Lungo le sponde del Gerenzone: bilancio positivo per il progetto
Venti associazioni coinvolte, 87 eventi organizzati con la partecipazione dei cittadini che in certi appuntamenti ha superato le 2mila persone. È questo il bilancio positivo del progetto “Lungo le sponde del Gerenzone”, finanziato dal Comune di Lecco attraverso il bando “Strategia” dello scorso anno. L’iniziativa si è svolta nei rioni di Rancio, Laorca, San Giovanni e Malavedo, proponendo attività tra le più disparate che potessero interessare tutta la comunità: dai pranzi ai momenti per bambini, dalla formazione con gli stranieri alla sartoria sociale e molto altro.
L’aspetto che ha caratterizzato questo progetto è stato quello di esportare il modello di lavoro sperimentato nella casa di quartiere Laorca Lab - spiega Barbara Rigamonti, operatrice del Servizio aiuto all’inclusione del Comune di Lecco che ha coordinato le attività - Abbiamo fatto pararle le associazioni che sono state in grado di lavorare insieme valorizzando la dimensione di ciascuno a beneficio della comunità. Sono state così elaborate proposte inclusive e accessibili a tutti che hanno raggiunto la popolazione dei quartieri e avuto un’altissima adesione. La lezione che abbiamo imparato è che questo metodo di lavoro delle associazioni potrebbe essere buona prassi anche per il futuro”.
Associazioni che hanno avuto appunto un ruolo centrale nel progetto, come sottolinea Marta Casalone di Lezioni al campo, capofila dell’iniziativa: “Abbiamo sperimentato una collaborazione positiva tra associazioni, con il Comune e con il mondo del volontariato ed è stata un’importante opportunità per rimetterci in gioco dopo la pandemia. È stato molto importante perché il progetto ha permesso di ridare valore ai luoghi che hanno una storia oltre che creare aggregazione e ridare importanza ai rioni”. La partecipazione del mondo associativo è stata così significativa che l’impegno volontario, che doveva rappresentare il 20% del finanziamento del progetto, ha finito per essere equivalente alla somma stanziata dal Comune, che, precisa ancora Rigamonti, “è stata fondamentale come start up e per fare ad esempio delle scelte ecologiche che diversamente sarebbero state impossibili”.
Un altro risvolto “collaterale” di questa iniziativa è stato quello di attivare delle “sentinelle di comunità” che possano intercettare i bisogni delle persone nei loro luoghi di vita e questo è stato possibile “grazie al grosso lavoro di attivazione di comunità e al coordinamento di competenze e specificità. Elementi che vanno tenuti presenti per proseguire” conclude Rigamonti.
Molto soddisfatto l’assessore al Welfare Emanuele Manzoni: “Questo progetto ha permesso innanzitutto di creare contesti di relazioni dopo la pandemia e di sperimentare la collaborazione tra realtà diverse con linguaggi e competenze diverse, mettendole a disposizione di tutta la comunità”.
L’aspetto che ha caratterizzato questo progetto è stato quello di esportare il modello di lavoro sperimentato nella casa di quartiere Laorca Lab - spiega Barbara Rigamonti, operatrice del Servizio aiuto all’inclusione del Comune di Lecco che ha coordinato le attività - Abbiamo fatto pararle le associazioni che sono state in grado di lavorare insieme valorizzando la dimensione di ciascuno a beneficio della comunità. Sono state così elaborate proposte inclusive e accessibili a tutti che hanno raggiunto la popolazione dei quartieri e avuto un’altissima adesione. La lezione che abbiamo imparato è che questo metodo di lavoro delle associazioni potrebbe essere buona prassi anche per il futuro”.
Associazioni che hanno avuto appunto un ruolo centrale nel progetto, come sottolinea Marta Casalone di Lezioni al campo, capofila dell’iniziativa: “Abbiamo sperimentato una collaborazione positiva tra associazioni, con il Comune e con il mondo del volontariato ed è stata un’importante opportunità per rimetterci in gioco dopo la pandemia. È stato molto importante perché il progetto ha permesso di ridare valore ai luoghi che hanno una storia oltre che creare aggregazione e ridare importanza ai rioni”. La partecipazione del mondo associativo è stata così significativa che l’impegno volontario, che doveva rappresentare il 20% del finanziamento del progetto, ha finito per essere equivalente alla somma stanziata dal Comune, che, precisa ancora Rigamonti, “è stata fondamentale come start up e per fare ad esempio delle scelte ecologiche che diversamente sarebbero state impossibili”.
Un altro risvolto “collaterale” di questa iniziativa è stato quello di attivare delle “sentinelle di comunità” che possano intercettare i bisogni delle persone nei loro luoghi di vita e questo è stato possibile “grazie al grosso lavoro di attivazione di comunità e al coordinamento di competenze e specificità. Elementi che vanno tenuti presenti per proseguire” conclude Rigamonti.
Molto soddisfatto l’assessore al Welfare Emanuele Manzoni: “Questo progetto ha permesso innanzitutto di creare contesti di relazioni dopo la pandemia e di sperimentare la collaborazione tra realtà diverse con linguaggi e competenze diverse, mettendole a disposizione di tutta la comunità”.
M.V.