Lecco: il 7 la presentazione di 'Il più crudele dei mesi. Storia di 188 vite'
Martedì 7 giugno (ore 18) alla Libreria Parole nel tempo è prevista la presentazione del libro "Il più crudele dei mesi. Storia di 188 vite" (Milano, Mondadori, 2022) del giornalista e scrittore Gigi Riva. Non è inutile richiamare alcuni aspetti che caratterizzano il volume.
Numerose sono le ragioni che rendono questo libro una testimonianza profondamente diversa dall’alluvione di instant books sul Covid-19, usciti nei mesi scorsi e destinati ancora ad uscire nei prossimi.
Innanzitutto perché non è un instant book: anzi, la sofferenza della quale è intriso ha richiesto tutto il tempo angoscioso della pandemia per sedimentarsi in forma di libro. Sofferenza di cittadino di Nembro che, per costruirsi come giornalista e scrittore, ha scelto di vivere altrove, lasciando al paese gli affetti più cari, le amicizie più vere. Di qui una duplice distanza sulla quale il libro è costruito: quella spaziale imposta dal lockdown, quella memoriale di chi attinge dai ricordi volti, gesti, parole che forse gli resteranno per sempre preclusi.
L’attitudine che è del giornalista d’inchiesta, dell’inviato di guerra, a cercare nei fatti la propria verità, aggiunge un ulteriore distanziamento prospettico: quello di chi oppone la serietà dell’analisi all’irresponsabilità politica, alla interessata semplificazione mediatica, al confezionamento di comode attribuzioni di colpa. Il dramma di Nembro, la Spoon River di una generazione cancellata, emerge da una scrittura vibrante di indignazione morale, che non nasconde quanto la devastazione prodotta dal Covid-19 venisse da lontano, e ne fossero causa, tra numerose altre, il finanziamento dissennato della sanità privata depauperando quella pubblica, l’assenza di meritocrazia, l’irresponsabile numero chiuso delle facoltà di Medicina. Tutto questo non l’ha creato il Coronavirus: esso l’ha solo evidenziato.
Finché non si faranno i conti con tutto questo, finché le energie migliori che si sono sprigionate per contrastare la pandemia non prenderanno il sopravvento su inerzie storiche e sul malaffare, sarà sempre possibile la distruzione di un sistema di vita onesto e laborioso, ed è questa piccola grande verità ciò che rende preziosi gli insegnamenti di questo libro.
Numerose sono le ragioni che rendono questo libro una testimonianza profondamente diversa dall’alluvione di instant books sul Covid-19, usciti nei mesi scorsi e destinati ancora ad uscire nei prossimi.
Innanzitutto perché non è un instant book: anzi, la sofferenza della quale è intriso ha richiesto tutto il tempo angoscioso della pandemia per sedimentarsi in forma di libro. Sofferenza di cittadino di Nembro che, per costruirsi come giornalista e scrittore, ha scelto di vivere altrove, lasciando al paese gli affetti più cari, le amicizie più vere. Di qui una duplice distanza sulla quale il libro è costruito: quella spaziale imposta dal lockdown, quella memoriale di chi attinge dai ricordi volti, gesti, parole che forse gli resteranno per sempre preclusi.
L’attitudine che è del giornalista d’inchiesta, dell’inviato di guerra, a cercare nei fatti la propria verità, aggiunge un ulteriore distanziamento prospettico: quello di chi oppone la serietà dell’analisi all’irresponsabilità politica, alla interessata semplificazione mediatica, al confezionamento di comode attribuzioni di colpa. Il dramma di Nembro, la Spoon River di una generazione cancellata, emerge da una scrittura vibrante di indignazione morale, che non nasconde quanto la devastazione prodotta dal Covid-19 venisse da lontano, e ne fossero causa, tra numerose altre, il finanziamento dissennato della sanità privata depauperando quella pubblica, l’assenza di meritocrazia, l’irresponsabile numero chiuso delle facoltà di Medicina. Tutto questo non l’ha creato il Coronavirus: esso l’ha solo evidenziato.
Finché non si faranno i conti con tutto questo, finché le energie migliori che si sono sprigionate per contrastare la pandemia non prenderanno il sopravvento su inerzie storiche e sul malaffare, sarà sempre possibile la distruzione di un sistema di vita onesto e laborioso, ed è questa piccola grande verità ciò che rende preziosi gli insegnamenti di questo libro.