Lecco, PGT: nuovo confronto con la società civile per parlare di sostenibilità
“Che tipo di città immaginate?” Questa la sollecitazione rivolta dall’assessore all’Urbanistica Giuseppe Rusconi all’apertura del secondo incontro dedicato al confronto con la società civile sulle linee guida proposte dall’amministrazione comunale per la variante generale al Piano di governo del territorio (Pgt). Un forum, quello di martedì sera, dedicato alla sostenibilità e che ha visto la partecipazione di sindacati e associazioni, oltreché di cittadini.
Il primo a prendere la parola è stato il segretario generale della Cgil di Lecco, Diego Riva, che ha subito puntato l’attenzione sul fatto che quello che stiamo vivendo sia “un momento delicato” ma proprio per questo foriero di “grandi opportunità”. Opportunità che la città può cogliere solo se le sue varie anime si mettono in “sintonia” guidate da una “chiara programmazione pubblica e da un’idea di sviluppo diversa”. “Le città sono quei luoghi dove si vince o si perde la sfida della sostenibilità”, ha detto il sindacalista facendo degli esempi concreti: l’insediamento industriale “che va preservato”, lo sviluppo di prossimità “con attenzione al piccolo commercio”, la valorizzazione dei parchi e del verde pubblico e infine la casa. "In passato ci sono state politiche urbane dissociate che hanno portato alla costruzione di tante case che ora sono disabitate e di quartieri senza servizi adeguati e luoghi di aggregazione".
Un tema affrontato anche da Giulio Oreggia del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl: “Rappresento una fascia di persone che probabilmente non potrà mai avere una casa propria e di loro va tenuto conto: da un lato la legge regionale limita fortemente l’accesso alla casa popolare e dall’altro ci sono persone che vivono in condizioni disagiate e rischiano lo sfratto per morosità, parliamo anche di persone che sono in povertà pur lavorando. Manca un piano nazionale sulla casa. Le linee guida del Pgt dicono che bisogna ‘rendere gli insediamenti sicuri, sostenibili e resilienti’ sarebbe una bellissima cosa, soprattutto se fatta senza deturpare ulteriormente l’ambiente”.
Un intervento “non costruttivo”, come lo ha definito egli stesso, quello di Paolo Trezzi, che si è concentrato sul tema dell’abitare con una premessa importante: “La partecipazione è un aspetto fondamentale ma al momento non c’è una partecipazione reale al dibattito, i cittadini andrebbero accompagnati alla costruzione di idee su uno strumento così importante ma anche molto tecnico”. Riprendendo le osservazioni allo scorso Pgt formulate nel 2014 da Qui Lecco Libera, Trezzi ha ricordato come quel piano si basasse su una previsione di crescita demografica spaventosa, di oltre 53mila abitanti che Lecco mai ha avuto. “È questo il piano su cui abbiamo lavorato in questi anni, un piano che prevedeva 458mila metri cubi di costruzione e 16 ambiti territoriali di cui ben 12 residenziali. Le case non vanno costruite ma forse qualcuna va abbattuta. Non sappiamo quante case disabitate ci sono a Lecco e in una città che espelle i giovani cittadini per questioni economiche, serve un ruolo del pubblico nell’attrarne di nuovi e non far andare via quelli che ci sono. La rigenerazione urbana rischia di diventare speculazione immobiliare, ma potrebbe essere lo strumento per ricavare residenze per i giovani. Il Pgt può farlo, così come può individuare soluzioni condivise per la mobilità che è sostenibile solo se è collettiva”.
A chiudere la discussione Gabriele Marinoni, presidente di Confcooperative dell’Adda: “Sostenibilità è sinonimo di realismo e non sono molte le possibilità di incidere in un momento storico come questo, quindi è necessario ragionare su interventi rigenerativi con il dovuto investimento sulle infrastrutture sociali e questo richiede un pensiero e un lavoro. Il tema dell’invecchiamento si declina da un lato incentivando nuove generazioni a venire o a rimanere in città, dall’altro non pensando che la risposta agli inevitabili problemi che porta con sé l’invecchiamento sia che tutte le persone abbiano i servizi a portata di mano ma considerando che i servizi devono essere un valore aggiunto alla prossimità che è la vera chiave”.
Lecco vista dai Piani d'Erna
Il primo a prendere la parola è stato il segretario generale della Cgil di Lecco, Diego Riva, che ha subito puntato l’attenzione sul fatto che quello che stiamo vivendo sia “un momento delicato” ma proprio per questo foriero di “grandi opportunità”. Opportunità che la città può cogliere solo se le sue varie anime si mettono in “sintonia” guidate da una “chiara programmazione pubblica e da un’idea di sviluppo diversa”. “Le città sono quei luoghi dove si vince o si perde la sfida della sostenibilità”, ha detto il sindacalista facendo degli esempi concreti: l’insediamento industriale “che va preservato”, lo sviluppo di prossimità “con attenzione al piccolo commercio”, la valorizzazione dei parchi e del verde pubblico e infine la casa. "In passato ci sono state politiche urbane dissociate che hanno portato alla costruzione di tante case che ora sono disabitate e di quartieri senza servizi adeguati e luoghi di aggregazione".
Un tema affrontato anche da Giulio Oreggia del Sicet, il sindacato degli inquilini della Cisl: “Rappresento una fascia di persone che probabilmente non potrà mai avere una casa propria e di loro va tenuto conto: da un lato la legge regionale limita fortemente l’accesso alla casa popolare e dall’altro ci sono persone che vivono in condizioni disagiate e rischiano lo sfratto per morosità, parliamo anche di persone che sono in povertà pur lavorando. Manca un piano nazionale sulla casa. Le linee guida del Pgt dicono che bisogna ‘rendere gli insediamenti sicuri, sostenibili e resilienti’ sarebbe una bellissima cosa, soprattutto se fatta senza deturpare ulteriormente l’ambiente”.
Un’attenzione specifica su una fascia particolare della popolazione, ovvero gli anziani, l’ha posta Claudio Dossi, presidente di Auser Lecco, spiegando l’importanza di definire delle regole chiare nella costruzione o riqualificazione delle case che tengano conto del costante invecchiamento della popolazione. “Sostenibilità vuol dire prevenzione, così come tutela e promozione del verde e della natura vuol dire benessere. Tra pochi anni un terzo di questa città sarà costituita da anziani, dobbiamo iniziare a pensarci, innovando la filiera dei servizi e promuovendo la territorialità”.
Ha spostato il discorso sull’aspetto energetico Domenico Palezzato di Italia Nostra che ha ricordato come un tema sensibile di questi tempi come il risparmio energetico debba basarsi su un sistema di incentivazione dove la premialità è costituita da aspetti qualitativi. “Il nostro risparmio energetico è ridurre il consumo di energia e questo il Pgt lo può fare, così come può potenziare le aree verdi e migliorarne la fruizione”.
Un contributo ancora diverso quello portato da Angelo Riva, presidente del Crams e ambasciatore Rebirth/Terzo Paradiso, che ha posto come orizzonte quello della “città giusta, inclusiva ed ecologica”, ricordando che “‘green' non vuol dire costruire i parchi gioco per i bambini ma affrontare temi come la costituzione delle comunità energetiche e la sovranità alimentare”.
Interlocutorio l’intervento dell’architetto Ferruccio Favaron: “Che cosa sarà questa città nel 2030 e nel 2040? Ci saranno molti anziani, quali bisogni avranno? Come relazionare questi bisogni con quelli del mondo giovanile? Ha ancora senso parlare di casa di proprietà? Il Pgt deve dare risposte al cittadino ovvero servizi. Una strada da intraprendere può essere quella di assegnare ad ogni cittadino una ‘quota volumetrica’ che deve essere garantita anche a chi non può comprare una casa”.
Un intervento “non costruttivo”, come lo ha definito egli stesso, quello di Paolo Trezzi, che si è concentrato sul tema dell’abitare con una premessa importante: “La partecipazione è un aspetto fondamentale ma al momento non c’è una partecipazione reale al dibattito, i cittadini andrebbero accompagnati alla costruzione di idee su uno strumento così importante ma anche molto tecnico”. Riprendendo le osservazioni allo scorso Pgt formulate nel 2014 da Qui Lecco Libera, Trezzi ha ricordato come quel piano si basasse su una previsione di crescita demografica spaventosa, di oltre 53mila abitanti che Lecco mai ha avuto. “È questo il piano su cui abbiamo lavorato in questi anni, un piano che prevedeva 458mila metri cubi di costruzione e 16 ambiti territoriali di cui ben 12 residenziali. Le case non vanno costruite ma forse qualcuna va abbattuta. Non sappiamo quante case disabitate ci sono a Lecco e in una città che espelle i giovani cittadini per questioni economiche, serve un ruolo del pubblico nell’attrarne di nuovi e non far andare via quelli che ci sono. La rigenerazione urbana rischia di diventare speculazione immobiliare, ma potrebbe essere lo strumento per ricavare residenze per i giovani. Il Pgt può farlo, così come può individuare soluzioni condivise per la mobilità che è sostenibile solo se è collettiva”.
Un tema accennato anche dall’ingegner Vincenzo Buizza nel suo intervento, nel quale si è chiesto se “la città è per le auto o per le persone”, sottolineando come “le tante macchine in sosta intasano la città e rendono la mobilità impossibile. La sostenibilità si sposa con la cura, l’attenzione e la manutenzione”.
M.V.