avvolgente e confortante.
I piatti, forse più adatti a periodi freddi, riempiono lo stomaco e scaldano il corpo.
I sapori non hanno mezze misure.
Il formaggio del kachapuri, la pizza georgiana, è forte e filante.
Lo si mischia con un tuorlo d'uovo crudo e del burro.
Il colesterolo sale solo a guardare la scena ma la bocca golosa ringrazia.
E poi i ravioli, i kinkhali. Si mangiano con le mani e il ripieno all'interno fa da condimento.
Il primo morso è sempre una sorpresa e, se non si fa attenzione, anche un'ustione.
2) LA NATURA BELLA E IMPOSSIBILE
"Che paesaggio!"
L'avremo ripetuto decine di volte mentre attraversavamo le verdi vallate e i canyon.
La Georgia ci ha regalato delle viste pazzesche ed è capitato spesso di sentirci come ne "Il signore degli Anelli".
La natura in questa zona si è impegnata davvero molto.
Ha creato montagne altissime, fiumi impetuosi e boschi fitti.
È questa bellezza così generosa che, spesso, ci ha rimesso in pace e armonia con un Paese a tratti spigoloso.
3) LA CITTÀ CHE NON C'ENTRA NULLA
Sicuramente il nostro luogo preferito in Georgia è stato Tbilisi.
Una città che non c'entra davvero nulla con il resto del Paese.
Viva, colorata, moderna ma anche antica e con tante storie che si mescolano.
Una capitale molto sottovalutata ma che ha il suo perché.
È guardandola dall'alto che mi sono davvero accorta della sua bellezza.
Dal vetro della funivia che ci portava sulla cima di una delle colline della città, ho visto il fiume Kura, i tetti delle case della città vecchia, i tanti ponti uno diverso dall'altro, i muri con la street art.
E mi è piaciuta Tbilisi.
Una città che sembra qualcuno abbia spostato da un altro Paese e messo qui.
I tre punti "pro" di questa lista sono i primi ad essermi venuti in mente.
Ne aggiungerei ancora solo uno: i prezzi.Nonostante la recente perdita di valore dell'euro, quello che si spende per mangiare, dormire e spostarsi in Georgia è ancora molto basso se rapportato ad altri Paesi europei.
Ma ora veniamo ai "contro".
VIDEO:
1) IL FILO SOTTILE SU CUI SI GUIDA
Sicuramente, durante un viaggio in Georgia, non si può non notare quanto sia sottile il filo che divide un bel roadtrip da un frontale.
Le strade che da asfaltate diventano sterrate e le buche che sembrano porte verso un altro mondo, sono solo una parte dello stress di guidare in Georgia.
Il vero problema sono gli altri automobilisti.
Sorpassi assurdi.
Velocità da corse di formula uno.
Manovre che dire azzardate è un complimento.
Ho perso il conto delle volte in cui ci hanno mandato fuori strada o abbiamo dovuto inchiodare per evitare un incidente.
Questo stile di guida spiega anche perché moltissime macchine girino per strada senza paraurti anteriore e/o posteriore.
Guidare sulle strade georgiane è stata sicuramente un'avventura... si ma di quelle da dimenticare!
2) L'ARCHITETTURA BRUTALE
Escludendo Tbilisi, e poche altre eccezioni, le cittadine georgiane presentano molti edifici costruiti nello stile che è stato definito "brutalismo sovietico".
Enormi edifici squadrati in cemento.
Le linee sono nette, senza decori né fronzoli.
Il tempo ha fatto poi il resto aggiungendo quel senso di decadenza che, devo ammettere, un po' mi affascina.
A primo impatto queste costruzioni possono sembrare fuori posto e stonare con la bellezza indiscussa della natura.
Ma la realtà è che sono la testimonianza di una storia travagliata e di una cultura e uno stile di vita diversi.
Brutali e affascinanti allo stesso tempo.
3) L'ATTITUDINE
Ho lasciato per ultimo questo punto perché è quello che ha inciso di più sulla nostra esperienza in Georgia.
È molto soggettivo e frutto soltanto del nostro vissuto.
E probabilmente, venendo da un Paese eccezionalmente ospitale come la Turchia, ne abbiamo risentito ancora di più.
Ovviamente ogni generalizzazione è sbagliata e andrebbe evitata perché, come sempre, dipende molto da quello che uno cerca o si aspetta di trovare in un determinato luogo.
Ecco, dopo questa premessa lunga, forse scontata ma doverosa, devo dire che in Georgia non ci siamo trovati molto a nostro agio con le persone che abbiamo incontrato.
Ci sono state situazioni in cui ci siamo sentiti presi in giro in quanto turisti.
Altre in cui ci sembrava che la nostra presenza desse un po' fastidio.
A volte siamo stati proprio ignorati e nemmeno il nostro collaudato sorriso a 32 denti o le famose canzoni di Toto Cutugno hanno sciolto gli animi.
Ci abbiamo provato, davvero, ma qualcosa non ha funzionato.
Magari saremo stati sfortunati o magari siamo noi che non stiamo particolarmente simpatici ai georgiani.
Abbiamo superato il confine, la Georgia presto andrà ad occupare un posto nel cassetto dei ricordi e starà lì, senza un'etichetta perché quelle le odiamo sempre.
Ora tocca all'Armenia scrivere un altro pezzetto della nostra storia in viaggio.
Angela&Paolo