Milano-Colico: altro treno del venerdì pomeriggio 'monco' (con l'esercito davanti alle porte)
Il venerdì pomeriggio, quando per tanti si avvicina la fine della settimana lavorativa e il pensiero corre all’aperitivo serale, alla gita al lago o alla passeggiata in montagna del week-end, per i pendolari lecchesi c’è un ostacolo in più da superare: il rientro a casa con il treno.
Per due venerdì consecutivi, infatti, la linea che da Milano Centrate porta a Colico (fino a settembre il treno da lì a Tirano è sostituito da autobus per lavori alle infrastrutture) ha riservato delle sorprese a pendolari, turisti e anche milanesi in partenza per un fine settimana al lago o in montagna.
Venerdì 15 luglio il treno in partenza alle 14.20 è stato mandato sui binari della stazione Centrale con metà delle carrozze e quindi della capienza: in breve si è riempito fino a scoppiare, con persone in piedi, pigiate e senza spazio per muoversi, appoggiare i bagagli o anche reggersi ai supporti. Una situazione davvero pesante, considerando anche il caldo e la preoccupazione per non poter tenere un minimo di distanza interpersonale in un momento in cui i contagi da Covid-19 sono in continua crescita.
Stessa scena si è ripresentata una settimana dopo, poche ore fa, con alcune varianti. Questa volta ad arrivare “monco” è stato il treno delle 16.20 e per evitare l’imbarazzante assembramento della settimana precedente, alle porte di ciascuna carrozza c’erano uomini dell’esercito o della polizia o personale di Trenord che hanno impedito l’accesso sul treno. Decine le persone che sono rimaste a terra e hanno preso il treno successivo, arrivando a destinazione un’ora dopo.
Un disagio non da poco, che si somma a ritardi e cancellazioni quotidiani che rendono davvero difficile la vita ai pendolari che tutti i giorni scelgono il treno al posto di alimentare il traffico e non contribuiscono nemmeno alla promozione turistica del territorio.
Per due venerdì consecutivi, infatti, la linea che da Milano Centrate porta a Colico (fino a settembre il treno da lì a Tirano è sostituito da autobus per lavori alle infrastrutture) ha riservato delle sorprese a pendolari, turisti e anche milanesi in partenza per un fine settimana al lago o in montagna.
Venerdì 15 luglio il treno in partenza alle 14.20 è stato mandato sui binari della stazione Centrale con metà delle carrozze e quindi della capienza: in breve si è riempito fino a scoppiare, con persone in piedi, pigiate e senza spazio per muoversi, appoggiare i bagagli o anche reggersi ai supporti. Una situazione davvero pesante, considerando anche il caldo e la preoccupazione per non poter tenere un minimo di distanza interpersonale in un momento in cui i contagi da Covid-19 sono in continua crescita.
Stessa scena si è ripresentata una settimana dopo, poche ore fa, con alcune varianti. Questa volta ad arrivare “monco” è stato il treno delle 16.20 e per evitare l’imbarazzante assembramento della settimana precedente, alle porte di ciascuna carrozza c’erano uomini dell’esercito o della polizia o personale di Trenord che hanno impedito l’accesso sul treno. Decine le persone che sono rimaste a terra e hanno preso il treno successivo, arrivando a destinazione un’ora dopo.
Un disagio non da poco, che si somma a ritardi e cancellazioni quotidiani che rendono davvero difficile la vita ai pendolari che tutti i giorni scelgono il treno al posto di alimentare il traffico e non contribuiscono nemmeno alla promozione turistica del territorio.