Colori insolitamente 'autunnali' sui monti del Lario. In 4 mesi solo 80 mm di pioggia
Atmosfera insolita quella che si respira in questi giorni sulle montagne del Lario tra i 1000 e i 1500 metri di quota. Le distese di mirtilli, a causa molto probabilmente della penuria di precipitazioni e dei numerosissimi episodi di vento da nord che si sono verificati negli ultimi 5 mesi, sono completamente bruciate assumendo una colorazione rossa molto particolare ed affascinante. Indubbiamente da fotografare.
Aprile è stato il quinto mese consecutivo a chiudere sottomedia pluviometrica con un deficit idrico che dal 1° gennaio è di oltre 250 mm (circa il 75% rispetto alle medie). Negli ultimi 4 mesi sono caduti 80 mm a fronte di un accumulo che dovrebbe superare già i 300 mm.
Inoltre, ad aggravare la situazione sono stati i numerosi episodi di vento da nord - 32 dal 1° gennaio e 38 dal 1° dicembre - che, con la loro bassa umidità, hanno contribuito a seccare ulteriormente il suolo.
Se questa situazione fortemente anomala dovesse proseguire ancora per molto, bisognerà aspettarsi un razionamento dei consumi d’acqua visto che di neve da fondere non ce n’è praticamente più.
Dando uno sguardo alle previsioni per i prossimi giorni, non si vede nessuna svolta. Giornate soleggiate si alterneranno a giornate con molte nubi ma con fenomeni piuttosto scarsi e a macchia di leopardo.
Per sopperire almeno in parte a questa carenza idrica occorrerebbe ben altro.
Ieri mattina mi trovavo sul Monte Muggio, nel territorio di Bellano, e ho scattato alcune immagini per documentare questo fenomeno piuttosto raro: se non fosse per il verde delle piante alle basse quote, potremmo dire di essere tranquillamente in pieno autunno.
Del resto, i dati meteorologici registrati dalla mia stazione meteo (Lezzeno di Bellano) sono piuttosto eloquenti.Aprile è stato il quinto mese consecutivo a chiudere sottomedia pluviometrica con un deficit idrico che dal 1° gennaio è di oltre 250 mm (circa il 75% rispetto alle medie). Negli ultimi 4 mesi sono caduti 80 mm a fronte di un accumulo che dovrebbe superare già i 300 mm.
Inoltre, ad aggravare la situazione sono stati i numerosi episodi di vento da nord - 32 dal 1° gennaio e 38 dal 1° dicembre - che, con la loro bassa umidità, hanno contribuito a seccare ulteriormente il suolo.
Se questa situazione fortemente anomala dovesse proseguire ancora per molto, bisognerà aspettarsi un razionamento dei consumi d’acqua visto che di neve da fondere non ce n’è praticamente più.
Dando uno sguardo alle previsioni per i prossimi giorni, non si vede nessuna svolta. Giornate soleggiate si alterneranno a giornate con molte nubi ma con fenomeni piuttosto scarsi e a macchia di leopardo.
Per sopperire almeno in parte a questa carenza idrica occorrerebbe ben altro.
Luca Colzani - Bellano