Siccità/2: a Malgrate il Lago è a -14cm dallo zero idrometrico, 'spiagge' lungo le sponde

Dopo aver percorso la Valsassina e aver notato come la siccità stia influenzando anche il territorio montuoso lecchese, scendiamo verso valle raggiungendo il lago di Lecco. Lungo il tragitto incontriamo il torrente Caldone, che, raccogliendo le acque delle montagne e dei torrenti sopra la città, la attraversa prima di gettarsi nel Lario. 

Arpa stima una portata fra i 50 e i 55 litri al secondo nei pressi di un punto di captazione, poco distante da dove ci troviamo. L’impressione visiva è che le condizioni del Caldone siano le migliori fra quelle dei torrenti che abbiamo avuto modo di vedere finora. Tuttavia, occorre ricordare che questo è il suo tratto prima dell’ingresso in città, al termine di un percorso lungo il quale nelle sue acque sono giunti diversi affluenti di montagna che avrebbero dovuto aumentarne la portata.
Raggiungendo il lago, la situazione è, anche solo visivamente chiara. La siccità degli affluenti, le scarse piogge e l’assenza di neve hanno portato il lago a ritirarsi sempre più. 

Fra il ponte Kennedy e le chiuse di Garlate, dove il lago confluisce nel fiume Adda, sono comparse ampie spiagge, su entrambe le sponde. Bagnanti cercano refrigerio dalle temperature superiori ai 35 gradi. Moto d’acqua e alcune barche di passaggio contribuiscono a restituirci l’impressione di un paesaggio e un ambiente differente da quello a cui siamo abituati.
 

Anche là dove l’acqua scorre, è possibile vedere chiaramente i fondali. Solo nella parte centrale del suo corso, l’Adda sembra restituire l’impatto visivo che lo caratterizzava prima della siccità straordinaria di quest’anno. Risaliamo fino a Malgrate. Anche qui, all’interno del bacino vero e proprio del lago, la situazione non appare differente: ampie spiagge sono emerse lungo le sponde.
 

Dopo una lieve ripresa nel mese di maggio, l’altezza del lago è continuata a calare. Attualmente, ha toccato i 14 centimetri al di sotto dello zero idrometrico a Malgrate. Il 21 giugno dello scorso anno, il lago era 95 centimetri sopra lo zero idrometrico. Il livello delle acque in località Fortilizio è ancora più basso, pari a 30 centimetri sotto lo zero idrometrico. Lo scorso anno era 86 centimetri al di sopra. Un’ulteriore tendenza alla diminuzione rapida del livello delle acque del Lario è in corso nelle ultime 72 ore. Come noto, a influenzare il livello del lago di Lecco, oltre alle piogge, è l’acqua in arrivo dalle valli alpine e dagli invasi artificiali. Assente la neve sulle vette e complice la situazione di siccità, attualmente il lago registra un afflusso di circa 134
metri cubi d’acqua al secondo, dopo aver toccato, nell’arco delle scorse giornate, anche livelli inferiori. Nel 1976 venne raggiunto l’afflusso medio minimo di 116
metri cubi al secondo.

Un record, non certo invidiabile, al di sotto del quale si è scesi – su base giornaliera - fra l’11 e il 14 giugno scorsi. La situazione degli invasi artificiali alpini, a monte del lago, sembra invece essere in controtendenza. Verso la metà del mese di aprile si contavano 71 milioni di metri cubi d’acqua conservati all’interno degli invasi, rispetto un potenziale teorico di 514milioni conservabili. Un’evidente situazione di difficoltà che, negli scorsi mesi, è andata leggermente migliorando. Lo scorso 19 giugno l’acqua conservata negli invasi alpini è, infatti, risalita fino a toccare i 178milioni di metri cubi. Valori che hanno fatto aumentare la percentuale di riempimento degli invasi artificiali passata dal 13.9% al 34.6%.
A dare una visione chiara di quello che sarà però l’andamento futuro del lago – in assenza di piogge – è il dato del deflusso delle acque in uscita dal Lario. A fronte del 134metri cubi in ingresso il deflusso delle acque è pari a 182metri cubi al secondo. Una differenza negativa, a svantaggio del lago, che descrive un quadro non dissimile da quello in corso negli altri bacini del nord Italia, dal lago Maggiore al lago d’Iseo e di Garda.
L.A.
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