A Campo de' Boi una targa alla memoria di Antonio Colombo, fucilato nell'eccidio di Fossoli

«Questo è uno dei posti dov'è cominciato tutto», dice Angelo De Battista, storico. Il posto è Campo de' Boi, oggi meta di scampagnate ma un tempo non trascurabile villaggio, ma soprattutto primo luogo di riferimento della Resistenza lecchese al nazifascismo, all'indomani dell'8 settembre 1943.

Ed è appunto la Resistenza, quel "tutto" che è cominciato. E proprio a Campo de' Boi è stata installata la nuova targa del "percorso resistenziale" che va ad aggiungersi alle altre posizionate negli anni scorsi in città e ai Piani d'Erna. Oggi - domenica 12 giugno - la cerimonia di inaugurazione con l'intervento del presidente provinciale dell'Anpi lecchese Enrico Avagnina, dell'assessore comunale Emanuele Manzoni, della presidente del Sindacato pensionati della Cgil Pinuccia Cogliardi. Con loro anche Claudia Colombo, la nipote di quell'Antonio Colombo che fu tra i fucilati lecchesi nell'eccidio di Fossoli del 12 luglio 1944 e la cui figura è ricordata dalla nuova targa.

 

Sulla quale si legge: «Commerciante in legna e carbone, Antonio Colombo ebbe un ruolo di primo piano nella Resistenza lecchese. Già dal 9 settembre del 1943 prese ad organizzare la formazione partigiana di Campo de' Boi: qui mise a disposizione la sua casa come alloggi e come deposito di armi trafugate alla caserma Sirtori di Lecco, mentre nell'appartamento di Lecco, in via Digione, ospitò le prime riunioni del Comando militare, guidato dal colonello Umberto Morandi».

 

Nel suo intervento, il presidente Avagnina ha sottolineato come queste targhe non siano soltanto un percorso storico ma anche indicatori di valori ed è pertanto un lavoro che l'Anpi continuerà nei prossimi anni quale tributo alla città medaglia d'argento al valor militare proprio per i meriti resistenziali. Parola poi a De Battista che si è occupato della pagina storica, parlando appunto dei Campo de' Boi come «uno dei posti dov'è cominciato tutto, uno dei primi in Italia. Con l'8 settembre, la fuga del re e dei capi militari, l'esercito lasciato a sé stesso, molti militari erano allo sbando e non sapevano che fare se non che non avere più a che fare con il fascismo. Con loro, altri militari, soldati stranieri: prigionieri di guerra fuggiti dal campo di prigionia di Grumello al Monte, qui vicino, nella Bergamasca. Antonio Colombo aveva una casa a Campo de' Boi a la mise a disposizione. A un certo punto qui c'erano 140 persone che si stavano organizzando, poi un gruppo salì in Erna e altri rimasero qui. Spesso, ci sono figure importanti per la lotta di liberazione che sono spesso trascurate per motivi diversi: perché non hanno partecipato alla lotta armata, perché non hanno continuato a far politica dopo la guerra.... Doppo avere ricostruito dettagliatamente la Resistenza in armi, la storiografia da qualche anno si occupa di queste figure trascurate, della Resistenza diffusa. Sui nostri monti, si è arrivati ad avere 3mila partigiani mobilitati e per supportarli c'era quindi bisogno di un'organizzazione logistica non indifferente».

Angelo De Baattista, Dario Crippa, Enrico Avagnina

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Emanuele Manzoni, Pinuccia Cogliardi, Claudia Colombo

E Antonio Colombo faceva parte di quella rete che fiancheggiava i partigiani e nel contempo organizzava e assisteva ebrei e soldati alleati nella fuga verso la Svizzera. Fino al 18 maggio 1944, quando venne arrestato. L'assessore Manzoni ha parlato di un momento importante per la nostra comunità «perché attraverso questo lavoro di ricerca possiamo costruire un vocabolario da consegnare alle nuove generazioni, senza dimenticare i nuovi cittadini italiani» e nel contempo ribadire l'impegno per l'oggi. E che, richiamandosi alla Costituzione e in particolare all'articolo 3 sulla "rimozione degli ostacoli che impediscono lo sviluppo della persona" e all'articolo 11 sul ripudio della guerra, ha indicato nel «non lasciare indietro nessuno» e appunto nella pace. Oltre ad aggiungere l'articolo 1 («La Repubblica è fondata sul lavoro»), quale impegno per attualizzare la Resistenza, la presidente dello Spi-Cgil Cogliardi ha sottolineato come sia fondamentale restaurare i monumenti storici alla Resistenza e installare nuove targhe «perché in questo modo una comunità riesce a identificarsi e diventa più forte».

Ha inoltre ricordato l'impegno di tanti sindacalisti nella lotta di liberazione e ancora oggi nel mantenere vivo il ricordo della Resistenza, come testimoniato dalla costituzione in seno alla stessa Cgil di una sezione dell'Anpi intitolata a Pino Galbani, uno degli operai lecchesi deportati in Germania per gli scioperi del 7 marzo 1944. Da parte sua, il presidente Dario Crippa ha annunciato per il 25 luglio - giorno anniversario della caduta del Fascismo - una "pastasciuttata" al circolo Libero Pensiero. Ed è iniziativa non casuale, essendo le "pastasciuttate" un omaggio alla memoria dei sette fratelli Cervi uccisi dai fascisti nel dicembre 1943 a Reggio Emilia. Infine, l'intervento di Claudia Colombo che ha ricordato come non solo il nonno Antonio fosse impegnato nella Resistenza, ma anche la nonna, Alba Monge, «che nascondeva le armi e una volta che fu sorpresa in cucina dai tedeschi, si mise le bombe a mano nella tasca del grembiule e riuscì a non farsi scoprire. Anche lei si è messa in gioco, nonostante avesse un bambino piccolo....».

Che era, quel bambino, appunto il papà di Claudia e che di quei mesi ricordava in particolare un episodio: di un tedesco entrato in casa probabilmente per una perquisizione e che lo vede ammalato, febbricitante e allora lo accarezza e gli dà una caramella: «"Forse avrà avuto un figlio anche lui" commentava mio padre: ecco, mi piace pensare che in mezzo a tanta sofferenza e crudeltà, ci sia sempre spazio per un gesto di umanità».
D.C.
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