Lecco: la Festa del lago ha 85 anni, tanti i ricordi del passato

La Festa del lago ha 85 anni. Venne infatti avviata come cerimonia religiosa con la benedizione delle acque nel maggio 1937 dal prevosto mons. Giovanni Borsieri, ricordato nella più che lodevole struttura di accoglienza di via San Nicolò, vicino alla basilica. Questo rito era “copiato” dalla grande festa del mare di Bari nella stagione primaverile, nell’annuale ricorrenza della trafugazione del corpo del patrono San Nicola da Mira, in Turchia, con l'avventurosa e coraggiosa navigazione dei marinai locali. La cerimonia di benedizione avvenne davanti al monumento ai Caduti. Nelle prime edizioni della festa del lago spicca quella del maggio 1940, un mese prima del coinvolgimento dell’Italia nella tragedia della Seconda guerra mondiale: è stata l’ultima iniziativa di popolo prima dei cinque anni, tremendi e durissimi, di lutti e rovine, 1940/1945.


Imbarcazioni presso la statua a lago di San Nicolò

La giornata vide la processione pomeridiana con la statua e la reliquia di San Nicola. Sul lago vi erano equipaggi della Canottieri, oltre a barcaioli e pescatori con i nuovi natanti inaugurati presso la darsena della società bluceleste di via Nullo. In mattinata era stato aperto il rinnovato sagrato, presente il vice podestà Alfredo Mira. Una novità fu la collocazione di altoparlanti sul campanile per “diffondere ovunque canti e musiche”, come scrisse un periodico locale.
Cancellata nel periodo bellico, la festa riprese, sempre religiosa, intorno agli anni ’50, assumendo nuova importanza nel 1955 con l’inaugurazione della statua a lago di San Nicolò, opera dello scultore Mozzanica, presso la punta detta della Maddalena.
Nel 1956, con l’Ente Lecchese Manifestazioni, l'iniziativa associava un programma “civile” con nuoto, pallanuoto, motonautica, bande (anche infiorate), spettacolo pirotecnico. Divenne tradizionale l’appuntamento a fine giugno con la benedizione serale, tale dal 1963.


Lancio di paracadutisti sul piazzale del monumento ai Caduti

Nell’arco di 85 anni il lago è profondamente cambiato. Le prime feste erano intorno al “mondo piccolo” di barcaioli, pescatori, combolat, facchini del porto impegnati nel carico e scarico delle gondole. L'acqua aveva un peso nell’economia del territorio, con il movimento dei comballi nei giorni di mercato, il mercoledì e il sabato, in particolare. Il porto delle merci non c’è più; l’ultimo barcone ha lasciato l’approdo di Lecco nell’ottobre 1958 per una navigazione senza ritorno, quasi sparito nella brume autunnali di un triste e malinconico tramonto. Ora c’è il lago dei motoscafi, del surf, dello sci nautico e dei sub, delle canoe, delle micro crociere, dello sport, del turismo, del tempo libero: la fatica e i rischi di un tempo sembrano solo lontani ricordi.


Campionato italiano fuoribordo - edizione 1960

Non vi sono più nemmeno i popolari ritrovi della vecchia Lecco di area portuale, dai vicoli di piazza Cermenati a via Bovara, dove, alla “Barchetta”, al “Piazz”, al “Caval Bianco, alla trattoria “del Mercato” e in altri angoli del vecchio nucleo storico si ricordavano memorie e personaggi di un borgo di tempi andati. E per la festa del lago, per i vecchi marinai dell’acqua dolce, valga per tutti la memoria di Lorenzino Barindelli, con la sua Rosina targata 1904, che arrivava a Lecco dall’approdo di Loppia di Bellagio, per la cerimonia serale prima dei fuoco. Sono già passati quasi 25 anni dalla sua scomparsa, fedele nocchiero di una navigazione romantica e coraggiosa, che merita quanto meno un grato ricordo.
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