Lago: botte alla compagna (anche mentre era incinta), il PM chiede 4 anni e mezzo
La Procura, nella persona del sostituto Giulia Angeleri, ha chiesto la condanna dell'imputato a ben 4 anni e mezzo. Sarà difficile, la prossima settimana, per la difesa "picconare" un impianto accusatorio ritenuto della pubblica accusa così solido da avanzare una proposta di pena tanto alta. Del resto anche l'avvocato Elda Leonardi, parte civile, quest'oggi, ripercorrendo l'intera vicenda finita all'attenzione del collegio giudicante del Tribunale di Lecco - presidente Martina Beggio, a latere Giulia Barazzetta e Gianluca Piantadosi - ha a più riprese sottolineato l'attendibilità della propria assistita, riscontrata anche dalle dichiarazioni testimoniali di soggetti terzi, estranei dunque rispetto alla vita di coppia della donna e dell'imputato, oggetto del procedimento. Maltrattamenti in famiglia e lesioni infatti i reati contestati ad un 41enne di origini siciliane, assistito dall'avvocato Stefano Didonna, oggi sostituito da un collega che ha chiesto il differimento della propria discussione per permettere al "titolare" di intervenire personalmente.
Il primo episodio di violenza incontrollata inserito nel capo d'imputazione risalirebbe al 4 luglio 2018 quando la donna, allora residente sul Lago, incinta - "non me la sono sentita poi di portare avanti la gravidanza" - sarebbe stata colpita con un calcio in pancia dal compagno, al rientro, ubriaco, da una serata con gli amici. Tutto ciò ad un anno dall'inizio di una relazione che si sarebbe conclusa solo a fine 2019, dopo una seria di altri momenti di tensione, per lo più legati - secondo il racconto reso in Aula dalla vittima - dalla gelosia accecante del convivente e dall'abuso di alcol (se non di sostanze). Il 41enne sarebbe arrivato, per fare un esempio, a vedere nel letto della compagna un altro uomo... che però non c'era effettivamente.
Il 9 giugno 2019, le avrebbe dato della poco di buono con la discussione poi degenerata, con oggetti danneggiati o lanciati fuori casa e la donna spintonata. Nella notte tra il 5 e 6 agosto, l'imputato avrebbe poi avuto un incidente con l'auto di lei, facendosi trovare l'indomani al bar - con il bicchiere in mano - per poi rincorre la compagna per casa, prima che lei riuscisse a scappare via. In un'altra circostanza, dopo un'uscita, l'uomo avrebbe preso a pugni in faccia la denunciate, mentre la stessa guidava, facendole anche dei "dispetti" come tirare il freno a mano durante la marcia, per poi "fare il matto" anche alla presenza del figlioletto di lei, appena ritirato a casa di un amico. "Mi ha fatto insultare anche da mio figlio che ha dovuto dirmi che sono una puttana, altrimenti - diceva - sarebbe andato contro un muro". Aveva sostenuto, nella propria deposizione, la persona offesa. 30 mila euro la provvisionale chiesta quale risarcimento. Giovedì prossimo l'arringa della difesa e la sentenza.