Con 'Auser' e Maria Grazia Zordan si parla di Ucraina con appunti di storia...per Putin
Vladimir Putin
“Grazie a un suggerimento di una mia cara amica, Maritha, ho pensato di dedicare questo incontro a riflessioni e considerazioni relative ad alcune affermazioni fatte da Putin nei propri discorsi, per approfondire e capire meglio la situazione di oggi” ha detto in apertura la relatrice, introducendo il tema di strettissima attualità. Prese in esame recentissime dichiarazioni del Presidente della Federazione russa.
“Putin ha fatto una ricostruzione storica errata volta a giustificare la cosiddetta “operazione speciale”: si è messo a raccontare una storia fasulla per giustificare le proprie azioni aggressive nei confronti di Kiev, un metodo molto diffuso tra i dittatori di tutte le età storiche; come Alessandro Magno che per giustificare l’invasione della Persia si paragonò ad Achille, insomma ad un eroe vendicatore; o Hitler con il mito della razza ariana e dei Savi di Sion. Insomma l’arte dello storytelling è antica quanto la guerra, i dittatori convincono il proprio popolo ad atti disumani con narrazioni distorte della realtà”.
Tre gli assunti “putiniani” presi in esame da Zordan. Il numero uno del Cremlino che l’Ucraina come nazione indipendente non esiste: “Lo stesso popolo, gli antichi Rus’, nel medesimo spazio storico e spirituale, intrecciati da legami secolari, di generazione in generazione. Insieme siamo sempre stati e saremo forti, siamo un unico popolo. Chi smentisce ciò è un traditore”. Puntin poi sostiene che “La Russia è stata derubata di questo territorio, creato dall’U.R.S.S. durante il governo di Lenin e separatosi dopo il crollo di quest’ultima nel 1991”. Terzo concetto: “La più grande tragedia del XX secolo è stata appunto la dissoluzione dell’U.r.s.s.”. “Insomma il leader ritiene che qualcuno deve porre rimedio a questa tragedia e questo compito spetta proprio a lui, facendo tornare indietro nel tempo la Russia, in virtù di un glorioso passato”.
“A questi tre punti – ha proseguito la relatrice - voglio porre le mie obiezioni, sottolineando come l’indipendenza dell’Ucraina sia stata una decisione dei suoi abitanti, anche del Donbass e della Crimea, dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Contrariamente al diritto internazionale Putin non riconosce la volontà di indipendenza del popolo ucraino. Incomincio avvalendomi di una definizione proposta dallo psicologo Franco Fornari: “La Guerra è una forma di elaborazione paranoica del lutto”, in questo caso la perdita si riferisce all’antico territorio della Grande Russia. Insomma Putin si comporta come chi scarica la responsabilità del lutto addosso a qualcun altro. Si riferisce poi ad una astrusa fratellanza da ricercare tra i popoli slavi, un po’ come per noi la comune origine latina di Spagna, Francia, Italia... questa fratellanza tuttavia è una favola, magari nel migliore dei casi un auspicio, ma di sicuro non una realtà. La Rus’ di Kiev è il primo stato veramente organizzato nell’est europa. Ed è vero che molti aspetti che caratterizzano la Russia moderna sono nati nell’antico territorio ucraino, ma la realtà storica finisce qui. Stando alla “Cronaca dei tempi passati”, una delle maggiori fonti dell’antica Europa dell’Est, si è formato il primo stato degli ucraini intorno al nono secolo, non dai russi e neppure dai popoli slavi delle zone, ma dai Rus’ di Kiev, cioè da navigatori scandinavi diretti a Costantinopoli, attraverso il fiume Dnepr.
Una delle slide mostrate dalla relatrice (nel riquadro)
Definiti dai bizantini “Variaghi”, cioè uomini che remano e chiamati dagli slavi Rus, cioè uomini d'oltremare. Intorno al nono secolo occuparono e ingrandirono la città di Kiev, già fondata nel V secolo e con stretti legami con Bisanzio. Mosca infatti nacque solamente intorno al 1100, per non parlare di San Pietroburgo che nacque da un progetto di Pietro il Grande nel diciottesimo secolo. Tra il decimo e l’undicesimo secolo Kiev si estendeva su gran parte dell’Europa dell’Est, e proprio in questo periodo i Rus’ si convertirono al cristianesimo ortodosso. Durante il tredicesimo secolo i territori di Kiev si divisero in tanti piccoli regni autonomi l’uno dall’altro, e con l’arrivo dei tataro-mongoli, provenienti da est, la città cercò di opporsi, senza successo, venendo così rasa al suolo nel 1240. Proprio durante la dominazione mongola Mosca divenne un grande centro commerciale e politico, fino ad acquisire il titolo di Principato di Moscovia, divenendo poco più in là Granducato con Ivan I. La definitiva liberazione dai Mongoli avverrà sotto la guida di Ivan III nel 1480, con la conseguente espansione del granducato verso est. Parallelamente cadde nelle mani dei turchi mussulmani nel 1452 l’Impero Bizantino. Questo avvenimento diede una grande opportunità al Granducato di Mosca, di rappresentare l’ultimo baluardo della difesa del cristianesimo nella parte orientale d'Europa. Mosca divenne così la “Terza Roma”. Come avrete capito – ha proseguito l’esperta - Kiev in tutta questa storia non è mai comparsa, mi domando dunque che fine abbia fatto. L’attuale territorio dell’Ucraina non faceva parte del granducato o zarato di Mosca, ma della Confederazione polacco-lituano. Tuttavia nel 1648 si forma uno stato cosacco ucraino: tribù inizialmente nomadi tra il Don e il Dniepr di origine Tartara, che mal sopportano la dominazione polacco-lituana e la forzata conversione al cattolicesimo. Così i cosacchi si convincono ad allearsi con Mosca e attraverso una ribellione ottengono l’indipendenza, ma dopo breve tempo, l'alleanza con Mosca si conclude con la spartizione dell’Ucraina tra Polonia e Russia dopo la guerra del 1667”.
Venendo ancora alle dichiarazioni più recenti, Zordan ha spiegato come “Il Cremlino ha sostenuto che a creare l’Ucraina moderna sia stato Lenin, con l’istituzione della repubblica socialista sovietica d’Ucraina: questo è stato veramente un passo importante per l’indipendenza, tuttavia non si può dire che l’Ucraina fosse una creazione dal nulla dalla mente di Lenin, semplicemente i bolscevichi hanno creato un'unione di repubbliche socialiste sovietiche, insomma una soluzione formale. Infatti, Putin, quando ne parla non entra mai nel merito dei fatti, ma sorvola i dettagli storici. Tra il 1917 e il 1920 l’Ucraina era ancora una volta indipendente nella guerra tra armate bianche e rosse, insomma qualunque occasione per gli ucraini è buona per ottenere la libertà tanto agognata”. Insomma, “Putin utilizza per portare avanti i suoi scopi una manipolazione della verità storica, una riscrittura della storia in virtù di una nuova epoca zarista e l’invenzione di un fantomatico glorioso passato per giustificare le azioni del presente”.
F.R.