Lecco: 2 marocchini fermati in stazione dopo controlli per un tentato furto risultano irregolari, in Questura danno di matto ma... sono liberi
Una volante in stazione (immagine di repertorio)
Due magrebini, entrambi giovanissimi essendo nati nel 1994 e nel 1999, nella tarda mattina odierna sono stati tradotti - non senza ulteriori difficoltà, essendosi "agitati" anche nel breve tragitto verso il Palazzo di Giustizia - al cospetto del giudice Giulia Barazzetta per la convalida di un arresto operato ieri da personale della Polizia di Stato.
Gli agenti erano intervenuti dopo un tentato furto segnalato da un cittadino in pieno centro: l'uomo all'interno dello store di una nota catena di abiti low cost in via Roma sarebbe stato avvicinato da un soggetto che avrebbe provato a sfilargli il contenuto della borsa che aveva sulla spalla. Senza riuscire nel proprio intento. L'accaduto è stato comunque segnalato prontamente alla 112, fornendo anche la descrizione di due "sospettati". Una descrizione che i poliziotti coinvolti nelle "ricerche" hanno ritenuto calzante con il profilo di due ragazzi poi individuati presso la stazione ferroviaria, tra i primi luogo attenzionati essendo spesso meta di chi cerca di dileguarsi dopo "averla combinata". Fermati, entrambi i ventenni sono risultati irregolari venendo così portati in Questura per le formalità di rito. Negli uffici avrebbero dato in escandescenze, colpendo anche uno degli operatori e facendo poi scattare l'arresto. Uno dei due in Tribunale, dopo la nottata movimentata negli Uffici di Corso Promessi Sposi, è arrivato non solo ammanettato ma anche con una fascetta contenitiva all'altezza delle spalle. Maglia verde - indicata come un segno distintivo in certi ambienti - e sguardo da duro, era chiamato a rispondere, come il connazionale, di resistenza a pubblico ufficiale, assistito dall'avvocato Alessandro Dell'Oro. Originario di un quartiere non propriamente tranquillo di Casablanca, in Italia - senza permesso e senza un'occupazione pur essendosi dichiarato senza fornire ulteriori specifiche "bracciante" - da soli cinque mesi e già finito in questo breve lasso di tempo all'attenzione delle forze dell'ordine in più città, è risultato comunque incensurato (non essendo arrivati al pettine i fascicoli già aperti a suo carico in altre Procure). Una condizione quest'ultima che gli ha permesso di... uscire dall'Aula da uomo libero o quasi. Il giudice ha disposto a suo carico, infatti, solo il divieto di dimora nel comune di Lecco (il pm d'udienza, il viceprocuratore onorario Pietro Bassi, aveva chiesto l'estensione a tutta la provincia). Idem per l'altro, nel nostro Paese da 5 anni, lavoratore pur irregolare. Dovranno restare lontani dal capoluogo e tornare in Aula (lo faranno?) il 12 settembre per il processo a loro carico. Per ora sono fuori. Di nuovo in giro. Mentre i cittadini invocano sicurezza e "pene certe".
A.M.