La Sezione di Lecco dell'Associazione Nazionale Alpini ha 100 anni, una targa 'per non dimenticare'. E andare avanti, insieme
Alle 21 del 27 luglio 1922, nella sala consiliare del Municipio di Lecco, allora in via Roma, veniva istituita la locale sezione dell'Associazione Nazionale Alpini. A 100 anni di distanza, alla stessa ora, nello stesso posto, ieri sera, sulla facciata dell'immobile posto al civico 41, è stata benedetta una targa, voluta da penne nere e amministrazione comunale "per non dimenticare", come - con semplicità - è stato scritto sulla lastra, scoperta alla presenza di un nutrito pubblico.
Il delegato al consiglio nazionale Mario Penati, il Colonnello Massimiliano Cigolini,
il vessillo della sezione di Lecco e il Presidente Marco Magni
Presenti infatti - e non poteva essere altrimenti - i gagliardetti di tutti i gruppi del territorio nonché i labari delle sezioni più prossime, insieme a decide di alpini - anche in rappresentanza della Protezione civile ANA - schierati fianco a fianco delle autorità civili e militari intervenute alla cerimonia. "Se noi ci guardiamo attorno - ha detto nel proprio intervento, proprio rifacendosi alla platea, il Colonnello Massimiliano Cigolini, comandante del Quinto Reggimento, accompagnato dal tenente colonnello Mario Renna - c'è una bellissima parte d'Italia. Non mi riferisco solo agli alpini, sarebbe vincere facile. Mi riferisco al fatto che qui ci sono le Istituzioni, gli enti territoriali, c'è la popolazione, la cittadinanza. I valori che portano gli alpini - lo spirito di corpo, lo spirito di sacrifico e la solidarietà - sono valori trasversali a ogni colore politico. Ci sono persone buone e degne che questi valori li portano avanti e vengono qua a testimoniarlo. Questa è la grande forza degli alpini e dell'associazione nazionale alpini. Per me, ripeto, questa è una serata fantastica".
Cadenzata da Emiliano Invernizzi - nelle vesti di cerimoniere - ed allietata dalla Banda sezionale, la cerimonia si è aperta con l'ingresso del gonfalone della città di Lecco, scortato dal sottosegretario regionale Antonio Rossi e dal primo cittadino Mauro Gattinoni. "Per noi sindaci sapere che ci siete voi alpini è sempre una garanzia, nelle cose grandi e nelle cose piccole" ha riconosciuto quest'ultimo con gratitudine anche in rappresentanza dei colleghi sindaci di tutta la Provincia, diversi dei quali intervenuti personalmente - in fascia tricolore - all'iniziativa, rendendo omaggio a quella che il borgomastro di Lecco ha indicato come "la più grande associazione italiana, non solo per numero di iscritti ma per la capacità, per il servizio, che pone nei confronti della comunità".
"Voi - ha sostenuto la Presidente della Provincia Alessandra Hofmann, rivolgendosi direttamente alle penne nere - siete l'espressione più bella, per i valori che portate, della nostra Costituzione e del nostro Tricolore. Noi abbiamo solo che da prendere esempio da voi, dai vostri valori e prendere spunto anche dal vostro statuto".
Don Davide durante la benedizione della lapide alle sue spalle
Entrato il vessillo sezionale e dopo l'alzabandiera, alla scopertura della lapide ha preso la parola, per la benedizione, il Prevosto don Davide Milani, ponendosi tre domande a cominciare dal "perché sono qui?". "E' la sera in cui posso, possiamo, provare a fare un miracolo. Provare a trasformare questa pietra: da materiale lapideo farla diventare carne. Questo miracolo è possibile grazie a tutto quello che gli alpini hanno fatto e continueranno a fare. Se da questa sera, passando da qui, guarderete questa lapide, guarderemo questa lapide, con orgoglio, con ammirazione, con impegno, con qualche interrogativo - come posso fare per imitare tutti quelli che in questi 100 anni si sono ritrovati e hanno fatto parte dell'associazione alpini? cosa posso fare io per aggiungere storia a questa storia? - questa lapide da materiale inerte diventerà di carne e continuerà a dare calore, forza e sostanza alla nostra città. Seconda domanda, cosa imparo questa sera? Io imparo una dote che invidio - alle volte l'invidia può essere positiva - ed è il senso di appartenenza. Voi avete un senso di appartenenza fortissimo. Uno quando è alpino è alpino per sempre: è un legame tra i più forti. Ecco, in un'epoca in cui vogliamo essere liberi da tutto, vogliamo poter cambiare idea, vogliamo poter cambiare i nostri connotati, vogliamo poter cambiare l'appartenenza, vogliamo un pò essere dimenticati per essere liberi di fare un pò quello che riteniamo, di non essere visti, di essere sciolti da ogni legame voi ci insegnate invece che bisogna essere fedeli, che bisogna avere il coraggio di essere quelli che si è sempre stati. Certo si cresce e si cambia. Però è un senso di appartenenza , di essere di qualcuno: del proprio Corpo, della propria brigata, della propria città, della propria comunità. Ecco imparo questo questa sera. E la terza domanda che mi faccio è cosa ci dice, cosa ci insegna questa lapide in questo momento. E a me insegna che forse noi abbiamo bisogno di guardare un pò indietro, di guardare a ciò che è storia. Questa lapide dice di una presenza a Lecco che ha 100 anni. Ecco dovremmo iniziare a guardare 100 anni avanti. Purtroppo viviamo in un tempo in cui tutti vogliono qualcosa subito. Invece proviamo a guardare 100 anni, a dire io mi impegno adesso per una cosa che magari si svilupperà tra 100 anni. Secondo me la nostra città, la nostra società, la nostra Chiesa magari anche il Corpo degli alpini - che già va bene - potrà andare sicuramente meglio".
L'omaggio ai caduti
Reso onore anche ai caduti, dopo un ricordo (obbligato) dei suoi predecessori, il Presidente della Sezione Marco Magni, rivolgendosi ai suoi alpini - "che tanto hanno fatto e sono sicuro tanto faranno, senza mai tirarsi indietro perché sotto al cappello batte un cuore grande" - e alle Istituzione ha invocato una ripartenza. "Dopo 100 anni - ha scandito con fermezza - qui ci dobbiamo promettere un ripartenza, tutti insieme, nessuno escluso. I valori non cambiano, sono sempre quelli, è per quello che dobbiamo collaborare, insieme anche se ci saranno sempre contrasti. Io credo che questa sezione, senza fare autocelebrazione, abbia dimostrato che se si cammina tutti insieme i risultati ci sono, tutti insieme. La sezione di Lecco lo ha fatto e continuerà a farlo, per altri 100 anni e non ho paura di essere smentito".
Ribadendo il "sacrosanto dovere di trasmettere i nostri valori", il numero uno delle penne nere lecchesi, nel ringraziare anche "le nostre donne", ha fatto accenno anche alle polemiche seguite all'adunata di Rimini. "A chi ha tentato di infangare il nostro nome, mi dispiace ma "da qui non si passa": il cappello ha dato tutte le risposte che doveva dare, senza troppe parole ma con tanti fatti, come è stato per la nostra sezione per 100 anni".Ecco dunque l'invito del consigliere nazionale Mario Penati, ad andare avanti, "solidali e convinti che abbiamo ancora un futuro".Il prossimo impegno è già dietro l'angolo: dopo aver ospitato le prime marce dell'iniziativa 150 Cime, il 22-23 ottobre sono attese a Lecco circa 20.000 persone per il Raduno del secondo Raggruppamento ANA che riguarderà prevalentemente le sezioni di Lombardia e Emilia Romagna. I festeggiamenti per il centenario della sezione (e i 150 anni di fondazione del Corpo) proseguono.
A.M.