Lecco: in piazza Diaz presidio poco partecipato (e disturbato) per la Pace
Presidio anche a Lecco per la giornata di mobilitazione nazionale “Europe for peace” promossa dalla rete italiana per la pace e il disarmo con una serie di iniziative nelle città italiane per chiedere la fine della guerra in Ucraina: “Tacciano le armi, negoziato subito! Verso una conferenza internazionale di pace”, la parola d’ordine.
La mobilitazione era stata proclamata per la data simbolica del 23 luglio, a cinque mesi esatti dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, avvenuta il 24 febbraio scorso.
Maria Grazia Caglio
L’appuntamento lecchese era in piazza Diaz, davanti al municipio. Lungo l’elenco delle associazioni aderenti, ma certo non molto nutrita la partecipazione alla manifestazione: sarà stato il sabato d’estate, le vacanze, l’orario o anche lo scoramento per l’andamento di un conflitto che pare inarrestabile e, anzi, destinato ad allargarsi. Ma è proprio per questo scoramento – è stato sottolineato – che è importante continuare a far sentire la voce di chi chiede che si ponga fine alla guerra.Alberto Bonacina
Ben diversa era stata la partecipazione alle iniziative promosse a ridosso dell’invasione e che avevano visto anche la partecipazione di esponenti della comunità ucraina presente nel territorio, con lo sventolio di bandiere gialloblù – appunto i colori nazionali – questa volta assenti.Stefano Sacco
Al presidio hanno parlato Stefano Sacco di “Pax Christi” e Maria Grazia Grazia Caglio del Coordinamento lecchese per la pace. Nei loro interventi, oltre a ribadire la condanna dell’invasione russa dell’Ucraina, è stato chiesto il riavvio dei negoziati che vedano protagonista l’Onu. Ricordando come le guerre siano sempre un fallimento, testimoniato dai precedenti di Kosovo, Iraq e Afghanistan. A 150 giorni dall’inizio della nuova guerra in Europa, l’interrogativo è sul destino delle trattative e sul ruolo dell’Unione Europea, chiamata a un contributo da protagonista nella mediazione diplomatica. E se i pacifisti sono visti negativamente «non possiamo credere – ha aggiunto Caglio – di sbagliare nell’essere qui. Sappiamo che la pace è un’utopia ma dobbiamo crederci».Successivamente, Alberto Bonacina, presidente dell’associazione “Libera”, ha letto una riflessione sulla pace di don Tonino Bello.
Il disturbatore
La poca partecipazione, peraltro, ha reso possibile che si prendesse la ribalta un disturbatore che ha reso necessario l’intervento degli agenti.
D.C.