L'opinione: Leccotourism.it un portale 'volantino' che alimenta la sfida al pomodoro più grosso
Naturalmente, gli studiosi di folklore ci hanno insegnato come nella cultura popolare gli stessi temi possano ritrovarsi in luoghi distantissimi e apparentemente non comunicanti. E così sarà anche per le sonorità. Lasciamo quindi a etnografi e musicologi il giudizio sulla colonna sonora del video che dovrebbe essere vetrina turistica di Lecco. Una musica che, a chi scrive, suona un po’ tirolese.
Vero che occorre dare il tempo al tempo, che si è agli esordi. Che – come si ama dire oggi – è tutto un “work in progress”. E pertanto che si debba avere pazienza. Ma qualche considerazione “al nastro di partenza” va pur fatta.
In quanto a presentazione, nulla da dire, il sito si presenta bene. Ordinato, le immagini che cambiano, le “esperienze” proposte, il suo bel logo con tanto di spiegazione e il video pubblicitario con la musica (tirolese o meno). Il fatto è che il sito non è altro che la riproposizione sotto forme diverse del “catalogo delle esperienze”, l’opuscolo cartaceo realizzato in concomitanza con il logo e distribuito in diecimila copie nelle strutture ricettive della città. A quello si aggiunge il pieghevole di “Lecco ama la montagna” pubblicato pari pari come allegato in pdf e senza modifiche. Per esempio, vi si annuncia ancora il concerto di Giovanni Allevi ai Piani d’Erna la sera del 2 luglio. Che non ci sarà, dopo che il musicista ha disdetto tutti gli impegni per ragioni di salute. E che sarà sostituito dal concerto di Ron il 15 luglio, come annunciato dal Comune proprio nelle ore in cui si avviava il nuovo sito. Che non ne fa menzione. Presenti inoltre le semplice locandine di “Costellazioni culturali lecchesi”, "Altri Percorsi" e "Lecco Jazz". Nulla più. Non si ha notizia, per esempio, dei fuochi d’artificio in programma per questa sera e per annunciare i quali è stata addirittura convocata una conferenza stampa. Nemmeno si ha notizia delle mostre d’arte che l’assessore alla cultura Simona Piazza presenta ogni volta come importanti rassegne per il turismo culturale. Lo ha ripetuto proprio venerdì sera inaugurando l’esposizione dedicata al fotografo Elio Luxardo. Della quale il sito “leccotourism” non ci informa.
Ci permettiamo però qualche valutazione complessiva. Fatto com’è fatto, il sito internet rischia d’essere un luogo morto sul quale il turista alla ricerca di informazioni trova notizie non aggiornate e soprattutto non ha quelle informazioni pratiche che generalmente sono quanto si va a cercare in internet. Non rimane che telefonare all’ufficio turistico, come del resto viene suggerito. Evidentemente si è preferito puntare sui due canali social – Instagram e Facebook – che consentono forse una maggior penetrazione, essendo i siti internet tradizionali ormai roba da vecchi bacucchi che non escono più di casa.Però, la prima impressione è quella di un’occasione persa: un sito utilizzato esclusivamente per pubblicare un opuscolo e un pieghevole non ha molto senso. Diamo tempo al tempo, certo. Ma la sensazione è che, su questa storia del turismo, ciascuno vada ancora per conto proprio. Politici, enti pubblici, operatori economici. Ciascuno si inventa la propria ricetta e amen. Tanti proclami, auspici di collaborazione e poi la solita vecchia storia dell’orticello con la gara a chi produce il pomodoro più grosso. In una terra, a dirla tutta, che chiuderebbe i ponti per non ritrovarsi troppi milanesi sui sentieri di montagna o sulle spiagge del lago.
Dario Cercek