Lecco: l’ex Prefetto, paladino antimafia, criticato in Consiglio!
Roberto Fumagalli
Noi come associazione - da anni impegnata sul fronte della diffusione della cultura della legalità - riteniamo invece che sotto accusa debbano finire i mafiosi e non le azioni dell’ex Prefetto che, durante il suo mandato nel Lecchese, ha emanato numerose interdittive antimafia - più di 20, se comprendiamo anche quelle emanate dal precedente Prefetto dott. Michele Formiglio - facendo raggiungere di fatto alla provincia di Lecco un record nazionale. Con tali atti la Prefettura ha voluto colpire altrettante società infiltrate o comunque vicine agli ambienti mafiosi. Vieppiù, le interdittive sono state confermate nei vari gradi di giudizio e, pertanto, assolutamente fondate. Così come fondati ci sembrano i contenuti della relazione inviata dallo stesso ex Prefetto De Rosa alla Dia, la Direzione investigativa antimafia, in cui si afferma tra l’altro che a Lecco e provincia si è sviluppata “una tacita e remissiva acquiescenza al fenomeno criminale e ai suoi referenti”.
Riteniamo che la politica, anziché criticare chi si è fatto paladino della lotta antimafia, dovrebbe rivolgere le proprie invettive contro gli esponenti mafiosi e contro le dinamiche che, nei decenni, sono giunte ad intaccare le stesse Istituzioni pubbliche del territorio, come dimostrato ad esempio dall'inchiesta Metastasi (paradossalmente ignorata dal dibattito in Consiglio a Lecco!).
Lecco e il suo territorio, piuttosto che indignarsi per i contenuti dei rapporti antimafia, devono far fronte comune contro la criminalità organizzata, facendo terra bruciata contro le mafie e contro i mafiosi.
Roberto Fumagalli, presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi